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lunedì 16 ottobre 2017

Maurizio Blondet - TRUMP COME “SHABBOS GOY” DEL NUOVO IMPERO TALMUDICO

TRUMP COME "SHABBOS GOY" DEL NUOVO IMPERO TALMUDICO

Trump, nel far uscire unilateralmente  gli Usa dal trattato con l’Iran sul nucleare (JCPOA), e insieme  facendo uscire la superpotenza dall’UNESCO  – azioni entrambe dettate da Israele – ha compiuto due atti altamente simbolici: l’uscita,  ufficiale  e dichiarata, dalla civiltà  e dalla cultura.  USA ed il suo suggeritore Israele abbandonano la civiltà e  ci segnalano che stanno aprendo  la fase nuova ed ultima,  l’avvento  del Terrore talmudico  come governo globale.
Mi risparmi il lettore la lezioncina sull’UNESCO  come creazione massonico-britannica, evitino di ricordarmi che il suo primo direttore fu  il darwinista Julian Huxley, della nota famiglia  globalista, poi direttore anche del WWF; mi creda il  lettore, lo so. Magari glielo  ho anche insegnato io in scritti lontani: ONU e suoi organismi, UNICEF, UNESCO, eccetera, non  possono essere  ritenuti  ”la civiltà”, che furono fondati come organi del governo mondiale futuro eliminatore di ogni sovranità e identità promosso dalla finanza anglo-ebraica.  Lo so. Ma proprio questo conferma ciò che dico:  i due paesi hanno preso apertamente congedo dalla “civiltà  come  la intendono loro”; quella “civiltà”  che hanno costruito con le loro opere di leone e di volpe, quell”ordine”  falso in cui ci hanno rinchiuso tutti noialtri. Ora, Israele   col suo Golem butta via  quell’ordine   ché non le serve più, mostrando il suo vero volto  finale: “la barbarie”, dice Philippe Grasset;  ma  è più preciso dire: il Terrore talmudico, perché con quegli atti Israele (col  il suo Golem)  mostrano in modo   patente, arrogante, che loro non si sentono obbligati più a nessun trattato sottoscritto, a nessun dovere di lealtà verso gli altri esseri umani (ovvio, siamo “animali parlanti”), a tener  fede ad alcun impegno preso sul piano internazionale. E  perché dovrebbe, la razza che si crede Eletta, la  sola depositaria della Promessa?...

Non  che mancassero i segnali  precorritori. Lo stato d’Israele che pratica  apertamente  quel razzismo  che a noi viene ingiunto di condannare nel Terzo Reich ad esempio;  Sion e Usa si danno il diritto di  colpire tutti gli altri popoli e paesi che prendono di mira, di calpestare la legittimità  dei loro governi, di  incenerirne i civili con armi al fosforo che a noi hanno vietato di usare, perché “barbare e  incivili”;   li abbiamo visti condurre guerre  con metodi inumani e sleali, usando   le torme di terroristi che dicono,mentendo,  di combattere.   I nostri governi servi hanno condonato, fatto finta di non vedere, ed ecco dove siamo arrivati.

