Antonio Amorosi in Coop connection racconta le ombre di un universo da 151 miliardi di fatturato che raccoglie anche finanziamenti dai soci, controlla il 34% della distribuzione al dettaglio, ha ramificazioni nell'immobiliare, nelle utilities e nei servizi sociali e controlla un gruppo assicurativo quotato. Crac miliardari, soci che lavorano per 3 euro all'ora in condizioni di quasi schiavitù, legami con la criminalità.
Le coop di consumo che raccolgono anche finanziamenti dai soci e non garantiscono il rimborso se qualcosa va storto. Quelle che offrono assistenza sanitaria pagando meno tasse di una clinica “normale”. Il neocapitalismo delle grandi multiutility emiliane che gestiscono rifiuti e servizi energetici e le “sette sorelle del mattone” finite in liquidazione o in concordatolasciando a casa i dipendenti. Le piccole cooperative difacchinaggio, logistica, pulizie o preparazione di alimenti che lavorano in subappalto e pagano 3 euro l’ora, in gran parte “al nero”, senza rischiare quasi nulla perché uno dei decreti attuativi del Jobs Act ha abrogato il reato di somministrazione fraudolenta di manodopera. Sullo sfondo UnipolSai, uno dei maggiori gruppi assicurativi italiani, quotato in Borsa ma controllato dalle coop attraverso la finanziaria Finsoe. Vale quasi l’8% del pil italiano l’universo economico delle cooperative italiane di cui Antonio Amorosi, in Coop connection (editore Chiarelettere), racconta i lati oscuri. Il sottotitolo – “Nessuno tocchi il sistema. I tentacoli avvelenati di un’economia parallela” – dice già molto....
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http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/05/28/cooperative-economia-parallela-da-12-milioni-di-soci-fa-piu-soldi-con-la-finanza-che-con-le-merci-e-nessuno-controlla/2754135/
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