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mercoledì 6 luglio 2016

Aleksandr Dugin - Brexit: l'Europa sta sprofondando nell'abisso



L'intera architettura del mondo cambia, perché cambia uno dei poli della civiltà europea. Intervista al geopolitologo e filosofo russo Aleksandr Dugin.

- La domanda è: e adesso che succede?
Dugin (D): il ritiro del Regno Unito dall'Unione europea è un evento di portata epocale. L'intera architettura del mondo sta cambiando, perché non è solo uno dei paesi europei, è uno dei poli della civiltà europea. E se l'Inghilterra dice che è fuori dall'Europa, fuori dalla UE, ciò significa che muta il giudizio di valore sulla UE. La cosa più importante è che nessuno permetterà un'Europa senza la Gran Bretagna. Si può dire che è la fine di questo spazio di civiltà.

- Si può considerare questo evento un revival dello sciovinismo inglese o solo il frutto di una serie di problemi che hanno avuto negli ultimi tempi?
D: L'Inghilterra non ha né le risorse, né il desiderio, né la possibilità di giocare un ruolo davvero importante. Il centro della civiltà occidentale è stato posto negli Stati Uniti dopo la seconda guerra mondiale..... Quello che abbiamo visto in Europa negli anni '70-'80, quando è iniziato il processo di unificazione europea, non è stato il risultato di una volontà europea bensì della civiltà atlantica che ha il suo centro negli Stati Uniti. Gli americani hanno concepito il progetto di porre l'Unione europea sotto il loro controllo, e oggi, nei fatti, dismettono tale progetto. L'Inghilterra era il polo filo-americano più fedele all'interno dell'UE, e se l'Inghilterra esce dalla UE, non è per inaugurare nell'Unione un polo continentale franco-tedesco.

- E' un avvertimento dalla Gran Bretagna verso Unione europea e americani per rimettere in discussione le regole del gioco?
D: Le regole del mondo globale non possono essere violate da nessun Stato sovrano, in particolare l'Inghilterra, che non è più una grande potenza. In realtà, la capacità di gestione del mondo è in mano solo agli Stati Uniti. L'Inghilterra può essere insoddisfatta per certe cose; sono affari suoi, è un diritto sovrano. Ma se l'élite globale ha reso possibile un Brexit, significa che domani potremmo vedere Francia, Germania, Italia ritirarsi dalla UE...
Non credo possibile un ritorno agli Stati nazionali, come era in Europa con il sistema westfaliano. Stiamo parlando di qualcos'altro. Nessuno consentirà all'Europa di tornare alle condizioni esistenti prima dell'attuale processo di integrazione. Penso che potremo vedere ulteriori processi, molto inquietanti, per l'Europa, una reale guerra civile. I Britannici sono fuori dalla UE, ma non sono certo fuori dalla crisi politica derivante dalle migrazioni, che continueranno a imperversare, e non è certamente fuori dal modello ultraliberale.
A mio avviso i Britannici non hanno poi subito molto dall'Europa. Certo, verso alcune cose erano insofferenti. In effetti, l'Unione europea senza l'Inghilterra è ora una Unione europea del tutto diversa. Se riuscisse a resistere senza l'Inghilterra, se cominciasse a muoversi verso interessi europei veramente continentali, avrebbe una possibilità. Ma questo semplicemente non accadrà.

- Lei è d'accordo che l'Italia, ad esempio, non è pronta per tali eventi?
D: Se domandassimo agli Italiani, oggi, sicuramente se ne andrebbero anche loro. E sappiamo che la Lega Nord e il Movimento Cinque Stelle lo chiedono. Dobbiamo affrontare la verità: l'Unione europea sta cadendo a pezzi; è la fine della Torre di Babele, basata sulla geopolitica atlantica e su un sistema liberale di valori.
E' una cosa da tenere presente quando si indice un referendum. Se dai al popolo il potere di decidere, il popolo sceglierà quello che vuole. Così i Britannici hanno avuto l'opportunità di questo referendum e se ne sono andati. Se ora i cittadini europei avessero una uguale opportunità, gli Italiani, i Tedeschi, i Francesi voterebbero per uscire dall'Unione europea, se ne andrebbero all'istante.

