Un amante respinto aveva dato fuoco all’appartamento della donna al primo piano di una palazzina al centro di Lerici. Fumo e fuoco avevano raggiunto il piano superiore uccidendo una nonna e la nipotina di Bardonecchia.
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Bruciate vive in casa. Lo Stato non paga perché sono italiane
Nonna e nipotina erano morte a Lerici, ma per la Corte d’Appello i risarcimenti per i reati violenti spettano soltanto ai cittadini degli altri Paesi europei. Era il 2009 quando Antonella Geracitano e la nipotina Rebecca, di cinque anni, morirono nell’incendio della loro casa a Lerici. Da Bardonecchia erano andate in vacanza in Liguria e a ucciderle fu un amante respinto che appiccò un incendio nell’alloggio della ex compagna. Nonna e nipote, che vivevano nell’appartamento al piano di sopra, non ebbero scampo. L’assassino, Matteo Acerbi, venne arrestato e poi condannato a trent’anni di carcere. Sono passati otto anni da quella tragica notte del 16 maggio. E ora la Corte d’Appello del tribunale civile di Torino ha negato ai familiari delle vittime qualsiasi indennizzo da parte dello Stato. Secondo i giudici, la Direttiva europea che tutela chi subisce reati violenti intenzionali e che obbliga il governo a pagare un indennizzo a coloro che non vengono risarciti dagli autori dei crimini, non è applicabile al loro caso. Il motivo?
Le vittime sono italiane e per i togati la norma vale solo per gli stranieri. «Il diritto tutelato dalla direttiva – si legge nella sentenza – non è quello dei cittadini, ma quello dei residenti in altri Stati membri dell’Unione»...
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