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sabato 18 febbraio 2017

Maurizio Blondet - "A FRANCE’, SE NON TI RISPETTANO C’E’ UN MOTIVO…"!


A  FRANCE', SE NON TI RISPETTANO C'E' UN MOTIVO...     


Lo so, qualcuno di voi l’avrà già vista, ne ha scritto anche  il Messaggero, naturalmente con l’indignazione d’ufficio contro  “i tradizionalisti anti-Bergoglio” che si oppongono alle “aperture misericordiose dal Papa Buono”.  Infatti qui la pasquinata postmoderna  – che corre su Youtube –  consiste in una  satira  puntata contro la Amoris Laetitia,  con cui El Papa consente la  Comunione agli adulteri.  Sul motivo della famosa canzone di Dean Martin che mischiava americano ad espressioni italiane-broccoline, “That’s Ammore” (questo è amore), i tradizionalisti americani (sono i Pro-Life che s’impegnano  da decenni contro gli aborti) gliela cantano e gliela suonano a “Francé”.
“Quando la Chiesa finisce sugli scogli e divide il popolo, Questo è Amoris!”....







“Quando le omelie del Papa  insultano ogni giorno tutti e la Curia – Questo è Amoris!”



Quando quattro cardinali scrivono ma non ottengono risposta – Questo è Amoris!”




“Quando  si accusa chiunque se  legge  “fake new”    di  coprofagia,  Questo è Amoris!”







“Il clima di paura costruito in quattro anni [in Vaticano]  – Questo è Amoris!


La canzoncina beffarda dice di più: che il documento Amoris Laetitia è stato scritto dalla Mafia di San Gallo (That’s Amoris!), la congiura di prelati modernisti che prepararono occultamente l’elezione di Berglio al Conclave; che Kasper è un “sereno” eretico;  che il  Papa non risponde alle petizioni e suppliche con migliaia di firme.   Godetevela tutta:
Guarda ed ascolta il Video:

Se  a qualcuno lo scherno sembra una mancanza insopportabile di rispetto verso “Francesco”,  è perché non sa fino a che punto la Junta che lui ha instaurato in Vaticano manchi  di rispetto all’onestà.

Un Papa che fa imbrogli  è un Papa?

Diamo solo l’ultimo caso, gravissimo. In passato e fino a oggi, i divorziati risposati, per la Chiesa,  potevano accedere alla Comunione, purché vivessero “come fratello e sorella”.  Ora, è   volontà di Francesco – espressa ambiguamente nella Amoris  Laetitia  –   far accedere all’Eucarestia i  divorziati conviventi senza chiedere loro che si astengano dagli atti sessuali.
Va bene. Ma occorre una qualche giustificazione ad un sì grande cambiamento, rivoluzionario. Qualche giorno fa, El Papa ha fatto rispondere al cardinal Francesco Coccopalmerio, presidente del pontificio consiglio per i testi legislativi, che ha scritto un volumetto  che  vorrebbe essere l’interpretazione autentica di Amoris Laetitia. Lì il  permesso ai semplici conviventi di prendere la Comunione   anche facendo sesso, viene giustificata con una frase di una vera enciclica, Gaudium et Spes, che al n.  59 recita: “…dove è interrotta (testo latino “abrumpitur”) la intimità della vita coniugale”, quindi è interrotto il compimento degli atti coniugali, “non è raro che la fedeltà sia messa in pericolo e possa venir compromesso il bene dei figli… l’educazione… il coraggio di accettarne altri”.
Coccopalmerio applica questo a tutti i divorziati non sposati: “Qualora l’impegno di vivere come fratello e [..] determini difficoltà, i due conviventi sembrano di per sé non obbligati, perché verificano il caso del soggetto del quale parla il n. 301 con questa chiara espressione: ‘si può trovare in condizioni concrete che non gli permettano di agire diversamente e di prendere altre decisioni senza una nuova colpa’”. Nella sua esortazione apostolica, Papa Francesco fa anche lui cenno a questo passaggio del Concilio: “La Chiesa possiede una solida riflessione circa i condizionamenti e le circostanze attenuanti”.

Il  punto è che  la Gaudium et Spes si riferisce esplicitamente ai coniugi  cristiani, ossia agli sposati con il sacramento del Matrimonio, e non già  a conviventi more uxorio.  E’ agli sposi veri che la saggezza della Chiesa “sconsiglia” di vivere come fratello  e  sorella,  sapendo che la fedeltà può esser messa in pericolo da uno dei due coniugi. La castità assoluta infatti è sconsigliata, quando due sono  legittimamente  sposati.
Ora, appoggiare la voglia di Bergoglio di  aprire ai conviventi l’Eucarestia sulla Gaudium et Spes,  è evidentemente una truffa. Una disonesta alterazione e falsificazione. Volontaria, ed anche goffa.
Qui, non è più in questione la Comunione ai conviventi more uxorio,  ma se possibile una cosa più grave ancora:  che  il Papa fa trucchi. Che mente su cose sacre, e  gioca  senza scrupoli la salvezza delle anime,  perché un cristiano ha presente che l’Eucarestia è il corpo di Cristo, e non si può riceverlo se si è in peccato mortale  (e la convivenza  lo è).  Un papa che inganna i  fedeli agganciando la sua innovazione ad una pretesa autorità di un’enciclica precedente,  la quale invece dice tutt’altra cosa.
Del resto questa volontà di ingannare e fare sotterfughi era stata confessata involontariamente dal prelato  modernista  Bruno Forte,che aveva partecipati ai sinodi sulla famiglia voluti da El Papa,  quando raccontò che Francesco aveva detto loro:  “Se parliamo esplicitamente di comunione ai divorziati e risposati, questi non sai che casino che ci combinano. Allora non ne parliamo in modo diretto, fai in modo che ci siano le premesse, poi le conclusioni le trarrò io”.
Un papa che imbroglia così, dobbiamo ritenerlo papa? Inchinarci alla sua autorità?   La sua autorità  è garantita da  Repubblica e esaltata  dai media, che lo lodano e lo inneggiano  e incensano senza fine, per ovvi motivi. Ma per un cristiano, è un imbroglione a cui non si deve alcuna particolare obbedienza, e meno ancora rispetto.  Un cristiano può solo far  sua la conclusione seria della satira:

Regina del Cielo, prego, intervieni! Difendici!



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