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mercoledì 28 settembre 2016
A fine anno..."prelievo forzoso sui conti correnti dei correntisti"...per pagare i salvataggi di Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti
Si prepara una nuova stangata. Blitz di almeno due istituti: aumentati i costi di gestione per finanziare il salvabanche.
Si prepara una nuova stangata: quella per
pagare i salvataggi di Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara e
CariChieti e altri istituti minori in dissesto. Finora lo hanno già deciso due tra le
principali banche italiane: Ubi e Banco Popolare. Altri, come Unicredit,
hanno alzato i costi di alcuni profili di conto corrente, pur negando
che, una simile manovra, sia collegata alta crisi dei quattro istituti
di credito. A scoperchiare il calderone è stato ieri il quotidiano online Linkiesta. Il Giornale ha contattato i tre istituti coinvolti, ricevendo conferma da parte di Banco e di Ubi.
Più
in dettaglio, Banco Popolare sta informando i correntisti (a cui è
riconosciuto il diritto di recesso) che sarà imposta una tassa una
tantum di 25 euro da pagarsi a fine dicembre. «Ci siamo trovati a dover
pagare 152 milioni di euro circa al Fondo di Nazionale di Risoluzione
(che, in caso di default, copre il singolo correntista fino a 100mila
euro), rispetto alle poche decine di milioni che versavamo abitualmente.
Abbiamo preferito affrontare con chiarezza la situazione piuttosto che
inserire dei costi nascosti tra le righe dei contratti» affermano fonti
vicine all'istituto veronese.....
Quanto a Ubi Banca, il quinto gruppo
bancario italiano, interpellato in merito fa sapere che: «L'incremento
di 12 euro annui del canone dei conti correnti non è legato a tassi di
interesse bassi o negativi o alle condizioni generali dell'economia, ma a
un vero e proprio aumento dei costi di produzione che la banca sostiene
per detenere i depositi della clientela. Tra questi anche il fondo
interbancario. Costi che nel solo 2016 ammonteranno a circa 60 milioni e
che in precedenza non c'erano. Questi costi verranno condivisi con i
clienti (il recupero degli stessi per la banca non è integrale) che in
cambio ne riceveranno una sorta di ulteriore assicurazione» sostengono
fonti interne.
Il Fondo, secondo quanto previsto dalle direttive
europee (2014/49/UE e 2014/59/UE), costituisce preventivamente le
risorse necessarie affinché, nel caso in cui si verifichi il dissesto di
una banca, sia assicurato un rimborso delle somme depositate dai
clienti entro il limite massimo di 100mila euro. Ma, se il Fondo
Interbancario è sostenuto da tutte le banche presenti sul territorio
nazionale in modo proporzionale alle rispettive dimensioni dei singoli
istituti di credito, c'è da attendersi che, la tassa sui conti, più o
meno diretta, venga imposta, quanto prima, anche da tutti gli altri
istituti.
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