“Ucraina finalmente europea!”,mi scrive un lettore. E mi manda le foto della prima sfilata pederastica avvenuta a Kiev.
Il lettore ha creduto di fare una battuta sarcastica. Invece posso assicurare che non è uno scherzo. Riservatamente, fra le condizioni poste al regime di Kiev per “entrare in Europa”, è stato chiesto di far approvare al locale parlamento la legge sul matrimonio dei pervertiti, detto “unioni civili”. Di fronte al primo agghiacciato rifiuto della sbalordita giunta di Kiev – impossibile strappare in parlamento una maggioranza per questo – la risposta è stata: allora l’entrata nell’UE ve la sognate, perché questi sono i nostri valori....
Questa prima storica sfilata delle kulandre in Ucraina deve essere dunque parte del pacchetto concordato: da cui dipende tutto il resto, i viaggi senza visti, la protezione NATO, il fatto che Bruxelles sul Donbass continui a dar ragione a Kiev e torto a Putin… A vedere le quadrate legioni dei finocchi in fazzoletto rosa e le squadre dei sadico-anali in similcuoio e museruola , così palestrati, tutti uguali, provocatori e sicuri di sé (è vero che han dovuto esser protetti da cinquemila poliziotti, gli ucraini non sono ancora tanto maturi), viene persino da pensare che siano attori a noleggio, che esista una compagnia di giro che si produce in gay pride in giro per l’Europa a pagamento – un po’ come le Femen.
La protezione di 5 mila poliziotti mostra naturalmente il carattere totalitario delle operazioni europee: bisogna obbligare con la forza pubblica i popoli alla “libertà sessuale”.
L’Euro-sodomismo in espansione
Ma la liberazione totalitaria all’Est passa da un successo all’altro. Da qualche giorno la Serbia ha una lesbica militante capo del governo. Una notizia che Repubblica ha salutato così: “Svolta storica in Serbia: per la prima volta, nel Paese balcanico dove le tendenze omofobe sono storicamente forti e a volte violente, una donna dichiaratamente lgbt assume la guida del governo. Il giovane presidente eletto (ed ex premier) europeista e riformatore Aleksandar Vucic ha annunciato di aver scelto Ana Brnabic, dall’estate scorsa ministro della Funzione pubblica, quale suo erede alla guida dell’esecutivo”.
E’ chiaro dunque che anche questa nomina è stata pretesa da Bruxelles Berlino, come “segnale” dell’ “europeismo riformista” dei presidente Vučić: “ uomo molto potente: continua a mantenere un forte controllo sui media, sia attraverso l’apparato statale sia attraverso il controllo delle proprietà in mano ai suoi alleati oligarchi”, così viene descritto. Insomma un oligarca del passato sovietoide, ma ora legittimato “riformista europeo” grazie alla nomina della lesbica. Del resto, siamo giusti, che cosa lo distingue veramente dalla “democrazia” di Angela Merkel e di Macron? O di Gentiloni? Non mantengono anch’essi “un forte controllo sui media, sia attraverso l’apparato statale sia attraverso il controllo delle proprietà in mano ai suoi alleati oligarchi” confindustriali o finanziario speculativi?
La fondata speranza è che con la lesbica alla guida, la Serbia – alquanto recalcitrante – chieda (grazie al ricatto di rapporti economici con la UE) di entrare nella NATO e faccia piazzare i missili atlantici a ridosso della un tempo amica Russia, insomma partecipi all’accerchiamento. Da cui si vede che la “Liberazione delle Kulandre” fa tutt’uno col bellicismo atlantico; le nozze gay e le sfilate dei sadico-anali sono parte del pacchetto obbligatorio definito una volta per tutte. Seguirà l’obbligo di inviare truppe in Irak e Afghanistan,in Siria e dovunque li vuole Sion. Seguiranno, per la gioia degli ucraini e dei serbi, la teoria del gender nelle scuole per ordine delle autorità di Stato , i corsi di masturbazione forzata negli asili ai bambini di quattro anni, le 12 vaccinazioni obbligatorie ai neonati, il rialzo dei casi di autismo che noi già sperimentiamo; e non si dimentichi la forzata “accoglienza dei profughi e immigrati” a spese dei contribuenti locali, 4 miliardi l’anno da sottrarre ai poveri locali per darli a chi “assiste” i negri. Verrà anche lo “jus soli”, e tutto il resto. La dittaura dei kulattoni porta conseguenze anche impreviste, tutto un pacchetto.
