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giovedì 27 luglio 2017

RenziPd, scoperti i conti in rosso...solo al 27/07...due giorni dalle ferie. Cassa integrazione per 174 dipendenti

Pd, conti in rosso. Cassa integrazione per 174 dipendenti

La misura proposta dal partito in un incontro con i sindacati e la rappresentanza dei lavoratori. Che propongono strade alternative. Cuperlo: "Notizie allarmanti, offro il mio supporto".

ROMA - Quando in un'azienda i conti sono in rosso si corre ai ripari tagliando i costi, compresi quelli del lavoro. E questo vale anche se l'azienda è un partito, nel nostro caso il Pd, e i lavoratori sono i 174 dipendenti che lo mandano avanti. Questa mattina in una riunione fra il tesoriere dem Francesco Bonifazi, i rappresentanti dei lavoratori e i sindacati, il Pd ha richiesto la cassa integrazione per 12 mesi per tutti i dipendenti del partito. L'intenzione è di dare avvio alla procedura ufficiale per l'utilizzo della Cig con l'apertura di un tavolo tecnico presso il ministero del Lavoro. Ma i lavoratori frenano e invitano a ponderare anche soluzioni alternative, come i prepensionamenti o i contratti di solidarità.

Secondo il Pd l'incontro di stamane si è svolto in un clima disteso e costruttivo e i lavoratori si sarebbero dimostrati consapevoli delle difficoltà in cui si trova il partito. Ma la versione dei dipendenti è un po' diversa: qualche tensione c'è stata, nessun lavoratore fa i salti di gioia quando gli viene proposta la cassa integrazione. Alla perplessità sulle modalità con cui il partito ha impostato la contrattazione con i lavoratori, si unisce anche il dispiacere per la tempistica: "Perché parlarne il 27 luglio, a ridosso delle vacanze estive?... Siamo sicuri che la Cig sia l'unica strada possibile?", si chiede Maurizio Chiocchetti, uno dei rappresentanti eletti dai lavoratori... Di fatto i dipendenti del Nazareno sono consapevoli della gravità della situazione finanziaria del partito, che ha un buco di 9 milioni sul bilancio del 2016 e conta di recuperarne 3 dall'introduzione della cassa integrazione. Il nuovo tesoriere Bonifazi nel dicembre 2013 ha ricevuto dal suo predecessore Antonio Misiani un partito in forte difficoltà, che aveva perso 10,8 milioni di euro dopo la chiusura dei rubinetti del finanziamento pubblico. Prima di arrivare a proporre la cassa integrazione ha resistito tre anni, praticando tagli fino all'80% su servizi e fornitori. La situazione è migliorata ma i conti ancora non tornano e non resta che mettere mano alla spesa per il personale. Che costa 8 milioni all'anno. Troppi, secondo il Nazareno, che calcola il costo medio per addetto in 5.500 euro contro i 3.300 di un dipendente della Cgil. Numeri che però vengono contestati dai lavoratori del Pd secondo cui il confronto è campato per aria: "Quella cifra comprende l'intero costo per l'azienda, compresi gli oneri contributivi, è scorretto parlare di "lordo", come abbiamo letto su qualche giornale", afferma Lucio Cafarelli della rappresentanza interna. "Abbiamo chiesto il quadro esatto degli stipendi - aggiunge Chiocchetti - e anche le età dei dipendenti per capire chi è più prossimo alla pensione. E fare un ragionamento compiuto".

Oltre ai suo dipendenti, il Nazareno ha intenzione di intervenire anche sui parlamentari "morosi". Ossia quelli che non hanno versato tutti i mesi al partito la cifra di 1500 euro, una regola -o meglio un dovere morale - sottoscritta nel momento in cui si accetta la candidatura alla Camera o al Senato. Qualcuno, incluso per sbaglio nell'elenco dei debitori, smentisce con forza. Come il renzianissmo Ernesto Carbone che specifica: "Non ho nessun debito, ogni mese dal mio conto parte il bonifico automatico al partito". Qualcun altro non conferma né smentisce, come Ugo Sposetti, ex tesoriere Ds: "È il minimo che poteva fare il Nazareno dopo la mia opposizione sui vitalizi. Sono tranquillo, le azioni miserabili rimangono tali". Chi, ancora, promette verifiche come il deputato Yoram Gutgeld, consigliere economico di Renzi e inventore degli 80 euro: "Se manca qualcosa, ovviamente integrerò". Altri, come Simone Valiante, chiedono di rateizzare il debito. Ma dovranno sbrigarsi a mettersi in regola, perché Bonifazi promette di far partire una lettera a tutti i morosi in cui minaccia di pubblicare i loro nomi sul sito del Pd, così come consentito dall'articolo 40 comma 5 dello Statuto. Altre entrate per i partiti, a parte il 2 per mille Irpef, non ce ne sono. Attingere agli stanziamenti pubblici destinati a gruppi parlamentari non è così automatico. Un'eccezione è stata fatta, ad esempio, in occasione della campagna di comunicazione per il referendum costituzionale. In compenso, diversamente che in passato, chi oggi guida i dipartimenti o chi fa parte della segreteria non prende stipendi aggiuntivi, che sia o meno parlamentare. Un taglio necessario attuato sin dalla prima segreteria 
renziana.

Fra i big democratici offre pieno sostegno ai lavoratori Gianni Cuperlo, esponente di minoranza del partito, che giudica "allarmanti" le notizie sulla cassa integrazione: "Tutto il gruppo dirigente deve responsabilizzarsi".---



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