PS : Dovremmo stupirci? Ormai nei dirigenti del PD la corruzione è ai livelli massimi, quello che non so capacitarmi e che molta genta li ascolta, vedi referendum, e li andrà anche a votare di nuovo.
Se tra le accuse allʼesponente politico cʼè "lʼappoggio esterno in
associazione camorristica"...
non deve anche valere per chi li vota ..."l'accusa di appoggio esterno in
associazione camorristica"?
Vuoi vedere che il Dottor Davigo a ragione?...che ne dite..."pidiessini renziani"'...
Vuoi vedere che il Dottor Davigo a ragione?...che ne dite..."pidiessini renziani"'...
umberto marabese
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Tra le accuse allʼesponente politico cʼè lʼappoggio esterno in
associazione camorristica. Nove persone arrestate nellʼinchiesta su un
appalto di ristrutturazione. Sono state perquisite dai carabinieri le abitazioni di Stefano Graziano,
presidente del Pd della Campania, a Roma e Teverola (Caserta).
L'esponente politico è indagato nell'inchiesta della Dda di Napoli,
coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, che ha portato
all'esecuzione di nove ordinanze: per lui l'accusa è di concorso esterno
in associazione mafiosa. "Mi autosospendo dal partito - dice Graziano -
e ho massima fiducia nei giudici".....
"Con grande sofferenza - spiega - comunico la mia decisione in attesa
di chiarire, al di là di ogni generico sospetto, la mia posizione. Ho
sempre agito nel pieno rispetto dei principi di trasparenza e legalità,
per me imprescindibili regole di vita. Pertanto, ho conferito mandato al
mio legale di attivarsi presso la Procura napoletana perché al più
presto venga fissato un interrogatorio nel quale potrò fornire ogni
spiegazione sui fatti che l'Autorità giudiziaria riterrà di dover
approfondire, confermando la mia totale estraneità a qualsiasi vicenda
illecita".
Nell'indagine risulta coinvolto anche l'ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), Biagio Di Muro.
"Chiesti voti alla camorra" - L'ipotesi che ha indotto gli inquirenti a effettuare le perquisizioni nei confronti di Stefano Graziano, è che l'esponente politico abbia chiesto e ottenuto appoggi elettorali in riferimento alle ultime consultazioni per l'elezione del Consiglio regionale della Campania. Secondo tale ipotesi, Graziano si sarebbe posto "come punto di riferimento politico ed amministrativo" del clan Zagaria del quale è accusato di far parte l'imprenditore della ristorazione Alessandro Zagaria, omonimo del boss arrestato oggi. Lo spunto investigativo è stato offerto da una intercettazione di colloqui tra Alessandro Zagaria e Biagio Di Muro, l'ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere, anch'egli arrestato.
Colloqui nel corso dei quali si faceva riferimento all'appoggio elettorale che occorreva garantire a Graziano. Quest'ultimo si sarebbe attivato - ma tale circostanza non è ritenuta illecita dagli inquirenti della Dda - per favorire il finanziamento dei lavori di consolidamento di Palazzo Teti, al centro dell'inchiesta.
Gli indagati rispondono a vario titolo dei reati di corruzione e turbativa d'asta con l'aggravante di aver agevolato il clan di Casalesi. L'indagine riguarda l'appalto per i lavori di consolidamento di Palazzo Teti, immobile ubicato in via Roberto D'Angiò confiscato al padre dello stesso primo cittadino, Nicola Di Muro.
La gara, che negli anni ha subito vari rallentamenti, secondo l'ipotesi accusatoria della Dda di Napoli, sarebbe stata vinta da un raggruppamento di imprese ritenuto vicino al clan guidato da Michele Zagaria. Già nel luglio 2015 l'ex sindaco, in carica fino a pochi mesi fa, fu oggetto di una perquisizione.
"Chiesti voti alla camorra" - L'ipotesi che ha indotto gli inquirenti a effettuare le perquisizioni nei confronti di Stefano Graziano, è che l'esponente politico abbia chiesto e ottenuto appoggi elettorali in riferimento alle ultime consultazioni per l'elezione del Consiglio regionale della Campania. Secondo tale ipotesi, Graziano si sarebbe posto "come punto di riferimento politico ed amministrativo" del clan Zagaria del quale è accusato di far parte l'imprenditore della ristorazione Alessandro Zagaria, omonimo del boss arrestato oggi. Lo spunto investigativo è stato offerto da una intercettazione di colloqui tra Alessandro Zagaria e Biagio Di Muro, l'ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere, anch'egli arrestato.
Colloqui nel corso dei quali si faceva riferimento all'appoggio elettorale che occorreva garantire a Graziano. Quest'ultimo si sarebbe attivato - ma tale circostanza non è ritenuta illecita dagli inquirenti della Dda - per favorire il finanziamento dei lavori di consolidamento di Palazzo Teti, al centro dell'inchiesta.
Gli indagati rispondono a vario titolo dei reati di corruzione e turbativa d'asta con l'aggravante di aver agevolato il clan di Casalesi. L'indagine riguarda l'appalto per i lavori di consolidamento di Palazzo Teti, immobile ubicato in via Roberto D'Angiò confiscato al padre dello stesso primo cittadino, Nicola Di Muro.
La gara, che negli anni ha subito vari rallentamenti, secondo l'ipotesi accusatoria della Dda di Napoli, sarebbe stata vinta da un raggruppamento di imprese ritenuto vicino al clan guidato da Michele Zagaria. Già nel luglio 2015 l'ex sindaco, in carica fino a pochi mesi fa, fu oggetto di una perquisizione.
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