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sabato 16 gennaio 2016

di G. Boschi - Renzi, cronache della fine dal futuro



PS: A tutti i Renziani ...niente timore per questa foto un po' tentatrice...in realtà ...andrà finire come tutte le promesse mai mantenute...una bolla si sapone senza il rombo dello sparo.
umberto marabese
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Il referendum coalizza le opposizioni alla vigilia di una grande tempesta sull'economia e la politica italiana ai tempi della troika. Ipotesi sullo scenario. 

 Gufo Boschi.

Nel momento di massima espansione di consensi (elezioni europee 2014), l'area governativa ha raggiunto il 47%; l'area di opposizione, sommata trasversalmente, il 53%. Ora, i sondaggi e il senso comune dicono che l'area governativa fatica a raggiungere il 40% e l'area di opposizione è almeno al 60%.

Dunque, in caso di referendum SI/NO, questa polarizzazione indica chiaramente che l'area governativa è già in netto svantaggio, sostanzialmente irrecuperabile. Di fatto ogni governo italiano è un governo di minoranza in quanto a consensi, e governa solo in virtù del fatto che le opposizioni sono divise (e quando una di queste opposizioni va al governo, diventa un governo di minoranza).

Data questa considerazione numerica oggettiva, dobbiamo tutti chiederci perché mai il governo debba impostare la strategia di un referendum costituzionale "politicizzando" il voto e rendendolo di fatto un plebiscito pro o contro di sé. Per avere chances di vittoria il messaggio dovrebbe essere contrario, puntare ai contenuti più populistici del referendum (via i politici parassiti, meno soldi spesi, più efficienza, ecc.). Posto che nei prossimi mesi useranno di certo questi trucchi, la prima uscita di Renzi è stata invece: "se perdo me ne vado" Cosa che porta inevitabilmente tutte le opposizioni a unirsi - in modo trasversale - per uno scopo comune: mandarlo a casa (al di là della riforma costituzionale, buona o cattiva che sia)....

L'area governativa non può nemmeno contare sull'astensione (il referendum non ha quorum) la quale tradizionalmente colpisce l'area governativa mentre l'attuale opposizione ha una capacità di mobilitazione elettorale molto maggiore (sinistra non governativa, M5s, Lega, ecc.).

Insomma, si possono fare molti ragionamenti, persino ovvi, sulla debolezza di partenza del fronte governativo.

E allora c'è da chiedersi: la strategia del governo è frutto di miopia e idiozia (possibilissimo) o c'è uno scenario volontariamente suicida o un mix di entrambi gli aspetti (menti raffinate che spingono al suicidio sfruttando l'idiozia dei suicidanti)?
Ma a quale scopo?

Ecco un'ipotesi:

Ad ottobre, dopo la sconfitta referendaria, il governo si dimette e si apre la crisi. Siamo a due mesi dalla fine dell'anno, la legge finanziaria non è stata ancora approvata. Si apre un periodo di fortissima instabilità. La situazione internazionale è critica, il nuovo presidente americano si mostra bellicoso, l'economia e la finanza mondiale hanno le convulsioni. In Italia si apre una crisi bancaria dirompente (innesco MPS, Carige, le banche venete?), panico e fuga dalle banche.

Un governo "tecnico" attinge all'unica risorsa disponibile: il MES, ossia il fondo salva Stati che però affonda gli Stati. Conseguentemente la troika entra in Italia in via ufficiale e detta le condizioni. Effetto Grecia.------


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