Menzogna totale

Il governo  mondiale secondo il Talmud, come ovvio,   esordisce (fece lo stesso col giudeo-bolscevismo) imponendo la menzogna  totale.
L’uscita  dall’Unesco è stata motiva dal fatto che l’ente  ONU ha dichiarato il centro storico di Hebron “patrimonio dell’umanità” attribuendolo ai palestinesi, che è la pura e semplice verità: la  città è nei territori illegalmente occupati da Sion.  Paolo Mieli, la più grossa firma  del  sionismo in Italia,  si è mobilitata sul Corriere per difendere la decisione di Israele  in un lungo editoriale   in cui accusa l’Italia di essere troppo corriva con  gli arabi: i quali, secondo lui, stavano per prendere la direzione dell’UNESCO e darla a un qatariota. Asserzione tanto vera, che l’UNESCO ha  invece  scelto come direttrice una ebrea francese ed ex ministra di  Hollande, Audrey Azoulay, figlia di un consigliere del re del Marocco.
Parimenti,  Trump s’è chiamato fuori dal trattato con l’Iran non già motivandolo con l’accusa che Teheran non tiene fede al suo impegno di rinunciare ad arricchire l’uranio – accusa impossibile – ma per un motivo che nulla c’entra col trattato: “Gli Stati Uniti hanno una nuova strategia: neutralizzare l’influenza destabilizzante del  governo dell’Iran e impedire la sua aggressione dei paesi vicini specie col suo sostegno ai terroristi e ai militanti… contro la sovversione iraniana creare un più stabile balance of power nella regione”: insomma  si accusa l’Iran esattamente dei crimini, destabilizzazioni e sovversioni che invece commettono i sauditi, gli israeliani e lo  Stato Profondo americano con i mercenari jihadisti da loro creati e riforniti.
Il contrario speculare della verità è un segno di riconoscimento di ogni giudeo-imperialismo. Nei fatti,  sembra certo che il testo  di accuse, insulti e falsità contro Teheran che Trump ha letto, se l’è fatto scrivere da Nikki Haley, l’ambasciatrice Usa all’Onu, scavalcando il suo ministro degli esteri Rex Tillerson – di cui la Haley sarebbe in teoria una dipendente – e a sua insaputa.  La Haley, la cui “cultura” si riduce ad aver seguito una laurea breve in ragioneria in una università secondaria, è stata “ispirata” parola per parola – si riconosce lo stile –  dalle paranoie e dai desideri israeliani: eliminare l’Iran che oggi ha truppe in Siria, e “della massima importanza, negare al regime iraniano ogni via verso un’arma nucleare”.
Nikki Haley, l’ambaciatrice all’ONU, sta facendo le scarpe al suo superiore, il ministro degli esteri Rex Tillerson. Si dice che presto Trump lo sostituirà con lei.
Questa arbitraria  diserzione americana da un trattato internazionale che gli stesso USA  hanno sottoscritto – cosa vergognosa  già di per sé – porterà di sicuro ad una guerra contro l’Iran, come vuole Sion.  Nessuno si illuda su questo.

