..l'aspirante "Ducetto PdiR(enzi)
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PS: ...un privato
cittadino è cosa ben diversa da chi ha funzioni pubbliche: la
responsabilità di chi ci governa implica il dovere di rendere conto di
tutto per il superiore bene della collettività che gestisce. La civiltà,
che lei invoca non c'entra alcunché, anzi è incivile persino l'immunità
parlamentare, a mio avviso: tutti devono rispondere di tutto e
specialmente dovrebbe risponderne chi ha il privilegio del potere!
...non oso pensare se questa "richiesta ante-fascio" fosse stata annunciata da Berlusconi...!
umberto marabese
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ROMA
- Adesso è tutto più chiaro. Matteo Renzi Renzi gioca a carte scoperte e
l'irritazione manifesta dei primi giorni si trasforma in un duro sfogo
contro la magistratura o meglio contro la Procura di Potenza.
L'occasione è il consiglio dei ministri convocato per approvare il Def.
Nel mirino ci sono le intercettazioni sul caso Tempa Rossa, "una vicenda
condotta in modo incredibile con pezzi dell'inchiesta fatti filtrare un
po' alla volta". E l'audizione dei pm con il ministro delle Riforme
Maria Elena Boschi. "Un attacco a tutto il Parlamento. Due testimoni
interrogati prima degli arrestati, una cosa assurda. Non è accettabile
che i magistrati convochino un ministro esercitando una sorta di
sindacato sull'azione legislativa"....
Il
nervo è scoperto. Lo si era ben capito nei passaggi precedenti, con
attacchi e retromarcia. Ora tutto è più illuminato nella sala di Palazzo
Chigi dove Renzi prende la parola per primo. "Non si può più andare
avanti così. Ci sono elementi di inopportunità politica e istituzionale.
E ci sono intercettazioni che hanno a che fare con la vita privata
senza alcun nesso con l'inchiesta". Attacca a testa bassa, consapevole
che l'inchiesta di Potenza è stata un colpo pesante per il governo e
rappresenta una delle fasi più delicate del suo mandato. L'indagine
lucana viene demolita, quasi pezzo per pezzo. "Intercettare il capo
della Marina rappresenta un pericolo per la sicurezza nazionale. Non
solo. Diffondere quelle conversazioni nel bel mezzo di una crisi
internazionale peggiora la situazione".
I ministri ascoltano. Renzi li invita a tenere il profilo basso, a non alzare i toni con la magistratura. Ma lui non segue il consiglio. Chiede una reazione: "Ora le cose devono cambiare ", dice concludendo lo sfogo.
I ministri ascoltano. Renzi li invita a tenere il profilo basso, a non alzare i toni con la magistratura. Ma lui non segue il consiglio. Chiede una reazione: "Ora le cose devono cambiare ", dice concludendo lo sfogo.
Sono
parole che chiamano in causa il Guardasigilli Andrea Orlando. Il
ministro della Giustizia condivide, occorre accelerare. Spiega anche che
questo sarebbe il momento migliore per farlo. "Tante procure hanno
adottato un codice di autodisciplina sulle intercettazioni. Lo ha fatto
Spataro, lo ha fatto Pignatone...". Due magistrati tra i più conosciuti a
capo di procure importanti come Torino e Roma. Insomma, spiega Orlando,
questa è l'occasione per una riforma condivisa, senza
strappi con la magistratura. Però non basta. Non basta lamentarsi che
"scappano conversazioni private da tutte le parti mentre la riforma è
ferma al Senato da otto mesi. Non basta dire che i processi devono
essere più veloci quando il processo breve è bloccato a Palazzo Madama
sempre da otto mesi". È un richiamo, quello del Guardasigilli, anche
agli equilibri del governo, al veto dell'Ncd sulla prescrizione.
Ma la revisione di un sistema
non argina quello che emerge da Potenza e gli effetti sul governo.
"Trovo gravissimo anche il dossieraggio contro Delrio", dice Renzi che
ha ben chiari i rischi che sta correndo l'esecutivo con gli atti dei pm
lucani: ministri contro, fazioni, liti. Anche per questo bisogna andare
cauti con alcune nomine sollecitate dai dicasteri. La ministra della
Difesa Pinotti vorrebbe sostituire subito l'ammiraglio De Giorgi e
avviare così il risiko delle nomine nelle poltrone della sicurezza. Ma Renzi difende pubblicamente il capo della Marina e sembra deciso ad attendere.
La
polemica, intorno alle indagini su affari e petrolio, comunque non si
arresta e in Parlamento raggiunge toni mai così aspri. I 5stelle
chiedono le dimissioni dell'intero governo additando "una nuova
Tangentopoli" e scrivono a Mattarella chiedendo di essere ricevuti con
urgenza. La speranza è dare un colpo prima del referendum sulle
trivelle. Il Pd passa alle vie giudiziarie e denuncia per diffamazione
Carlo Sibilia, membro del direttorio pentastellato, "per le gravissime
dichiarazioni rilasciate nei confronti di chi riveste ruoli
istituzionali ". Il riferimento è alla frase di Sibilia: "Nessuna
differenza fra ministri e camorristi".
Chiede
di essere sentito dai pubblici ministeri il Capo di stato maggiore
della Marina Giuseppe De Giorgi. Lo stesso fa Gemelli, l'ex compagno di
Federica Guidi. Ma le parole di Gemelli "sull'Antimafia che fa schifo" e
sulla Borsellino "da eliminare" hanno suscitato
sdegno. La figlia di Paolo Borsellino, il giudice ucciso dalla mafia
nel 1992, dice di non volere commentare "parole meschine" ma a chi le
sta vicino racconta tutta la sua insofferenza: "Non capisco perché mi
continuino a mettere in mezzo".
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