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martedì 25 ottobre 2016

huffingtonpost.it - Mancette Referendarie:"Centinaia di milioni ai trasporti di campania e molise, soldi agli "amici".

MATTEO RENZI
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 Centinaia di milioni ai trasporti di campania e molise, soldi agli "amici" agricoltori e imprenditori. Con un occhio al 4 dicembre per il Referendum....!
C’è pure una mancia referendaria per i trasporti campani e molisani, per macinare consenso in quel Mezzogiorno in cui, al momento, è avanti il no. All’articolo 11 si legge: “A copertura dei debiti del sistema di trasporto regionale su ferro è attribuito alla Regione Campania un contributo straordinario, nel limite di 600 milioni di euro per l’ano 2016, per far fronte ai propri debiti verso la società EAV”. Altri 90 milioni invece vanno al Molise per coprire i debiti con Trenitalia. Il decreto fiscale è arrivato alla Camera, col suo carico di mance. Fondi a pioggia per settori, categorie considerate strategiche in vista del 4 dicembre. Tra i funzionari del bilancio è scattato l’effetto deja-vu, dei bei tempi delle finanziarie elettorali che facevano lievitare la spesa.
Piatto ricco anche per Ferrovie dello Stato, diventato dopo lo scorso giro di nomine uno dei pilastri del potere renziano, con la nomina ad amministratore delegato di Renato Mazzoncini, voluto direttamente da Palazzo Chigi : “È autorizzata la spesa di 320 milioni di euro per l’anno 2016 per il contratto di servizio con RFI”. RFI, dove l’amministratore delegato è Maurizio Gentile, abruzzese di nascita, poi approdato a Firenze nel 1991, quando ricoprì la carica di capo Ufficio Opere civili di Firenze. E questo è solo l’antipasto dei fondi a FS, perché nella legge di bilancio arriverà qualche altro miliardo, come in ogni manovra. Almeno un paio salvo poi, sussurrano i maligni “parlare di privatizzazione per il resto dell’anno”......

Ci sono poi una trentina di milioni per le imprese agricole, dopo la grande mobilitazione della Coldiretti sul referendum, sotto la sapiente regia dell’ex ministro Paolo De Castro. E quelli per Confindustria, il cosiddetto rifinanziamento del fondo di garanzia PMI, sotto la sapiente regia di Carlo Calenda: “Confindustria – commentò D’Alema leggendo le prime cifre - si era già schierata per il sì quindi è anche giusto che avesse i suoi ritorni, diciamo”. E il cinema? Altri 30 milioni.
Fondi anche per “l’attivazione, la locazione, la gestione dei centri di trattenimento e di accoglienza per stranieri”: 600 milioni per il 2016. I critici sono pronti a dire che è una cifra bassa e congiunturale, buona per andare in tv in giorni di allarmi profughi e dire che il governo sta rispondendo al disagio che arriva dal paese. Resta il problema del business dei centri di accoglienza che ha riempito i giornali negli ultimi anni proprio per il meccanismo che vede fondi a pioggia a monte e capanne e casette fatiscenti a valle, dove vengono ricoverati gli immigrati. Lampedusa, Cara di Mineo. In mezzo le responsabilità della politica spesso sotto inchiesta, come nel caso di Giuseppe Castiglione il potente sottosegretario indagato proprio sul Cara, e grande macinatore di in voti in Sicilia.
In attesa della lettera dell’Ue sui conti italiani, attorno al decreto fiscale aleggiano già parecchie domande. La prima è dove sia la necessità e urgenza dei fondi a pioggia, per tutte le misure elencate. La seconda è sulle coperture. La “manovrina” – così viene chiamato il decreto fiscale – viene finanziata quest'anno con 417 milioni di tagli ai ministeri, con la riduzione di 1,6 miliardi del cosiddetto “fondo Boschi”, quello che una volta a Chigi chiamavano “fondo Gianni Letta”. Per l'anno prossimo invece il piatto forte viene dalle una tantum. La stima è di 2,3 tra voluntary e cartelle e recupero evasione. Il problema è che qui è il cuore della tensione con Bruxelles: “Come si fa con una tantum – si chiedono i tecnici di Bruxelles – ad assicurare coperture per i prossimi anni?”. Una volta si sarebbe potuta fare una clausola di salvaguardia, ma ora, dopo la riforma della legge di bilancio, non è più possibile. E ora, la lettera (da Bruxelles).


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