- A proposito del referendum in Scozia, due anni fa hanno votato contro la secessione dal Regno Unito ma ora la sua leadership ha fatto capire chiaramente che un nuovo referendum per l'indipendenza non è lontano. È possibile?
D: Gli Scozzesi hanno una certa ansia verso gli Inglesi. Hanno sofferto molto il razzismo inglese, così come altri Celti, gli Irlandesi, che stanno mettendo a loro volta in discussione l'unificazione. Non ci può essere un ritorno al nazionalismo inglese. Gli Scozzesi erano a favore dell'Europa come difesa contro gli Inglesi, che hanno infastidito tutto il mondo con la loro politica imperiale anglosassone. La Gran Bretagna sta lasciando l'Unione europea - ma non sta scomparendo dalla storia. Tuttavia l'Inghilterra, il destino di Cameron, il destino della Scozia o una Irlanda riunita non sono gli elementi più importanti. Stiamo assistendo alla fine dell'Europa, qualcosa che Spengler ed i nostri slavofili avevano predetto. L'Europa sta sprofondando nell'abisso a causa della sua ideologia ultra-liberista, e se ci si aspetta una via d'uscita morbida per transitare fuori da questa situazione - attraverso il dissolvimento dell'Unione europea - ebbene, credo che non funzionerà.

- La gente vede crollare tutto e ancora si incolpa la Russia: per l'ennesima volta possiamo vedere chi sono i responsabili di questo.
D: E' sorprendente, ma fanno bene a preoccuparsi. Mentre accade il Brexit, a Tashkent vediamo la creazione del centro alternativo di una civiltà multipolare - la SCO [Shanghai Cooperation Organization]. Al suo interno vi è più della metà del mondo - la stragrande maggioranza della popolazione -  ed è una potenza nucleare. India e Pakistan si sono uniti alla SCO, e l'Iran ha parzialmente accettato di farne parte. Ecco cosa accade oggi: il Brexit e la SCO, che sta diventando una forza importante, sono  lo spostamento del centro della civiltà, il centro dell'ordine mondiale è completamente nell'altra metà del mondo. Si tratta di un passaggio da ovest verso il mondo eurasiatico. E', infatti, la nostra celebrazione. I fondatori dell'Eurasiatismo hanno dichiarato: "The West and the Rest". Il Brexit è il crollo del West, ed è una vittoria per l'umanità che si oppone all'Occidente e cerca di andare per la sua strada. E il fiore all'occhiello del genere umano è la SCO, la Russia, l'attuale sovrana libera e multipolare Russia guidata da Putin, e coloro che sono nel club eurasiatico.
La gente comune capisce correttamente tutto. Magari non lo sanno spiegare, ma io sento quale profonda asimmetria esista tra le élite politiche e gli interessi della gente comune in tutto il mondo. Le élite impongono il loro ordine del giorno, e la gente vuole qualcosa di completamente diverso. La gente intuitivamente capisce che oggi l'Inghilterra è stata liberata dai diktat dell'Unione Europea, Bruxelles, e domani gli altri paesi europei seguiranno la sua strada. E non siamo lontani dal giorno in cui la gente comincerà a seguire il proprio destino.

- Un proverbio dice: non c'è Unione europea senza Gran Bretagna, non c'è alcuna NATO senza la Germania. È vero?
D: La Germania è un caso molto più difficile. Hanno meno libertà democratiche e l'America esercita su di essa molta più influenza politica. E se l'Inghilterra si è alleata volontariamente con gli Stati Uniti, la Germania fu costretta a farlo, quindi è pericoloso parlare di un suo ritiro dalla UE. Tuttavia, ora ci sono politici che sono molto popolari e lo saranno ancora di più in futuro. Mi riferisco ad "Alternativa per la Germania" e a Frauke Petry, leader del partito, che si è rallegrata e ha elogiato il popolo britannico che ha dato l'esempio. La NATO è la prossima. Alcuni lasceranno l'UE, altri la NATO, mentre l'Occidente ha perso l'immagine di se stesso.

- Siamo alla fine?
D: Il ciclo della UE ha superato il mezzogiorno e si avvia verso il tramonto. Questo non vuol dire che si è già verificato. Chi osserva le tendenze non crede affatto alle rassicurazioni per cui "non succederà nulla, si risolverà tutto". Chi comprende le tendenze sa bene cosa è successo e sta già pensando su una nuova lunghezza d'onda. Per gli analisti che prevedono su scala globale, l'Unione europea è finita. Ed è irreversibile. I Britannici non torneranno a votare di nuovo. Il punto di rottura dell'Europa è stato superato.

- Cosa dobbiamo aspettarci?
D: Gli europei devono prepararsi a rivoluzioni colorate e alla disintegrazione dell'Unione europea. Dobbiamo essere pronti a difendere la nostra ripresa attuale e a rafforzare il nostro polo alternativo globale. Non sarà facile. Deve essere chiaro che l'Occidente è come una bestia agonizzante, un drago ferito, possono esserci colpi di coda. Per questo dobbiamo rimanere calmi, sicuri e determinati nel realizzare i nostri obiettivi. Abbiamo vinto una battaglia, ma non ancora la guerra.
Dobbiamo perseguire la nostra strada, per costruire un mondo multipolare e per difendere i nostri interessi, approfittando di tutti gli eventi.




Traduzione per Megachip a cura di Simone Santini.

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