El Papa onora in don Milani il pederasta
In Italia la neo-Chiesa s’ingerisce , attraverso il più ignorante dei suoi arroganti rappresentanti oligarchi, nella questione dello jus-soli: bollando di egoismo i parlamentari che hanno delle riserve. Come si permette? La concessione o negazione della cittadinanza è l’atto giuridico per eccellenza che spetta ai rappresentanti del popolo. Ma i media applaudono, ovviamente. Ce lo chiedono gli atei, i miscredenti, i progressisti ricchi, i laicisti che solo ieri gridavano alla “ingerenza della Chiesa” nelle faccende interne: bisogna “obbedire a papa Francesco”.
Il quale papa Francesco coglie proprio questo momento per glorificare don Milani, il “prete di Barbiana” tanto amato dai cattolici adulti e dalle sinistre progressiste, ma da anni alquanto dimenticato.
Grazie ad Elisabetta Frezza, capiamo meglio perché proprio ora: “Silvia Ronchey su Repubblica (clicca qui) ci ha informati che «Milani è il rampollo di un’alta borghesia ebraica di antico lignaggio, radicate posizioni liberali, sofisticate tradizioni culturali…che si fa traditore sia del proprio ceto, sia degli schieramenti autoritari della propria chiesa, un ebreo non praticante calamitato dalla letteratura, dalla poesia, dalla pittura fin da adolescente, artista bohémien dalla non celata omosessualità nella Firenze di fine anni Trenta”. Ed ecco qualche passo da “l’epistolario di don Milani, che ora dovrebbero figurare nel Meridiano di prossima uscita: “E so che se un rischio corro per l’anima mia non è certo di aver poco amato, piuttosto di amare troppo (cioè di portarmeli anche a letto!)” – e poco più avanti, in una lettera a un giornalista poi suo biografo: “E chi potrà amare i ragazzi fino all’osso senza finire di metterglielo anche in culo, se non un maestro che insieme a loro ami anche Dio e tema l’Inferno .
Di questo prete ebreo che lo vuol mettere in culo ai suoi ragazzi, Bergoglio ha voluto rinfrescare la glorificazione che era andata spegnendosi, con queste parole: : «Mi piacerebbe che lo ricordassimo soprattutto come credente, innamorato della Chiesa anche se ferito, ed educatore appassionato con una visione della scuola che mi sembra risposta alla esigenza del cuore e dell’intelligenza dei nostri ragazzi e dei giovani» (clicca qui). La fama di Don Milani era andata un po’ a pallino anche a causa dello scandalo pedofilo del Forteto, dove seguaci dei metodi educativi del prete ebreo omosessuale effettivamente lo “mettevano in culo” ai bambinelli, e non per metafora.
El Papa ha scelto proprio questo momento – l’avanzata del totalitarismo sodomitico – per riglorificarlo.
Pensate che sia un caso? Una coincidenza? Che Bergoglio sia mal consigliato? Ma niente affatto. Subito la Fedeli, quella ministra ignorante messa a guidare la “scuola” al solo scopo di imporre la teoria gender, “raccoglie con soddisfazione «l’invito di Papa Bergoglio: ricorderemo don Milani e lo renderemo protagonista di una memoria attiva», prendendolo a modello del «vero educatore appassionato di una scuola aperta ed inclusiva» (clicca qui).
Insomma bisogna dar ragione alla Frezza. Con Bergoglio “ si è finalmente realizzata la collaborazione piena e manifesta tra super-stato e neo-chiesa nel promuovere anche questo punto estremo dell’agenda sovranazionale partorita dalle élite mondialiste. Dopo l’adesione ad ambientalismo, immigrazionismo, salutismo sessuale e riproduttivo, femminismo e omosessualismo, l’ambíto traguardo dell’abolizione della cristianità richiede che sia derubricato l’abominio pedofilia anche presso i sacri palazzi e a beneficio dei residenti”.
