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martedì 21 giugno 2016

Torino: FassinoPd attacca i Cinquestelle“Liste di proscrizione in Comune”



PS: Portavoce di Fassino 187 mila euro l’anno, uno senza laurea!
 Mi piacerebbe sapere in cosa è differente la «invidia sociale» dalla ben più classica «lotta di classe». Ho il sospetto che si tratti della stessa cosa, solo che la lotta di classe, di cui la sinistra era giustamente portatrice, era cosa buona e questa invece... boh?
Meditate, compagni, meditate.
umberto marabese
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Oscar Serra 13:42 Martedì 21 Giugno 2016

Altro che spoil system, lo staff della Appendino prepara le purghe per dirigenti e funzionari non allineati al nuovo corso grillesco. Lo denuncia l'ex sindaco che nella veste di oppositore accusa: "Soffiano sul fuoco dell'invidia sociale". Liste di proscrizione e blitz negli uffici di Palazzo Civico ingombri di scatoloni. È questo il clima che aleggia nel municipio alla vigilia dell’insediamento del nuovo governo cittadino targato M5s. A denunciarlo è Piero Fassino, nella sua prima conferenza stampa da consigliere di opposizione. Perché lui, dopo aver guidato l’amministrazione nell’ultimo quinquennio, resterà in Sala Rossa per vigilare sull’operato dei nuovi inquilini e nei confronti di Chiara Appendino rispolvera la grinta di quando stava all’opposizione sui banchi di Montecitorio: “Questa città non merita di veder compromesso quello che ha costruito in questi cinque anni. Il nuovo sindaco dovrà darsi un programma, cambiando quello con cui ha vinto le elezioni, che era un programma di opposizione non di governo”. Perché, prosegue Fassino, “non si governa con i no”.....

Intanto negli uffici comunali, funzionari e dirigenti avrebbero appreso ieri pomeriggio della lista con cui il capo di gabinetto in pectore (Paolo Giordana) starebbe stilando la prossima prima linea della macchina comunale, indicando quelli graditi e quelli sgraditi, “una cosa che noi non abbiamo mai fatto”. Fa appello al rispetto per le istituzioni, l’ex primo cittadino, sconfitto, nell’analisi che ha fornito lui stesso, da un combinato disposto di tre fattori: “Una grande sofferenza sociale ed economica che ha investito la città, il vento del cambiamento che soffia in tutto il paese e, in ultimo, la convergenza dell’elettorato di centrodestra sulla mia avversaria”. Motivo in più per dare qualche consiglio a Matteo Renzi, con il quale i rapporti si sono di colpo raffreddati dopo il responso delle urne e qualche dichiarazione giudicata “improvvida” da parte del premier. “I renziani del 2014 avrebbero votato Appendino? Non commento le dichiarazioni altrui” glissa Fassino che attende ladirezione nazionale di venerdì per dire quel che pensa. Piuttosto non manca di esprimere le sue perplessità sull’Italicum, una legge elettorale che “in un sistema tripolare permette al terzo di fare da arbitro. E se il terzo si è candidato contro il primo sarà portato a sostenere il secondo”. Un processo che Fassino ha subito sulla sua pelle proprio a Torino, dove rivendica la capacità di aver riportato al voto tutti gli elettori del primo turno, “anzi 8mila in più”, mentre la Appendino ha potuto usufruire del sostegno in massa del centrodestra, “facendo leva sull’invidia sociale, dicendo ai cittadini delle periferie che quelli in centro avevano ciò che loro non avevano. Così si spacca una comunità, altro che ricucirla”.
Per la sua prima conferenza da “non sindaco” nel suo Comitato elettorale in via Pavia ci sono tutti i fedelissimi, che ringrazia uno a uno, così come i membri della sua giunta, il consiglio comunale, i dipendenti e tutti i torinesi. L’ultimo pensiero, come sempre in questa cavalcata elettorale, va alla moglie Anna Serafini, ex parlamentare, che è stata “sempre al mio fianco”.
Nei prossimi giorni Fassino incontrerà Appendino per il rituale passaggio di consegne: “Le darò tutte le informazioni necessarie sui nostri principali dossier aperti” afferma. Auspicando un “cambio di passo” da parte di chi sta per succedergli al piano nobile di Palazzo di Città. “Sulla Tav ha già detto che è un problema che riguarda altri e lei non può farci nulla. Ora dica chiaramente che non è in grado di fermare quell’opera, ma che dovrà occuparsene se non altro da sindaco della città metropolitana”. Come dire: non può certo lavarsene le mani, con scappatoie furbesche. Lo stesso dicasi “per il reddito di cittadinanza, che ha brandito per cinque mesi in campagna elettorale e con cui ha vinto le elezioni”. Penserà il nuovo sindaco di “passare cinque anni a dare la colpa agli altri per ciò che non farà?” si chiede Fassino. Parole che dimostrano chiaramente come lui di dimettersi - possibilità prospettata da qualcuno - non ha alcuna intenzione, men che meno in cambio di qualche strapuntino “che non cerco”. Resterà in Sala Rossa, farà opposizione, ma non come capogruppo, poiché “a partire da lì dobbiamo dimostrare di rispondere alla richiesta di rinnovamento giunta dai cittadini”; un ruolo che probabilmente spetterà aStefano Lo Russo, anche se tra i consiglieri eletti non manca chi la pensa in un altro modo. 
Infine non lesina critiche sulla prima sortita politica della Appendino, ieri, contro il presidente della Compagnia di San Paolo, l’ex ministro Francesco Profumo. Lei ne chiede le dimissioni, Fassino le ricorda che la fondazione “è un ente di diritto privato e se io non avessi fatto quella nomina, come succederebbe con il semestre bianco che lei propone, il Comune avrebbe perso la titolarità a farlo”. E ancora: “Visto che parla di meritocrazia, spieghi perché Profumo non avrebbe i titoli per ricoprire quel ruolo”.

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