umberto marabese
-----------------------
Trani indaga su Deutsche Bank per le mosse sui Btp italiani del 2011
Ipotesi di manipolazione
del mercato. Al centro dell'indagine la vendita di bond italiani per 7
miliardi di euro nel primo semestre del 2011. Era l'inizio della spirale
sul debito sovrano che portò l'Italia sull'orlo del baratro e
accompagnò il governo Berlusconi alla fine del mandato. Indagati i
vertici dell'epoca. La banca: "Collaboriamo con autorità, fornite
informazion a Consob" a suo tempo.
di RAFFAELE RICCIARDINei giorni scorsi - si apprende oggi a quanto riporta l'Ansa - militari della Guardia di Finanza di Bari, assieme al pm Michele Ruggiero, hanno compiuto sequestri di atti e mail nella sede milanese dell'istituto tedesco, in piazza del Calendario, e avrebbero ascoltato testimoni. Nell'ambito dell'indagine della procura di Trani, gli indagati per per manipolazione di mercato risultano cinque. Si tratta dell'ex presidente di Deutsche Bank Josef Ackermann, degli ex co-amministratori delegati Anshuman Jain e Jurgen Fitschen (quest'ultimo è attualmente co-amministratore delegato uscente della Banca), dell'ex capo dell'ufficio rischi Hugo Banziger, e di Stefan Krause, ex direttore finanziario ed ex membro del board di Db.......
Alla pubblicazione del bilancio dei primi sei mesi del 2011 dell'istituto tedesco, gran parte dell'attenzione internazionale si concentrò sulla mossa di DB di ridurre drasticamente l'esposizione sui titoli di Stato Italiani. La notizia emerse dunque nel pieno della calda estate dello spread, quando il differenziale di rendimento tra Btp e Bund visse quella fiammata culminata ben oltre i 500 punti base (oggi siamo intorno a 130 punti). Un movimento violentissimo dei mercati che portò molti a temere per le sorti delle Finanze del Paese, alle quali si accostava sempre più l'esempio della Grecia. Alla fine del luglio 2011, la mossa di DB sembrò una sentenza tedesca contro l'Italia, tanto che vi dedicarono ampio spazio i giornali finanziari più importanti, a cominciare dal Financial Times. Alla Camera, la notizia di oggi è stata accolta da Renato Brunetta con la richiesta di aprire una commissione d'inchiesta su quanto accadde in quel periodo.
L'andamento dello spread - il
differenziale tra il rendimento di Btp decennali e omologhi Bund
tedeschi - dall'inizio del 2011 a oggi. E' diventato il termometro della
crisi del debito, soprattutto nell'estate e nell'autunno di quell'anno,
quando toccò i massimi storici in area 550 punti base. Oggi siamo a 130
punti. Leggi l'articolo
Secondo l'accusa, Deutsche Bank in tre pubblicazioni nel periodo febbraio-marzo 2011. Ma le reali intenzioni - a giudizio della procura - portarono alla massiccia vendita di titoli di Stato italiani 'over the counter' - cioè quello non pubblico e regolato dalle autorità ma basato sull'accordo tra due parti - senza che fosse divulgata al mercato finanziario regolamentato e giustificata "falsamente" a posteriori (nell'informativa periodica del giugno 2011) con la necessità di ridurre la sovraesposizione del gruppo al rischio sovrano dell'Italia, a seguito dell'acquisizione di Postbank di fine 2010. In sostanza, secondo le ragioni della banca la scelta fu dettata dalla volontà di riportare l'esposizione verso l'Italia ai livelli storici, che si erano impennati proprio a seguito dell'acquisizione dell'istituto che aveva in pancia molti Btp. Nello stesso periodo, Deutsche Bank acquistò circa 1,4 miliardi di Credit Default Swap (Cds) di copertura sull'esposizione al rischio verso la Penisola: sono contratti di assicurazione contro il rischio di fallimento di un prodotto finanziario sottostante, in questo caso il debito italiano. Questi acquisti - secondo l'accusa - non furono comunicati dal gruppo bancario né ai mercati finanziari, né al Tesoro. Ora, la banca tedesca fa sapere che "sta collaborando con le Autorità in questa inchiesta. Nel 2011, la banca aveva risposto a una richiesta fatta da Consob in relazione a questa vicenda e aveva fornito le informazioni e i documenti relativi". Da parte dell'Autorità dei mercati non erano partiti provvedimenti sanzionatori.
Secondo il ragionamento accusatorio, Deutsche Bank autorizzando la vendita dei titoli di Stato italiani, acquistando contestualmente Cds e comunicando allo stesso tempo ai mercati finanziari la sostenibilità del debito pubblico italiano, ha compiuto condotte manipolative del mercato di tipo informativo-operativo. Queste manovre sono ritenute idonee ad alterare la regolare formazione del prezzo di mercato dei titoli di Stato italiani sia nel primo semestre 2011 (quando il mercato ignorava le dismissioni di titoli) sia successivamente alla pubblicazione periodica del giugno 2011. In quest'ultima occasione il mercato e gli operatori - sostiene il pm Ruggiero - seppero della massiccia e repentina riduzione dell'esposizione della Banca al rischio Italia interpretandola come un "chiaro segnale di sfiducia del gruppo nei confronti della tenuta del debito sovrano italiano".
La banca tedesca ribadisce di ritenere "l'indagine priva di fondamento. Siamo fiduciosi di avere agito correttamente. L'Italia è un'economia di primo piano in Europa e un mercato molto importante per noi. Continueremo certamente a collaborare con le autorità in ogni fase di questa vicenda".-----------
Nessun commento:
Posta un commento