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lunedì 28 agosto 2017

Roma - Sgomberi, l’asse Raggi-Minniti: “Pari diritti per migranti e italiani”



PS: <<Pari diritti per migranti e italiani...>>...e bravo il Governo RenziPd !!!...questa si che è una svolta decisiva...verso la parità dei "diritti"...a quando quella dei "doveri".?
umberto marabese
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Virginia Raggi, nell’intervista rilasciata ieri a La Stampa, ha detto di avere «buoni rapporti» con il ministro dell’Interno Marco Minniti.

La sindaca in settimana incontra il ministro dell’Interno: «Per Roma servono 90 milioni». La linea del Viminale: avanti sui blitz, ma si cerca il consenso dei Comuni. Si vedranno in settimana, Virginia Raggi e il ministro Marco Minniti, e sarà l’occasione, oltre che per manifestare la simpatia reciproca, per rinsaldare un’alleanza che travalica i rispettivi schieramenti politici (e che è osservata anche con un po’ di sospetto dentro il M5S, restio a concedere troppi riconoscimenti a un ministro del Pd). S’intenderanno, i due, perché è nei fatti una convergenza di interessi.  

Il Viminale non intende infatti fermarsi sulla sua rotta del «recupero di legalità». Certo, sono in arrivo le linee-guida del ministro sugli sgomberi che inviteranno i prefetti alla massima collaborazione istituzionale con i sindaci. Si dirà che gli sgomberi dovranno essere eseguiti con la dovuta gradualità, senza strappi controproducenti, in attesa che gli enti locali, così come vuole la legge, si attrezzino a dare «assistenza alloggiativa» agli aventi diritto. Ma di certo il ministro non ha alcuna intenzione di darla vinta ai movimenti antagonisti che sono dietro molte di queste occupazioni...
. E perciò gli occorre la collaborazione del Campidoglio per non bloccare tutto proprio nella Capitale. Ma anche la sindaca non intende farsi «intimorire da chi usa i più deboli per i propri affari illeciti», come ha detto ieri a La Stampa ....

Concorderanno anche sulla filosofia di fondo: occorre collaborazione istituzionale. Perciò la sindaca chiederà «un coinvolgimento maggiore nella definizione delle strategie. Gli sgomberi e il sistema dell’accoglienza vanno pianificati per bene». Per intenderci, non deve più accadere un’altra piazza Indipendenza. Sostiene Raggi: «Noi sindaci non possiamo essere chiamati all’ultimo momento, il giorno prima dello sgombero». 

La sindaca illustrerà dunque il suo Piano casa (sono almeno 15 mila le famiglie che hanno bisogno di aiuto) che ha rilasciato qualche settimana fa. Ha l’obiettivo di dare una casa a 6 mila nuclei entro il 2019, chiudendo i terribili residence, facendo scorrere le graduatorie delle case popolari, restituendo ai proprietari gli edifici occupati, usando gli strumenti dell’autorecupero, del contributo all’affitto o del buono casa. Ma il Piano è destinato ad abortire senza l’appoggio della polizia: non si può fare un censimento delle persone che vivono in palazzi occupati o nelle case popolari, soltanto con gli operatori comunali.  

Infine, i soldi. Al Campidoglio calcolano che per risolvere il problema occorrano almeno 90 milioni di euro. Sono i soldi inutilizzati dai tempi del commissario Tronca, «che però non possono mica uscire ora dal bilancio comunale». Un discorso che vale per Roma, e per tutta Italia. Perché è un dramma vastissimo, quello dei senza casa - italiani e stranieri. Come dice il presidente dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani, Antonio Decaro, sindaco di Bari: «C’è chi ha perso la casa. Ci sono i senza fissa dimora che scelgono soprattutto le città più grandi. E poi c’è il tema dei migranti e dei rifugiati che escono dal sistema di protezione e però non hanno una casa». Anche Raggi fa sapere: «Ribadirò quanto ho già detto: accoglienza, immigrazione ed emergenza abitativa vanno considerati come parti di un unico grande problema, da affrontare nel suo insieme».  

Il Parlamento, sbloccando gli sfratti, aveva dato ai Comuni la possibilità di utilizzare immobili del demanio tramite una procedura velocissima. «Ma se poi non ci sono i soldi - spiega Decaro - per mettere a norma l’impianto elettrico o per installare il riscaldamento, le case non possono essere assegnate».  

Detto questo, la sindaca darà totale disponibilità a sostenere gli sgomberi. A questo proposito si farà portavoce della linea politica del M5S: no a forme di «assistenzialismo forzato», i rifugiati devono avere gli stessi diritti degli italiani, «nessuno in più». La sindaca grillina sosterrà che «non si può accettare che chi occupa diventa proprietario di quello stabile, mentre chi è in graduatoria per una casa aspetta invano». Inutile dire che al Viminale la pensano allo stesso modo. ---


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