“Il katechon si è tramutato in volano di ogni perversione dell’ordine naturale”. El Papa allinea la chiesa gerarchica nel nuovo ordine del vizio e dell’arbitrio totale, ancora una volta : obbligatorio. Non siete, non siamo liberi di opporci. E nemmeno di sapere la verità.
Ordine della Merkel: mentire sui migranti
Spero abbiate letto lo scoop (ne parla Marcello Foa) del Corriere del Ticino, che ha rivelato un documento riservato del Bundeskriminalamt (BKA) la Polizia criminale tedesca. Si intitola «Come agire in presenza di attacchi terroristici” e contiene le linee guida sulle informazioni da trasmettere alla stampa” nell’anno elettorale, dove la Merkel deve vincere le elezioni:
Ecco l’esordio del documento della polizia tedesca:
“Nell’anno elettorale 2017 non ci sarà alcun attentato, almeno se si sarà in grado di evitarlo. Ciò significa che, non importa quanto siano sicuri dei fatti i funzionari in campo, davanti alla stampa e all’opinione pubblica, per cominciare, si deve negare sempre tutto. Lo staff di consulenza del Governo ha bisogno di tempo per illustrare l’accaduto e per mettere insieme un racconto credibile agli occhi dell’opinione pubblica».
«Le lettere di rivendicazione devono essere citate solo se necessario, ma senza fornire particolari. In caso di dubbio, escludere l’attacco terroristico. Divulgare la teoria dell’autore singolo, come pure quella della persona psichicamente disturbata. In aggiunta: evitare sempre, per cominciare, di parlare di IS (Stato islamico, n.d.r.) o di Islam».
La Cancelleria ha ordinato alla polizia di fornire cifre falsesull’immigrazione clandestina:
La percentuale degli ingressi illegali è cresciuta del 70%. I colleghi italiani prevedono l’arrivo di circa 350 mila, fino a 400 mila migranti dall’Africa nell’anno 2017. Verso l’esterno, alla stampa e ad altri media, indichiamo una cifra di 250 mila unità».
La verità è ben diversa, riconosce la polizia:
Dieci milioni di visitatori stranieri all’anno entrano in Germania con passaporti falsi o rubati. In tal senso è possibile correlare la quantità di passaporti rubati con Al Qaeda (IS) e le attività terroristiche islamiste».
I reati di diritto comune commessi da immigrati sono aumentati spaventosamente, riconosce il documento: “ Nel 2015 erano 309 mila, nel 2016 sono saliti a 465 mila”.
Soprattutto: «Mai parlare di migranti economici. La sollecitazione giunge direttamente dal ministro della Cancelleria e dal portavoce del Governo. Queste indicazioni sono tassative, per chi non le rispetta sono previste sanzioni severe, procedure disciplinari e il licenziamento dalla polizia».
Capito? Ogni libertà per le kulandre corrisponde alla perdita di libertà per i poliziotti, e alla falsificazione delle notizie da passare ai media. Tout se tient, è tipico del totalitarismo.
Secondo i sondaggi, la CDU della Merkel avrà la maggioranza assoluta. Anche questo è tipico: ogni totalitarismo si regge sulla complicità delle masse, persino sul loro entusiastico appoggio.
Anche in America, Justin Raimondo (celebre blogger di Antiwar.com) scopre la strana realzione fra LGBT e totalitarismo. Torna sul caso del militante democratico fanatico, James T. Hodgkinson, che ha sparato ai parlamentari repubblicani, ferendone gravemente uno (Scalise) per essere poi abbattuto. Dal suo profilo Facebook, si rileva che l’assassino era un fervido ammiratore di Rachel Maddow, la presentatrice di gran successo della MSNBC, network della tv mainstream. Ebbene: questa MAddow è una lesbica militante e sfegatata, che propaganda il LGBTQ, e nello stesso tempo organizza trasmissioni di un anti-putinismo delirante. Proclama che Trump è un agente russo, proclama la necessaria guerra contro Mosca. Justin Raimondo constata: il LGBTQ ha superato addirittura i neocon, che sulla questione di Putin sono alquanto divisi. La kulandra collettiva odia Putin in modo folle, il che è logico: sente in lui l’esponente internazionale di una tradizione e di una etica inconciliabile con il totalitarismo del vizio e del male.
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