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martedì 18 aprile 2017

Il governoRenziGentiloniPd dimezza i congedi per i papà: erano quattro giorni, ora si torna a due<< Cari padri, facciamo insieme i genitori: prendete anche voi il congedo volontario>>

L’annuncio dell’Inps: «La misura non è stata prorogata»

Il governo fa dietrofront sui congedi facoltativi per i papà. L’annuncio — ripreso oggi dal quotidiano La Stampa — è arrivato dall’Inps: «La misura non è stata prorogata». L’ anno scorso i giorni di permesso per i padri lavoratori dipendenti erano quattro: due obbligatori e due facoltativi (da sottrarre però a quelli concessi alla mamma). Da quest’ anno, invece, si torna a due (solo quelli obbligatori). Lo stop è stato confermato dall’Inps dall’Inca, il patronato della Cgil, che nelle scorse settimane aveva interpellato l’istituto per capire come procedere. La possibilità di fruire di quei due giorni in più, facoltativi, «si ferma ai soli figli o figlie nati, adottati o in affidamento nel 2016». Sì perché «questa opportunità era stata introdotta in via sperimentale dalla riforma del mercato del lavoro del 2012 ed è stata prorogata per il 2016 con la legge di Stabilità a cui però non è seguito un analogo provvedimento nella legge di Bilancio di quest’anno».



http://www.corriere.it/economia/17_aprile_18/governo-dimezza-congedi-papa-erano-quattro-si-torna-due-8b454570-2403-11e7-9ccc-1412672da04e.shtml
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La conciliazione tra lavoro e famiglia (Rapporto Istat presentato il 28 dicembre 2011)
Per gli uomini poi subentra, oltre alle classiche questioni legate alla carriera e al lavoro, un problema di immagine: il mammo fa paura. 
di 

Papà state a casa. Si, avete capito bene. Siamo un po’ stanche di nascondere la fede al dito in fase di colloquio, stanche di dover rispondere alle solite domande tipo...
“Ma hai intenzione di fare figli a breve?”,
stanche di accontentarci di bonus per le assunzioni alle donne, festeggiandoli come se non fossimo una risorsa per la crescita del Paese.
Alle aziende conviene eccome assumere le donne (indipendentemente dai bonus fiscali). Per carità, l’intervento inserito in manovra dal governo Monti per incentivare le assunzioni femminili è molto positivo, ma non è abbastanza. Perché tutto (o molto) parte da lì: la maternità. Per le imprese viene vista come un peso, un handicap, un costo, anche se a pagarla è l’istituto di previdenza. E per le donne lavoratrici?
Beh oggi, almeno in Italia, è come se la genitorialità fosse solo affar nostro.
A quanti uomini in fase di colloquio viene guardato l’anulare? A quanti viene chiesto se hanno intenzione di diventare padri e a quanti viene fatto firmare un foglio di dimissioni in bianco?
E allora mi rivolgo a voi, papà. Il mio è un appello affinché prendiate il congedo di paternità volontario. Solo quando la genitorialità sarà equamente distribuita tra donne e uomini, le cose potranno cambiare. Perché, ed è bene che ve lo ricordi, oltre alla maternità obbligatoria, c’è anche la maternità/paternità volontaria ed è il caso che vi interessaste di più a questo strumento. Basta dare un’occhiata ai dati pubblicati dall’Istat nel mese di dicembre sul tema “conciliazione”:
nel secondo trimestre del 2010, il 37,5% delle madri occupate ha interrotto temporaneamente l’attività lavorativa, dopo la nascita del figlio più piccolo, per almeno un mese. Volete sapere quanti papà hanno fatto la stessa cosa? L’1,8% degli uomini.
Il tempo passa, la società si evolve, ma le cose, almeno su questo argomento, non cambiano (o cambiano molto poco). “La normativa sui congedi parentali non viene comunicata in azienda – spiega Francesca Zajczyk, professore di sociologia all’Università Bicocca e delegata per il comune di Milano alle pari opportunità – e i neopadri non sono incentivati ad utilizzarla. Secondo una ricerca recente su un campione di aziende lombarde, nel 29,3% delle imprese la percentuale di utilizzo del congedo da parte dei papà è inferiore al 5%. Per gli uomini poi subentra, oltre alle classiche questioni legate alla carriera e al lavoro, un problema di immagine: il mammo fa paura”.
Ma allora perché non rendere obbligatorio il congedo per i papà così come lo è per le mamme? Alessia Mosca, deputata della XVI legislatura, ci ha provato e ha presentato una proposta di legge che introduce l’obbligatorietà di quattro giorni di congedi di paternità sul modello dei daddy days inglesi. A che punto è la proposta? “È stata discussa nella precedente commissione lavoro della Camera dei deputati e ora stiamo premendo affinché possa essere rimessa in calendario questo mese – spiega –. Sappiamo benissimo che quattro giorni sono pochissimi ma in Portogallo dove esisteva una legislazione molto simile alla nostra, è stata adottata dal 2002 una legge vicina a questa proposta. Il risultato è che non solo i papà prendono un congedo obbligatorio alla nascita del proprio figlio, ma prendono anche quello facoltativo passato dal 2 al 22%”.
“I quattro giorni servirebbero a rompere uno schema – aggiunge Zajczyk – e ad andare oltre la centralità del ruolo femminile nella genitorialità. È vero, alla base del problema ci sono ragioni biologiche, ma soprattutto nodi culturali”.
Che sarebbe ora di sciogliere. Lo chiedono le donne di #2eurox10leggi raccontate in questo blog da Rita Querzè, lo chiedono anche i papà (intelligenti) come il collega Stefano Jesurum che qui ha rivendicato il diritto di essere un mammo. Ma a chiederlo, dovrebbe essere la società civile tutta.
 E voi, cosa ne pensate?
 twitter: @corinnadecesare



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