Lo scontro ha raggiunto il livello di guardia. Dopo che gli USA hanno
chiuso ogni canale in Siria, Mosca solleva tutte le questioni globali.
http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=126584&typeb=0&putin-sfida-obama-e-ora-possiamo-preoccuparci
di Marcello Foa.
Attenzione, lo scontro
tra la Russia e gli Stati Uniti ha raggiunto il livello di guardia.
Quella in corso è di fatto già una guerra, indiretta, combattuta per
interposta persona, dunque tramite Assad da una parte e i
fondamentalisti islamici dall'altra.
L'Isis, come sappiamo, è
solo un pretesto: se volessero distruggerlo davvero ci sarebbero già
riusciti. Ma c'è dell'altro: Washington è determinata a piegare la
resistenza di Putin in Siria e a più ampio raggio anche a Mosca.Il vero obiettivo della
Casa Bianca è proprio il capo del Cremlino, che è considerato come il
maggiore ostacolo al disegno di dominio euroasiatico. "He must go", ripetono a Washington. Putin lo sa e per questo
resiste in Siria. Vuole dimostrare al mondo di saper tener testa alla
Casa Bianca e di saper rispettare le alleanze anche fuori dai confini.
Combatte per Assad ma anche, forse soprattutto, per se stesso: per non
essere costretto a cedere a Mosca.
Leggete attentamente la dichiarazione diramata ieri dal Cremlino:....
Leggete attentamente la dichiarazione diramata ieri dal Cremlino:....
Putin chiede che gli
Stati Uniti abbandonino «la politica ostile» nei confronti della
Federazione Russa, intendendo con questo: l'abolizione della cosiddetta
Legge Magnitskij (sanzioni decise a Washington contro i protagonisti del
caso dell'avvocato Serghej Magnitskij, morto in carcere a Mosca nel
2009) e delle sanzioni imposte per il ruolo assunto dai russi nella
crisi ucraina; e la «compensazione dei danni subìti dalla Federazione
Russa come conseguenza delle sanzioni». Tutto questo, ha commentato il
ministero degli Esteri russo, è un monito rivolto all'America, che «non
può trattare la Russia da una posizione di forza».
Mosca, è scritto nella
dichiarazione, è pronta a riprendere l'implementazione delle intese
nucleari se Washington «eliminerà completamente le ragioni dello
squilibrio politico, militare ed economico nel mondo. I passi che la
Russia è stata costretta a compiere non intendono peggiorare le
relazioni con gli Stati Uniti. Vogliamo che Washington capisca che non
puoi con una mano introdurre sanzioni contro di noi, relativamente
indolori per gli americani, e con l'altra mano continuare a cooperare
nei settori in cui fa comodo. L'amministrazione Obama ha fatto di tutto
per distruggere l'atmosfera di fiducia che avrebbe incoraggiato la
cooperazione».
Mosca delinea con
straordinaria chiarezza la propria posizione, dice a Washington che è
finito il tempo dei distinguo diplomatici e che non accetterà il doppio
linguaggio di Washington. O la pace è globale e totale o non se ne fa
nulla.
La crisi è giunta a un punto molto critico. C'è da preoccuparsi.--------
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