Condivido la lettera aperta di don Antonio Salone...<< ...conta l’etica, avere disinteresse in affidamento appalti">>:
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La politica, al pari di una opera d'arte, non è fondamento a sé
stessa: alla base delle sue scelte progettuali e operative va posta
l’etica, supportata ovviamente dalle varie competenze nel settore.
Fondamentalmente sono due le possibili modalità amministrative della
cosa pubblica:
- Ponendo al primo posto il Bene comune, vengono ridotte al massimo le spese di gestione per destinare la maggior somma alla realizzazione delle opere e delle iniziative di pubblica utilità, e cioè fruibili da tutti i cittadini;
- Proponendosi invece come obiettivo primario il bene personale di pochi, si attinge nelle casse degli Enti locali per soddisfare gli interessi dei suddetti pochi… fortunati.
- Ponendo al primo posto il Bene comune, vengono ridotte al massimo le spese di gestione per destinare la maggior somma alla realizzazione delle opere e delle iniziative di pubblica utilità, e cioè fruibili da tutti i cittadini;
- Proponendosi invece come obiettivo primario il bene personale di pochi, si attinge nelle casse degli Enti locali per soddisfare gli interessi dei suddetti pochi… fortunati.
La prima modalità viene scelta da chi – infranto lo specchio tossico di Narciso e lasciandosi guidare da sentimenti di umanità e, se cristiano, di evangelico altruismo – svolge l’attività governativa o amministrativa come un servizio reso alla comunità, e si lascia ripagare, al termine del mandato, dalla sola soddisfazione di aver reso la nazione o il territorio più vivibile per tutti ed economicamente più sviluppato....
La seconda
modalità viene invece adottata da chi considera il potere come una
ghiotta opportunità per curare gli interessi propri, di parenti e di
amici (per lo più, questi ultimi, ex liberi cittadini ridotti a
sudditi) e per distribuire regalie o microrealizzazioni ad
associazioni e a gruppi vari (gente avvicinata, specie in vista delle
elezioni…) nonché a persone occupanti posti di potere, sempre
utili all’occorrenza … Così per i servizi e le strutture
comunitarie mancheranno sempre i soldi.
È uno stile che,
al netto di azioni violente, è praticamente sovrapponibile a quello
mafioso. I candidati psicologicamente incapaci di apprezzare e quindi
di gustare la gioia di aver realizzato strutture, servizi ed
iniziative fruibili indistintamente da tutti i cittadini (è questo
in concreto il bene comune), mancano di una qualità fondamentale per
affidargli le sorti di un popolo.
Purtroppo
io noto con amarezza che spesso anche il popolo antepone il bene del
singolo a quello generale, e chiede con stucchevole insistenza
interventi relativi al proprio familiare, al vicino marciapiede o al
lampione dinanzi alla propria casa … disinteressandosi
completamente e defilandosi quando sono in ballo opere di interesse
comunitario. Andiamoci piano con il “santificare” il popolo! “Il
bene comunitario, che sia bene di tutti e di ciascuno, è il punto
centrale di tutta la concezione politica cristianamente ispirata”.
Questa affermazione del Catechismo sociale cristiano – che riassume
un tratto essenziale della Dottrina sociale della Chiesa –
costituisce un preciso riferimento per chi voglia esprimere un voto
eticamente motivato.
I candidati
infatti, secondo la morale cristiana, vanno eletti non per favori
personali ricevuti o che si spera di ottenere, ma per la loro volontà
di promuovere il bene comune: è questa la vera professionalità che
viene richiesta agli amministratori, qualunque sia la loro
appartenenza a partiti o a raggruppamenti elettorali. La più grande
risorsa politica ed economica non è la politica né l’economia, ma
qualcosa di diverso: l’etica!
Al buon politico
pertanto si deve chiedere di usare intelligenza e cuore per
individuare le priorità di intervento, di esigere una ragionevole
celerità nei vari adempimenti burocratici (quanti euro bruciati da
ingiustificabili lentezze!), di mostrare intuito e di basarsi sulla
meritocrazia nella scelta dei collaboratori e dei funzionari, di
usare rigore nelle procedure delle assunzioni (pensiamo a quanti
aspiranti capaci e bisognosi vengono superati da altri solo perché
raccomandati o perché i concorsi sono stati furbescamente
“confezionati” per i predestinati!), trasparenza e disinteresse
nelle assegnazioni degli appalti.>>-------
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