di Sergio Rizzo - Il concorso della Banca d'Italia per 30 posti di vice assistente.
La corsa al posto fisso alimenta la fabbrica delle selezioni, che durano anni o finiscono al Tar come per Bankitalia.
Quanto grande sia la fame del posto fisso, nell'Italia dove la disoccupazione giovanile non si schioda dal 40 per cento o giù di lì, lo dice un numero: 393.413. Come se l'intera città di Bologna si fosse presentata in blocco per partecipare a soli due concorsi pubblici. Per la miseria di appena 830 stipendi: 800 da cancelliere, tanto da scatenare gli appetiti di 308.468 persone, e 30 vice-assistenti della Banca d'Italia, con 84.745 concorrenti. Ma la cifra sarebbe stata ancora più sorprendente se al concorso per quei posticini a via Nazionale non fossero stati esclusi in 76 mila diplomati. Ragion per cui sono già pronti i ricorsi per bloccare tutto.
I sindacati sono sul piede di guerra perché sostengono che tagliar fuori chi non è laureato sarebbe discriminatorio. E su come potrebbe andare a finire non si possono nutrire particolari dubbi, se è vero che il Tar aveva già bocciato la regola del bando che poneva come limite minimo per l'ammissione un voto di laurea non inferiore a 105...
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http://www.repubblica.it/economia/2017/07/04/news/il_paese_dei_concorsi_infiniti_100_milioni_al_mese_di_spesa_e_i_ricorsi_sempre_in_agguato-169903374/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P3-S1.8-T1
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