23 marzo 2016 -Le indagini sugli attentati di Bruxelles.
Oggi il procuratore federale belga Frédéric Van Leeuw ha fatto chiarezza su quello che sappiamo sugli attentatori di Bruxelles, sulla dinamica delle esplosioni e sullo stato delle indagini. Agli attentati di martedì hanno partecipato quattro persone: due attentatori suicidi sono stati identificati, un terzo non ancora e un quarto attentatore che non si è fatto esplodere è attualmente ricercato. L’attentato all’aeroporto di Zaventem è stato compiuto da tre persone, tra le quali Brahim El Bakraoui, l’uomo al centro della foto segnaletica diffusa ieri dalla polizia belga. A differenza di quanto inizialmente detto dalla stampa belga e internazionale, la polizia non ha identificato Najim Laachraoui come l’attentatore sopravvissuto all’esplosione in aeroporto. L’attentato nella stazione della metropolitana di Maalbeek è invece stato compiuto da Khalid El Bakraoui, fratello di Brahim. Nei due attentati di Bruxelles sono morte 31 persone e ci sono 250 feriti.
I giornali italiani dicono da questa mattina che tra i morti ci sarebbe anche una donna italiana che risulta dispersa da martedì: la notizia non è ancora stata confermata dal governo. L’altra notizia importante di oggi è che sono emersi diversi elementi che collegano gli attentatori di Bruxelles a quelli di Parigi, compiuti lo scorso novembre (qui la versione lunga della storia). Oggi l’aeroporto di Zaventem è rimasto chiuso, e sarà così anche domani. A Bruxelles ha riaperto la metropolitana – anche se alcune stazioni sono rimaste chiuse – ed è ripresa la circolazione dei tram e di alcuni bus. Per le strade ci sono moltissimi soldati e poliziotti, e ci sono state lunghe code alle stazioni dovute alle perquisizioni.
Nel tardo pomeriggio il presidente turco ha annunciato che Brahim El Bakraoui era stato detenuto in Turchia, e successivamente le autorità turche hanno dato maggiori informazioni: Bakraoui era stato nel giugno 2015 proveniente dal Belgio perché sospettato di voler raggiungere i combattenti dell’ISIS in Siria. La Turchia aveva informato le autorità belghe che non ne avevano richiesto l’estradizione, affermando però di averlo arrestato in precedenza senza però trovare prove di sue relazioni col terrorismo: e quindi era stato deportato dalla Turchia nei Paesi Bassi su sua richiesta. Da uomo libero, aveva potuto muoversi liberamente e raggiungere di nuovo il Belgio.------
Oggi il procuratore federale belga Frédéric Van Leeuw ha fatto chiarezza su quello che sappiamo sugli attentatori di Bruxelles, sulla dinamica delle esplosioni e sullo stato delle indagini. Agli attentati di martedì hanno partecipato quattro persone: due attentatori suicidi sono stati identificati, un terzo non ancora e un quarto attentatore che non si è fatto esplodere è attualmente ricercato. L’attentato all’aeroporto di Zaventem è stato compiuto da tre persone, tra le quali Brahim El Bakraoui, l’uomo al centro della foto segnaletica diffusa ieri dalla polizia belga. A differenza di quanto inizialmente detto dalla stampa belga e internazionale, la polizia non ha identificato Najim Laachraoui come l’attentatore sopravvissuto all’esplosione in aeroporto. L’attentato nella stazione della metropolitana di Maalbeek è invece stato compiuto da Khalid El Bakraoui, fratello di Brahim. Nei due attentati di Bruxelles sono morte 31 persone e ci sono 250 feriti.
I giornali italiani dicono da questa mattina che tra i morti ci sarebbe anche una donna italiana che risulta dispersa da martedì: la notizia non è ancora stata confermata dal governo. L’altra notizia importante di oggi è che sono emersi diversi elementi che collegano gli attentatori di Bruxelles a quelli di Parigi, compiuti lo scorso novembre (qui la versione lunga della storia). Oggi l’aeroporto di Zaventem è rimasto chiuso, e sarà così anche domani. A Bruxelles ha riaperto la metropolitana – anche se alcune stazioni sono rimaste chiuse – ed è ripresa la circolazione dei tram e di alcuni bus. Per le strade ci sono moltissimi soldati e poliziotti, e ci sono state lunghe code alle stazioni dovute alle perquisizioni.
Nel tardo pomeriggio il presidente turco ha annunciato che Brahim El Bakraoui era stato detenuto in Turchia, e successivamente le autorità turche hanno dato maggiori informazioni: Bakraoui era stato nel giugno 2015 proveniente dal Belgio perché sospettato di voler raggiungere i combattenti dell’ISIS in Siria. La Turchia aveva informato le autorità belghe che non ne avevano richiesto l’estradizione, affermando però di averlo arrestato in precedenza senza però trovare prove di sue relazioni col terrorismo: e quindi era stato deportato dalla Turchia nei Paesi Bassi su sua richiesta. Da uomo libero, aveva potuto muoversi liberamente e raggiungere di nuovo il Belgio.------
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