Il Senato confermerà  la decisione

Vedo che alcuni commentatori si illudono, sostenendo che, in realtà, Trump ha  gettato la palla della scottante  questione al Congresso, che entro 60 giorni dovrà riesaminare il trattato e approvare o rigettare la richiesta di Trump di inasprire le sanzioni contro Teheran e tutti i paesi che commerciano con essa, fra cui gli europei. S’immaginano che il Senato, messo in  grave imbarazzo, respingerà la proposta di Trump, come ha  respinto praticamente tutte le altre avanzate dal presidente-travicello.
Gli speranzosi dimenticano che Trump ha devoluto al Senato la decisione – una decisione che prima spettava in esclusiva all’Esecutivo –  perché costretto. Costretto precisamente da quella legge paranoica che il  Senato  ha approvato in luglio, a maggioranza schiacciante (98 contro 2) che ha spogliato la Presidenza Usa delle sue prerogative,  imponendole di chiedere il permesso del Congresso  se voleva attenuare o  abolire le sanzioni contro la Russia.  E’ una legge  dettata dal noto delirio anti-russo, dalla allucinata auto-convinzione che Trump sia  stato votato con l’aiuto di Mosca e che stesse dunque per aprire relazioni di amicizia con Putin. Una legge  in cui non solo i democratici, ma i repubblicani hanno dato il voto, esprimendo con ciò  la più folle sfiducia nel “loro” presidente.
In questa legge di luglio, il Senato ha dichiarato praticamente guerra alla Russia, e insieme  all’Iran e alla Corea del Nord, senza dimenticare  (lo abbiamo scritto a suo tempo) di dichiarare guerra  commerciale agli “alleati “  europei  colpevoli di comprare gas e greggio dalla Russia invece del gas liquefatto da  scisti di produzione USA, come ha  fatto la fedele Polonia. Il Senato ha annunciato sanzioni contro le imprese tedesche e  il consorzio europeo che costruiscono il NorthStream 2 , provocando lo smarrito commento di Angela  Merkel, promotrice da par sua di sanzioni contro la Russia: ““Gli interessi economici e  la questione delle sanzioni non vanno mescolati”
Ora, come sperare che un simile Senato, in mano ai più corrotti interessi sionisti e militari-industriali, attenui e moderi la  decisione di Trump di violare il trattato  JACPOA? Sperate che imponga al presidente di tornar sui suoi passi e riconoscere che l’Iran adempie i suoi obblighi verso il trattato?  Gli rimprovererà di isolarsi dal mondo civile? Di aver irritato gli “alleati” europei?
Ovviamente no, Tra due mesi il Senato approverà l’uscita dalla civiltà, anzi aggraverà la minaccia contro l’Iran. Non si tratta solo di sanzioni; si tratta di prolungare rafforzare il conflitto bellico sulle  martoriate popolazioni  di Siria e Irak, di impedire la pacificazione mediata da Mosca nell’area, rilanciare la nuova fase, la guerra degli Usa contro l’Iran.
Già si vedono i segni:  le truppe americane stanno facendo evacuare, sotto la loro  protezione e intatti, i nuclei combattenti dell’ISIS da Raqqa: buoni per lanciarli contro gli iraniani sciiti.
La TV israeliana Channel 2 ha mostrato, per la prima volta, un campo di addestramento di Daesh che è stato aperto alla frontiera fra Siria e Israele, dunque sotto la protezione di Sion.
Soprattutto, la US Air Force, richiama in servizio i piloti andati in pensione  per i voli logistici, “consentendo  ai piloti in servizio attivo di concentrarsi sull’addestramento e le missioni”, in previsione di una intensificazione delle “missioni”.
Insomma si stanno preparando al casus belli, magari un false flag, che Israele ha avuto l’improntitudine di annunciare pubblicamente sul Jerusalem Post, da noi già citato:
La regione del Medio Oriente  potrebbe essere incendiata con una sola azione. Tale incendio potrebbe essere un attacco israeliano significativo in Siria in risposta ai crescenti trasferimenti militari facilitati da una permanente presenza iraniana, avviando verso una più ampia conflagrazione regionale. Ecco perché Israele deve preparare il suo alleato americano prima di sapere che Israele non potrà stare in attesa, mentre l’Iran utilizza la sua nuova base per trasferire armamenti più e più potenti a Hezbollah”.
La responsabilità di  scongiurare  quella che può diventar la terza guerra mondiale poggia oggi più che mai sugli “alleati” europei. L’Unione Europea, Germania e Francia sono garanti dell’accordo sul nucleare iraniano e lo hanno difeso, apparentemente, ancor oggi. Persino la Gran Bretagna ha criticato  aspramente  la diserzione di Trump.

Sigmar Gabriel, il ministro degli esteri tedesco,ha avuto il coraggio di fare il ruggito del coniglio, osservando (in una intervista..) che Trump “gioca con la pace mondiale”, ed ha inferto un colpo “devastante al disarmo nucleare”, in quanto “sarebbe futile spingere la Corea del Nord a firmare un trattato di rinuncia all’armamento atomico, se l’analogo trattato con l’Iran viene stracciato” dagli americani. Anzi, “molti  stati vedrebbero nella rottura dell’accordo con l’Iran” da parte americana “come un segnale che devono  fornirsi di armi atomiche il più presto possibile”.

E l’Europa? Dopo il “furore”, obbedirà.

