La decisione
del governo Merkel: saranno accessibili i documenti su «Colonia
dignidad», il borgo nelle Ande dove si rifugiarono non meno di 300
gerarchi nazisti.
Qui gli oppositori di Pinochet venivano torturati diventando «desaparecidos»
-------------------- ---
shadow carousel
-----------------------
La
«cartolina» di questo angolo nel Sud del Cile è quella di una valle
alpina, verde e fertile, «dolce come le colline di Baviera»,
raccontavano i più nostalgici. Ancora oggi si coltiva il grano e si
allevano le mucche pezzate bianche e nere; un torrente scorre nel
fondovalle e le ragazze portano le cuffiette ricamate sulle trecce
bionde come in Germania cent’anni fa. Qui comandava Paul Schäfer , ex
caporale delle SS, fuggito dalla Germania nel 1961 perché ricercato per
violenze su orfani disabili, sedicente pastore protestante e «guru» dei
300 tedeschi della «Colonia Dignidad» dove per un certo periodo si
nascose anche Joseph Mengele, il medico che condusse atroci
sperimentazioni su cavie umane ad Auschwitz. Crollato Pinochet e senza
più protezioni, Schäfer il 20 maggio 1997 lasciò il Cile, perseguito
dalle autorità con l’accusa di avere molestato 26 bambini della colonia.
Nel marzo 2005 fu arrestato in Argentina e estradato in Cile dove morì
in prigione nel 2010.
Ma cos’era la «colonia»? «Ufficialmente la realizzazione di una società nuova - è il racconto di Andrea Nicastro tratto dall’archivio del Corriere della Sera - dai toni messianici e con il dominio assoluto di Schäfer. I bambini vivono separati dai genitori e i mariti dalle mogli». Niente tv, niente telefono, niente elettricità, bandito persino il calendario. «Il guru decide inappellabilmente la vita dei discepoli e “uno per sera” si prende cura dei bambini, facendo loro il bagno e “dormendo” con loro. Giovani fuggiti dalla comunità hanno denunciato violenze e torture».
Ma cos’era la «colonia»? «Ufficialmente la realizzazione di una società nuova - è il racconto di Andrea Nicastro tratto dall’archivio del Corriere della Sera - dai toni messianici e con il dominio assoluto di Schäfer. I bambini vivono separati dai genitori e i mariti dalle mogli». Niente tv, niente telefono, niente elettricità, bandito persino il calendario. «Il guru decide inappellabilmente la vita dei discepoli e “uno per sera” si prende cura dei bambini, facendo loro il bagno e “dormendo” con loro. Giovani fuggiti dalla comunità hanno denunciato violenze e torture».
Un covo di nazisti
La
«Colonia Dignidad» è però anche, se non soprattutto, un covo di
nazisti. Che si sovrappone a una comunità germanica giunta qui agli
inizi 1900. Il braccio destro del guru diventa presto Hermann Schmidt,
ex pilota della Luftwaffe che attira, protegge e nasconde decine di
nazisti scappati in Cile, Argentina e Paraguay subito dopo la guerra.
Gli invalicabili cancelli della comunità diventano il miglior ospizio
per i vecchi aguzzini. Sottoposti alla pressione dei cacciatori di
nazisti, i tedeschi delle Ande trovano aiuto nel regime di Pinochet e
trasformano la valle in un lager per i cileni oppositori. La «Colonia
Dignidad» divenne giardino di giochi per la famiglia Pinochet. Lucia
Pinochet arrivava in elicottero per passare il weekend con il figlio.
Gli «squadroni della morte», invece, portano decine di prigionieri
politici che all’interno della «Colonia Dignidad» - sono i racconti nei
successivi processi - diventano «desaparecidos». Tra questi anche
un italiano: Juan Bosco Maino Canales il cui nome compare anche nelle
carte del processo agli aguzzini del «piano Condor» che si sta
celebrando in queste settimane al tribunale penale di Roma.
La polizia segreta di Pinochet
E’
Amnesty International nel ‘77 a denunciare la connivenza tra la Dina
(la polizia segreta di Pinochet) e la idilliaca colonia sulle Ande.
Pinochet regala, oltre al divieto di estradizione, un elicottero da
guerra e i diritti di sfruttamento di un giacimento di titanio.
Schaeffer ringrazia concedendogli la cittadinanza onoraria. Il favore
del generale cileno non basta a giustificare i mille e più miliardi che
costituiscono il patrimonio dei 300 contadini tedeschi. I soldi, dicono
le inchieste insabbiate nel corso degli anni, vengono da misteriosi
conti europei. Forse l’organizzazione Odessa, forse l’oro delle vittime
dei lager nazisti passato per la Svizzera
Il film «Colonia dignidad»
I torbidi avvenimenti degli anni Settanta hanno ispirato il film «Colonia dignidad» del regista premio Oscar Florian Gallenberger, uscito in Germania a febbraio e proiettato martedì al ministero degli Esteri di Berlino. In Italia la pellicola sarà in sala a partire dal 26 maggio. Oggi l’insediamento ha preso il nome di Villa Baviera ed è diventato un villaggio turistico. Senza legami con quel passato torbido per cui la comunità chiese scusa al Cile in una lettera aperta seguita alla condanna di Schäfer. Ma le polemiche (e i misteri) persistono: solo due anni fa l’opinione pubblica cilena si era indignata dopo aver appreso che quattro tedeschi, dirigenti della comunità, erano tranquillamente a piede libero e a spasso nel verde della Cordigliera pur condannati per sequestro, privazione illegale della libertà, complicità in violenze sessuali contro minori, associazione a delinquere e altri reati finanziari.Ma chissà cos’altro racconteranno quei dossier tra poco desecretati dal governo tedesco. «La gestione di Colonia Dignidad non è stata un capitolo glorioso del ministero degli Esteri», ha detto il ministro Steinmeier. «Per molti anni, dagli anni Sessanta agli anni Ottanta, i diplomatici tedeschi hanno volto lo sguardo dall’altra parte e hanno fatto molto poco per proteggere i nostri cittadini in questa comune», ha ammesso durante la presentazione del film con protagonisti Emma Watson e Daniel Bruehl. «Anche dopo, quando Colonia Dignidad è stata sciolta e le persone non erano sottoposte alla quotidiana tortura, il servizio (diplomatico ndr) non ha avuto la determinazione e la trasparenza per identificare le responsabilità e imparare la lezione».
Nessun commento:
Posta un commento