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giovedì 9 novembre 2017

Maurizio Blondet - Harvey Weinstein diventa mistico e martire. E' l'era della misericordia

Sabbatai Zevi a sinistra, Weinstein a destra, “riparano il mondo”.
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Ha preso almeno 82 attrici nei modi più brutali,  alcune le ha costrette a “forced  oral sex”,  su altre   “masturbated”,  eccetera. Adesso il produttore  caduto, Harvey Weinstein  dice ai pochi amici rimastigli di se di “essere un salvatore, di essere nato per prendere la colpa per il suo comportamento per cambiare il modo”;  che lo scandalo è successo in modo che lui possa cambiare il mondo;  che accetta la punizione come   “ martire del cambiamento sociale”.  Grazie al suo peccato, le donne hanno ottenuto un riscatto,una liberazione storica…
“Assurdo” dicono  i suoi  avvocati, preoccupati. Inspiegabile davvero. Ma forse è Gilad Atzmon, il saggista e  musicista che ha rigettato il suo ebraismo, ad offrire la chiave:...

“Weinstein – ha scritto – può essere ritenuto un discepolo del rabbino Sabbatai Zevi, che si dichiarò essere il Messia  nel 1666.  Zevi  proclamava che la  redenzione si ottiene attraverso atti  peccaminosi, e radunò  attorno a sé un milione di appassionati credenti, che rappresenta quasi la metà della popolazione ebraica nel 17mo secolo.   Il passaggio del predatore seriale Weinstein da peccatore integrale a nuova figura messianica  è certamente molto rapido.  Ma ciò non ci deve sorprendere. Il fatto  che Weinstein si veda come “il martire del cambiamento sociale” si accorda col Tikkun-Olam, la erronea credenza giudaica secondo è  compito degli ebrei riparare il mondo.
“Assistiamo a un cambiamento radicale della difesa penale –  continua sarcastico Atzmon. –  Jeffrey Epstein [il finanziere pluri-condannato per pedofilia, l’organizzatore del Lolita Express] potrebbe pretendere che  lui, retrospettivamente, ha contribuito a sensibilizzare il pubblico sulla prostituzione infantile. A sua difesa, Israele potrebbe dire che la sua storia cosparsa di crimini contro l’umanità ne ha fatto un martire per la giustizia sociale comprovando  fino a che punto l’idea di elezione e la mentalità di eletti sono letali. Ma si potrebbe fare lo stesso per Stalin? Hitler potrebbe applicare la stessa strategia a sua difesa? Sarebbe ammesso a  divenire  un martire anti-razzista?  Vi lascio riflettere su questo ultimo caso”.
Sotto  l’ironia, Atzmon  sfiora con levità  un nodo impressionante della mente  giudaica.  Sabbatai Zevi (Smirne1626 – 1676),dichiaratosi Messia nel 1666, suscitò “un movimento che guadagnò d’un lampo la comunità ebraica dallo Yemen alla Persia, dall’Inghilterra all’Olanda alla Russia e Polonia”;  egli mosse verso Costantinopoli, dove, diceva, avrebbe tolto la corona al sultano e  prenderne il posto come re universale. Fu arrestato dalle guarduie ottomane  e portato  ad Andrinopoli  davanti al sultano, che lo pose di fronte all’alternativa: o continuava a proclamarsi il  Messia e sarebbe stato decapitato, o si convertiva  all’Islam e avrebbe avuto salva la vita.

La “redenzione attraverso il peccato”

Sabbatai Zevi si convertì, divenne apostata dell’ebraismo; lo sgomento e lo scandalo disperse i suoi fedeli, ma non tutti: un gruppo, istruito dal “profeta” Nathan di Gaza , elaborò   una teologia ad hoc. Questa: il vero Messia doveva appunto  commettere il peggiore dei peccati,  scendere fino alle abissali “porte d’iniquità”, per salvarvi quelle scintille divine   che vi sono imprigionate.
La Kabbala e specie lo Zohar, infatti, insegnano che per un cosmico incidente durante la creazione, detta  “rottura dei vasi” (shevirat hakelim), la luce divina, di santità e di bontà, s’è dispersa nel mondo  dei kelipot ( i gusci, morte bucce); da quel momento tutto è fuoriposto, e non solo è in esilio il popolo d’Israele, ma “si tratta anzitutto dell’esilio della Presenza Divina dall’origine dell’universo”. Isaac Luria insegna che spetta all’ebreo la riparazione (tikkun),  ossia la liberazione delle scintille divine imprigionate nelle kelipot; e come? Attraverso la Legge (Torah) e i precetti (mitzvot),  l’ebreo smista e riordina, separa il puro dall’impuro, il kosher dal non kosher. Anzi già col fatto stesso di  calcare il suolo dell’esilio, gli ebrei “sollevano le scintille”; ricompongono così la figura dispersa di Dio. E il loro ritorno dall’esilio  è insieme la redenzione della presenza divina  – che si identifica  ormai  col popolo eletto che ha completato il suo riscatto, o redenzione.
A  quel punto, la Legge non serve più.   L’avvento del Messia libera al giogo della legge mosaica, i dieci comandamenti –   questa è una visione corrente nell ‘ebraismo. Il Salmo 146, 7, sul Messia, “Il Signore libera i prigionieri”, veniva spesso inteso dagli  esegeti, “il Signore permetterà ciò che è vietato” (leggendo mattir isurim invece  di mattir asurim), “annullerà i comandamenti”.
Questa visione doveva essere comune  anche ai tempi di Gesù, se questi dovette dire di non  essere venuto a cambiare “nemmeno uno iota della Legge passerà” (Mt 5,18).

