di Luigi Di Maio
Maria Elena Boschi ha mentito a tutti gli italiani e lo ha fatto davanti a tutto il Parlamento. Il 18 dicembre 2015 alla Camera disse: "Io, come Ministro, sono sempre stata dalla parte delle istituzioni, non ho mai favorito la mia famiglia, non ho mai favorito i miei amici. Non c’è dunque conflitto d’interessi, non c’è dunque alcun favoritismo, non c’è alcuna corsia preferenziale".
Oggi, le parole dell’ex amministratore delegato di Unicredit Federico Ghizzoni la smentiscono platealmente, confermando quanto emerso nei giorni scorsi dalle audizioni di Vegas e Visco. La corsia preferenziale e il favoritismo ci sono stati eccome, visto che non risulta che la Boschi si sia spesa in egual modo per altre banche. Il suo chiodo fisso è sempre stata la Banca di cui il padre era amministratore.
Tre indizi di questo livello fanno ben più di una prova. Sta emergendo un vero e proprio sistema di pressioni indebite e arroganti da parte del “giglio magico” renziano per proteggere i vertici dell’Etruria, la banca di famiglia di Maria Elena Boschi della quale il padre Pier Luigi era amministratore.
Quando un ministro, braccio destro del Presidente del consiglio, ti chiede di valutare l’acquisto di una banca, quella in atto o è una forma di pressione, più o meno esplicita, o è uno scambio di favori...
Quando un ministro, braccio destro del Presidente del consiglio, ti chiede di valutare l’acquisto di una banca, quella in atto o è una forma di pressione, più o meno esplicita, o è uno scambio di favori...
Addirittura, come emerge dalle affermazioni di Ghizzoni, si utilizzavano persone esterne alle istituzioni per risolvere "il dossier Etruria”: fu Marco Carrai, faccendiere che Renzi voleva piazzare a capo della cyber security, ad inviare per conto terzi una mail (ecco la foto) a Ghizzoni al fine di sollecitarlo sull’acquisizione di Etruria da parte di Unicredit. Mentre si consumava questa violenza istituzionale, quattro banche popolari, Etruria inclusa, stavano per collassare trascinandosi dietro decine di migliaia di piccoli azionisti e obbligazionisti subordinati. Molti di loro hanno perso tutti i risparmi di una vita.
Ciò che sta emergendo con forza è l’uso familistico delle istituzioni repubblicane, in totale spregio dell’interesse collettivo e nazionale. Qui ci sono responsabilità personali, ma soprattutto politiche. Dopo Mps, distrutta dal vecchio corso del Pd, ora Banca Etruria. Le banche sono il vizietto del Pd. Ed è impossibile che nessun altro del partito sapesse nulla di quello che è andato avanti per anni, ma tutti sono stati zitti, omertosi, complici.
Andando più a fondo: nessun partito può tirarsi fuori da Bancopoli. Quando Boschi mentiva in aula, Forza Italia si rifiutava di votare favorevolmente alla mozione di sfiducia presentata dal MoVimento 5 Stelle e usciva dall’aula. Oggi tutti questi signori dovrebbero dirci una cosa: cosa prevedeva davvero il Patto del Nazareno e se tra i punti della "profonda sintonia" ci fosse anche la questione banche. All’epoca Salvini, che tanto si agitava contro il ministro, dichiarava “se Forza Italia non vota sfiducia rivediamo la coalizione” e oggi invece è ancora una volta alleato di Berlusconi e la sua Lega ha collezionato nella principale Regione che governa due crac bancari terribili come quelli di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza. Il sistema si sta sfaldando ma cercherà di sopravvivere fino all’ultimo.
Una cosa immediata che pretendiamo - prima di tutto come cittadini e poi come MoVimento 5 Stelle - è che Maria Elena Boschi venga allontanata dalle sue cariche di governo e il presidente Gentiloni, a questo punto a fronte di queste prove, o lo fa o ci dice perché non lo vuole fare. È intollerabile che chi ha usato le istituzioni per i suoi interessi non venga cacciato.
A marzo abbiamo la possibilità di rifondare questo Stato e renderlo uno Stato al servizio dei cittadini, non delle famiglie dei ministri. Si sceglierà tra il cambiamento con il MoVimento 5 Stelle e il mantenimento di questo sistema marcio con tutti gli altri. È un'occasione imperdibile. Non sprechiamola!---
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