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sabato 19 marzo 2016

Pepe Escobar - Il 'Primo Ministro' Lula: la svolta brasiliana

di Pepe Escobar.


A confronto con le montagne russe politico-economiche del Brasile, la serie tv House of Cards è un gioco da ragazzi.

Solo tre giorni dopo l'imponente manifestazione che chiedeva l'incriminazione della Presidente Dilma Rousseff e meno di due settimane dopo la detenzione e l'interrogatorio di quattro ore di Lula - detenzione ed interrogatorio legalmente dubbi -  l'ex presidente sta per fare un rientro spettacolare nel governo brasiliano come ministro, anzi, come Super-Ministro.

Questa è l'unica mossa di scacchi rimasta per Rousseff in mezzo ad una crisi politico-economica senza precedenti. Prevedibilmente, lei verrà accusata su tutti i fronti - dalle élite della borghesia compradora fino a Wall Street - di aver abdicato in favore di Lula, mentre Lula sarà accusato di fuggire dall'indagine per corruzione in corso da due anni, nota come Operazione Car Wash.  

Lula e la sua protetta Dilma hanno avuto due incontri 'o la va o la spacca' a Brasilia, faccia a faccia, martedì sera e mercoledì mattina, per discutere nel dettaglio i termini del suo rientro. All'inizio, Lula accetterebbe un ruolo nel governo se diventasse Segretario del governo - prendendosi carico del coordinamento politico; in seguito diventerebbe parte dell'asse portante che ha vero potere decisionale sulle politiche brasiliane.....

Ma poi, stando ad un ministro del governo che ha richiesto l'anonimato, è stata avanzata la proposta di Lula come Capo di Gabinetto: il posto da ministro più importante in Brasile.

Quel che è certo è che Lula è destinato a diventare una sorta di 'Primo Ministro' - implicando con ciò carta bianca sul cambiamento drastico della traballante politica economica di Dilma e su una vigorosa riconnessione con la vasta base sociale del Partito dei Lavoratori, impantanato in una profonda angoscia dovuta ai tagli ingenti alla spesa sociale. 

Se Lula si chiamasse fuori - e sarebbe un "se" rilevante - potrebbe anche essere perfettamente riposizionato come candidato presidenziale per le elezioni brasiliane del 2018, per la disperazione del complesso economico-veteroelitario-mediatico di destra.

Il prossimo ruolo di Lula, istituzionalmente, sarà quello di combinare misure coordinatorie per far ripartire la crescita del Brasile con un riallineamento della base del governo nel notoriamente corrotto Congresso brasiliano.  Avrà l'immunità rispetto all'inchiesta Car Wash: ma potrà ancora essere indagato dalla Corte Suprema Brasiliana.

Il ragazzo che non si arrende?
Il ruolo di Lula è niente di meno che quello di Sisifo. Quanto capitale politico detenga 'l'ex politico più ammirato al mondo' (Obama: "Questo è l'uomo") è oggetto di serie discussioni. Persino solo il sentore di una paventata possibilità di ruoli da primo ministro è stata sufficiente a far precipitare i mercati di San Paolo e a far di nuovo schizzare su il dollaro. La sua battaglia con la divinità del Mercato sarà il classico 'Mezzogiorno di Fuoco'.

Lula ha sempre privilegiato i bilanci in pareggio e la credibilità del governo. Per esempio, quando andò al potere nel 2003, piazzò l'ex asso della BankBoston Henrique Meirelles alla Banca Centrale e si mosse immediatamente per un aggiustamento di bilancio, ammorbidendo le spese e controllando l'inflazione. 

Lula non è contro l'aggiustamento di bilancio in sé, di cui il Brasile ha un disperato bisogno; il problema è solo di Dilma, il suo aggiustamento pasticciato è ricaduto pesantemente sulle classi lavoratrici  e sulle classi medio-basse, incluso un saccheggio dell'indennità di disoccupazione. Lula fondamentalmente è contrario all'eccessiva penalizzazione delle classi lavoratrici, che porterà solo ad un'ulteriore depressione dell'economia. La prova che ciò che fece nel 2003 era la cosa giusta - ed era parte di un lungo schema pianificato -  è che il Brasile stava crescendo a un tasso del 7,5 per cento annuo nel 2010.