Puro buonsenso. Il sito belga Dedefensa  attesta un atteggiamento di ”furore” nei sordi uffici di Bruxelles. Cita  un eurocrate: “Lo JCPOA  è sacro per la diplomazia UE è una delle sue realizzazioni più notevoli”.  Un “furore”  che avrebbe travolto “l’alta rappresentante Federica Mogherini  e la sua segretaria  Helga Schmid “.   Macron ventila addirittura la possibilità di recarsi in visita ufficiale  a Teheran, a segnalare la sua distanza da Trump  (e interesse  per gli affari Total  in Iran).
Tutto questo furore si tradurrà in coerente azione politica? Nella sconfessione del “protettore” che ha scelto la barbarie e l’inciviltà talmudica, con la ripresa di relazioni normali con la Russia, il “nemico”  contro cui la UE su ordine americano ha scavato fossati, elevando sanzioni e ammassandogli contro truppe NATO?
Se chiedete negli uffici di Bruxelles se  si avvicina il momento di una “rottura” fra UE e Usa, si ottengono risposte del tipo: “Che Cosa è una rottura oggi? Lo sapete … Ma sì, la minaccia di ciò che si potrebbe chiamare “rottura”  non è mai stato così forte”.
Come vedete, niente di particolarmente energico.  La Germania ha da  difendere il suo mercato d’esportazione statunitense, che può esserle chiuso dalle  sanzioni anti-iraniane.
Del resto  è la NATO che in questi mesi  sostituisce una “Unione Europea”   in palese sgretolamento;  e la NATO, per   voce di Stoltenberg  suo segretario generale, ha appena minacciato Mosca di non osare immischiarsi  nel caos della Libia come mediatrice e pacificatrice, perché “abbiamo visto i risultati della presenza russa in Siria, dove la situazione è stata complicata, naturalmente occorre evitare una cosa del genere in Libia”.  E’ esattamente il contrario della verità: un segnale  talmudico ben preciso. Stoltenberg ha  pronunciato questa menzogna  senza pudore davanti alla sessione dell’assemblea parlamentare della NATO in Romania, senza suscitare, non si dico un qualche “furore”, ma nessuna  obiezione degli europei presenti.  LA UE e la NATO hanno scelto in Libia il disordine e il caos  perpetuo,   a cui hanno collaborato ampiamente in Siria, in Irak e in Ucraina.

“Trump è il nuovo McCain”

Nessuna  rottura ci aspettiamo dai governanti europei, non al punto di smentire e contrastare Israele e la sua volontà  apocalittica di annullare  qualunque paese che, a suo giudizio, metta in pericolo psicologico    il suo delirio di onnipotenza: sentiva la sua onnipotenza messianica su questo mondo ormai vicina alla realizzazione; l’Iran ed Hezbollah, ma anche la Russia  gliela stanno ostacolando.  Ovviamente,  non può consentire di essere un popolo tra gli altri, una comunità come le altre  limitata  nel potere mondiale.  Perciò adesso abbandona gli organi della “civiltà” globale – ormai non servono più – ed instaura  Terrore Talmudico. Globale anch’esso. Inutile ricordare ai lettori che il Regno di Israele mondiale non può essere impero nel senso romano del termine (la “chiamata di genti diverse a fare qualcosa di grande insieme”: ci associamo forse noi nella civiltà scarafaggi, buoi, maiali?), e non può che esercitarsi secondo la promessa biblica: “Spargerò il Terrore di te fra le nazioni”.
Per  cui ho rubato il titolo di questo articolo a The Saker: è lui ad  aver   riconosciuto in  Trump   lo “Shabbos  Goy”, ossia quel servo non-ebreo che le famiglie ebraiche  pagano il sabato perché faccia i lavori che la Legge vieta ai giudei di fare in quel giorno: accendere le luci, accendere il fuoco, abbeverare gli animali, spazzare…Confesso che mi ha tentato anche un’altra definizione: “Trump è il  nuovo McCain”.   “Bomb, bomb, bomb Iran”, finalmente.

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