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lunedì 31 luglio 2017

Fincantieri, le condizioni di Calenda ai francesi. E RenziPd lo ignora ...anzi, «difende» Macron

Risultati immagini per foto di Calenda e Renzi

PS: << Il ministro Calenda: senza il 51% lasciamo >>.
 Il leader(?!?)DucettoRenziPd: << ...il presidente francese fa i suoi interessi, ma prima del referendum l’Italia era più forte in Unione europea>>...questo si che un Governo unito verso un futuro migliore...!
umberto marabese
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MARINA DI PIETRASANTA (Lucca) —«L’offensiva di Macron? Non dirò nessuna parola contro il presidente della Francia che stimo politicamente e come statista. Lui fa l’interesse del suo Paese e lo fa con grande forza. Era prevedibile dopo il successo che ha ottenuto alle elezioni. Quando in Italia il Pd vinse con il 40% le elezioni europee andammo a Bruxelles con una forza diversa. Che è cambiata dopo il referendum».
Il segretario del Pd Matteo Renzi, nell’arena strapiena della Versiliana, parla a 360 gradi su presente e futuro dell’Italia. Ma è soprattutto il rapporto politico con la Francia a catalizzare l’interesse della platea. E non solo dal punto di vista della politica internazionale. Macron, il centrista, osannato dal Pd dopo l’arrivo trionfale all’Eliseo, ha fatto scelte che in qualche modo hanno messo nell’angolo l’Italia. Ma Renzi non si scandalizza. «Sta facendo una battaglia su Fincantieri? Bene, le regole europee lo consentono — spiega Renzi —. Cerca rapporti con la Libia? Fa l’interesse della sua nazione. Tutto normale. In Europa le cose funzionano così. Noi, dopo aver stravinto con il 40% le Europee, ci siamo presi la flessibilità a sportellate. Eravamo forti e in Europa i rapporti di forza sono decisivi, hanno un peso importante»...

Una critica al governo Gentiloni? Renzi lo nega categoricamente: «Sta facendo bene — chiarisce —. Ma la sconfitta al referendum, come avevo annunciato prima del voto, ha cambiato i rapporti di forza anche in Europa». Fatto sta che i suoi toni appaiono molto diversi da quelli utilizzati nelle stesse ore da Carlo Calenda. Il ministro dello Sviluppo economico, anche lui in Toscana ma a Capalbio, dice che Macron «non è il campione dell’apertura», critica la condotta di Parigi nella trattativa su Stx («Non è un gioco da asilo d’infanzia dove si mostrano i muscoli») e chiarisce, rivolto ai francesi, quale sia la linea della «fermezza» italiana: «Non volete gli italiani al 51%? Gli italiani non vengono per meno dei coreani. Dopodiché gestitela per conto vostro e noi andiamo per la nostra strada».
Ma Renzi, che ha parlato per più di un’ora e mezzo, affrontando temi di politica nazionale («il rischio grave è quello di M5S e il Pd deve essere la diga contro questo populismo») non si sottrae a una domanda sull’inchiesta Consip e sulle nuove intercettazioni pubblicate ieri dal Fatto. «Io non so se il caso sarà ancora una volta archiviato dalla magistratura — dice — ma non posso non vedere delle strane coincidenze su queste storie giudiziarie. Mio padre, una volta che sono eletto presidente, è stato pedinato come un camorrista da una procura che pare abbia messo le microspie nella casa dove sono e ha fatto uscire intercettazioni non penalmente rilevanti di persone non indagate. C’è da augurarsi che sia stato trovato qualcosa. Perché non so che cosa accadrà se e quando mio padre venisse archiviato. Si parla di manipolazioni riguardanti il presidente del Consiglio, cioè io: e questo, se dimostrato, è un atto eversivo. Ma hanno lasciato più tracce di Pollicino. E soprattutto non riusciranno a fermarmi in questo modo».
Infine ancora uno sguardo all’Europa, stavolta con la lente del leader di partito. «In Francia i socialisti non sono andati oltre al 6% alle amministrative. Nel Regno Unito Corbyn ha perso bene. Il Pd italiano è l’unica vera speranza di vittoria del centrosinistra in Europa».

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