Animale mediatico assai efficace, come Bill Clinton nei suoi giorni di gloria, Lula passerà inoltre ad un'offensiva non-stop sul piano delle 'Pubbliche Relazioni' - qualcosa che l'amministrazione di Dilma è incapace di destreggiare. Quando era al potere, spiegava sempre le sue politiche con parole semplici, per esempio esortando la gente a fare shopping e a usare il credito concesso dalla propria amministrazione. Ma questi erano i bei vecchi tempi; ora siamo in un'atmosfera tossica di zero consumo, zero investimenti e zero crediti.

Eppure, Lula è destinato a riportare Meirelles - un favorito di Wall Street - alla Banca Centrale. Meirelles ha già annunciato che riforme impopolari saranno necessarie se il Brasile vuole tornare ad essere competitivo.


Occhi puntati sulla Corte Suprema

La svolta di Lula non consiste nel rovesciare l'intera e complessa scacchiera; la renderà semmai più imprevedibile. Il complesso giudiziario-politico-mediatico-veteroelitario egemone gridava all'incriminazione di Rousseff solo fino allo scorso weekend. Eppure nessuno a cosa somiglierebbe un Brasile del dopo-impeachment.

Sotto l'attuale congiuntura, un'incriminazione di Rousseff - che non è stata formalmente accusata di alcun crimine - suona come un golpe bianco.

Una delle prime mosse del 'Primo Ministro' Lula, un maestro negoziatore, dal momento in cui gestirebbe lo scacchiere, sarebbe quella di proporre una - e che altro? - soluzione negoziale alla crisi; ciò implicherebbe che questa amministrazione rimanga, incluso il Vice Presidente Temer, il cui partito politico è il PMDB, attualmente alleato con il Partito dei Lavoratori.

Parallelamente, il Ministro della Giustizia brasiliano ha già raccolto informazioni sul perdente delle scorse elezioni presidenziali, il noto sniffatore di coca e leader dell'opposizione di destra Aecio Neves, il quale, fra le altre prodezze, mantiene un conto bancario illegale in Liechtenstein sotto il nome della madre. È destinato ad essere indagato per bene.

Il Ministro della Giustizia - facendo leva sull'ex leader del governo in Senato che ha spifferato i nomi di un manipolo di notabili - si sta davvero preparando a investigarne a migliaia, da Lula e l'attuale vice di Dilma, Temer, fino a Neves e all'attuale Ministro dell'Istruzione.

Allo stesso tempo l'operazione Car Wash - pesantemente politicizzata e degna di Hollywood - continuerà a fare scintille persino quando gli obiettivi principali - Rousseff incriminata e Lula in manete - diventeranno più sfuggenti. La loro strategia chiave è evidente: intimidire virtualmente chiunque. I pubblici ministeri federali dietro l'operazione Car Wash vogliono far saltare qualsiasi possibilità di un accordo politico a Brasilia - persino al costo di precipitare il Brasile in una guerra civile mista ad un'ulteriore depressione economica.

È inoltre chiaro che se la Corte Suprema brasiliana non monitora i numerosi eccessi dell'inchiesta Car Wash, ci sono zero possibilità che il Brasile emerga dalla sua disperata crisi politico-economica.

E tutto questo mentre l'impeachment entra nella modalità di 'morto che cammina'. Istituzionalmente, un'incriminazione in "corsia preferenziale" dura solo 45 giorni. È tutto il tempo che serve a Lula per cucire un buon affare dimostrando al partito PMDB che l'amministrazione Rousseff è tornata economicamente in salute.

Prima della svolta di Lula, riferendosi all'offensiva contro Lula, Dilma e il partito dei Lavoratori, l'ottimo storico Paulo Alves de Lima mi disse:
"Siamo sull'orlo di una nuova fase di roboante contro-rivoluzione, di una democrazia ancora più ristretta, insopportabilmente pregna di arroganza e violenza istituzionale. Siamo vicini a Pinochet, allo stato ideale onorato dal neoliberismo alla Friedman. Siamo sull'orlo di un fascismo di massa, il ché è una grande novità in Brasile."
Lo spettro di Pinochet, con estremisti di destra che prendano il potere proprio come in Brasile nel 1964 e in Cile nel 1973, può essere parzialmente esorcizzato - per ora. Ma non fate errori: i prossimi giorni sono destinati ad essere epici. Il giudice Moro, l'Elliot Ness di Car Wash, in alleanza con l'impero mediatico Globo, lotteranno senza esclusione di colpi per prevenire qualsiasi possibilità di accordo proposto da Lula a Brasilia. Perché questo vorrà dire avere Lula non solo come Primo Ministro, ma anche come Presidente - di nuovo - nel 2018. La guerra totale comincia ora.

Traduzione per Megachip a cura di Leni Remedios e Pino Cabras.


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