Il Messia abolisce i Comandamenti?

Anche Paolo nella Lettera ai Romani (la più “ebraica” delle epistole, ricolta ad ebrei convertiti romani, dove  Paolo mostra tutta la sua cultura di studente rabbinico),dopo aver ricordato che accettando Gesù come Messia “non siete più sotto la Legge, ma sotto la grazia”, subito aggiunge: “Che dunque? Rimaniamo nel peccato perché abbondi la grazia? È assurdo!”.-  E deve insistere: “  Ci metteremo a peccare  perché non siamo sotto la legge ma sotto la grazia? No di certo!” (Romani 6).
Non fu certo questa la conclusione dei seguaci di Sabbatai Zevi, il messia apostata. Anzi, i suoi seguaci, liberati dalla Legge, si facevano un punto d’onore di trasgredirne deliberatamente i comandamenti – la salvezza si guadagna col peccato – praticando in segreto un antinomismo orgiastico mentre pubblicamente si fingevano musulmani ottomani. Due secoli dopo, i sabbatei (in turco dunmeh) erano diventati “liberi pensatori” nell’impero turco, massoni, laicisti : presero il potere come Giovani Turchi, e nel breve periodo della loro  junta (1915-17) si diedero allo  sterminio  degli armeni;  e poi con Ataturk, uno di loro, rifondarono la Turchia come Stato secolare –   ma  erano in ciò ancora seguaci del loro Messia, un Messia (scrive Scholem) “dal carattere sinistro perché il  suo ruolo fu di mettere in questione tutti i valori tradizionali”.
E qui  lo stesso Scholem, storico ebreo, non può fare a meno di aggiungere:
Non si sottolineerà mai abbastanza  l’abisso che esiste tra la figura di colui che morì sulla croce  per fedeltà alla causa messianica e la figura di colui che prese la via dell’apostasia ed esercitò il suo ruolo sotto questa maschera”. Riconoscendo con ciò non solo la vera messianicità di Gesù (che non nomina), ma anche in Sabbatai Zevi il suo speculare contrario, ossia  tecnicamente anticristo.
Così si dissero  questi seguaci di Zevi:  sul suo esempio “ gettiamoci in pieno, con la potenza della santità, nella  gola dell’impurità, finché questa esploda dall’interno!”.   I comandamenti contro l’incesto e l’adulterio  per loro non valgono più. Cerimonie orgiastiche della setta Dunmeh erano sicuramente praticate ancora nel ‘900.  “Nel 1942, un medico abitante a Smirne ammise che suo nonno aveva partecipato ad un rito di scambio di   mogli a Salonicco. […]  Dervish Effendi, grande kabbalista, aveva difeso apertamente la dottrina mistica dello scambio delle donne e della fornicazione rituale”  (così Gershom Scholem).
Sabbatai Zevi a sinistra, Weinstein a destra, “riparano il mondo”
Come si vede, non siamo tanto lontani dal giro mentale che rivela Harvey Weinstein nella sua concezione di “peccato” e di “riscatto”.  Non a caso l’amico giornalista Franco Levi è convinto che il sabbatismo abbia profondamente inquinato in profondità  l’ebraismo, e che  in Israele non governino gli ebrei, bensì i Sabbatei.
D’altra parte anche il Talmud (Trattato Sanhedrin, X), ha sempre considerato la redenzione – la  fine dell’esilio, la liberazione dal giogo degli imperi – come “una distruzione, un crollo titanico, una sovversione” politica e sociale totale. Molti testi asseverano che il Messia tornerà “in una generazione dove tutti sono peccatori, o dove tutti sono virtuosi”: più  probabile e facile propiziare la prima che la seconda. E questa condizione infatti oggi molti poteri seduttivi stanno rendendo comune. Il dilagare della pornografia, l’ideologia gender imposta nelle scuole, la legittimazione delle perversioni sessuali, la profanazione della purezza infantile, la trasgressione dei “tabù” glorificata, non  risponderà allo scopo di accelerare la venuta dell’anti-Messia?
Il kabbalistico Sefer ha-Temunah (Libro dell’Immagine)  spiega che ogni epoca (shemitah) ha una sua propria interpretazione della Torah. Fino a ieri, l’epoca del rigore  (din), la Torah è letta come composta di precetti negativi e positivi; nell’epoca che viene, la Torah sarà letta “misticamente”. Ossia in questo modo: “Tutto ciò  che è oggi vietato sarà permesso”. Ciò perché la nuova epoca non è più caratterizzata dal rigore, ma dal rahamin. Che significa “misericordia”.

Papa Giovanni ha annunciato l’età della misericordia nel 1962

Ebbene: per i cattolici, questa nuova epoca è stata annunciata dall’ottimista Giovanni XIII  il 12 ottobre 1962, nel modo più solenne, l’apertura del Concilio. Là ci ha annunciato che la  “Sposa di Cristo preferisce usare la medicina della misericordia invece di imbracciare le armi del rigore”.
La nuova era di “misericordia”, annunciata dal Papa con le parole del Sefer ha-Temunah, è   attuata con grande decisione da “Papa Francesco” attraverso la distruzione di ogni precetto,  la Comunione ai divorziati conviventi, l’assoluto silenzio contro i peccati impuri, che appaiono tutti condonati. Avvolti nella più  assoluta “misericordia” , contro i “farisei”  che ritengono ancora validi i dieci comandamenti.
Esagero?  L’arcivescovo di Berlino Heiner Koch ha pubblicato un libro di educazione sessuale per i ragazzi, che pone situazioni del tipo:

German Catholic archdiocese promotes fornication, abortion, to 15-year-old girls

un uomo di 22 anni ha una fidanzata 15 enne con cui  vuole avere relazioni sessuali. Consiglio dell’arcidiocesi: “In via di principio, una persona di età legale può dormire con minori, purché l’atto sia consensuale”.
  • “Laura,15 anni, vuole dormire con suo fidanzatino e considera diversi contraccettivi”. Ha paura che i suoi genitori lo vengano a sapere. Infatti essendo Laura minore di 16 anni, il dottore di famiglia a cui chiedere la ricetta deve avvertire i genitori. La diocesi consiglia: Laura può “tentare di convincere  il dottore che lei è abbastanza matura da prendere questa decisione da sé”.
  • Ci sono molti altri consigli del Vescovo sui 2diritti sessuali” della ragazze che hanno “una gravidanza indesiderata”, di quindicenni che avendo avuto esperienze lesbiche o omosessuali vogliono fare  un esame per malattie veneree senza essere scoperti dai genitori. Il vescovo avverte che chi ha “18 anni ha  la possibilità di principio di terminare la  gravidanza senza sanzioni penali nelle prime dodici settimane”.

I risultati sono qui :

Eh sì, la Chiesa della “misericordia” avvicina ed accelera davvero il momento   della redenzione come “crollo titanico e sovversione”; contribuisce con la sua “misericordia” alla generazione in cui “tutti essendo peccatori”, il loro “Figlio di Davide”, il Messia della redenzione attraverso il peccato  può tornare. Forse, dopotutto, Harvey Weinstein  ha a modo suo ragione.------
(Appena terminato di scrivere questo articolo, mi giunge questa notizia da un lettore:
Caro Blondet
sentivo ieri a “la zanzara” (perdoni la fonte) una “psicologa/sessuologa”, mi sembra si chiami Proietti, secondo la quale in Iran sono svantaggiati rispetto a noi perchè “non possono fare terapia sessuale” basata su “esercizi di masturbazione” in quanto l’islam proibisce la masturbazione solitaria, nonchè i rapporti extraconiugali (“un problema dell’islam”) e la pornografia.
La stessa concludeva con “più masturbazione per tutti, ma senza esagerare”.
Se all’epoca di W. Reich c’era la “società patriarcale” da distruggere, le stesse teorie – in forma moderna – sono oggi attribuite all’islam.
Il solo pensare a quanti giovani italiani sono “in cura” dalla psicologhe c’è da deprimersi, per non dire altro…
cordiali saluti
Paolo M.

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