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giovedì 8 ottobre 2015
Dimissioni Marino, il Pd in pressing "Si sono dimessi tutti gli assessori"
Le voci insistenti di un'uscita di scena del sindaco, sotto attacco tra l'altro per le spese istituzionali, si rincorrono da ieri e stamani vengono ribadite anche in ambienti del Pd romano. Secondo i grillini l'intera giunta avrebbe già fatto un passo indietro.
Roma circola insistente la voce di un passo indietro del primo cittadino dopo il "guaio" delle spese istituzionali contestate
- Non cessa il pressing del Pd per far dimettere Ignazio Marino. Le voci insistenti di un'uscita di scena del sindaco, sottoattacco tra l'altro per le spese istituzionali, si rincorrono e vengono ribadite anche in ambienti del Pd romano. Alle 12 in Campidoglio è convocata una Giunta. "Se Marino vorrà prendere delle decisioni ne prenderemo atto", ha detto l'assessore alla Legalità Alfonso Sabella, da sempre strenuo sostenitore del sindaco di Roma.....
"Se Marino non può più garantire la figura del sindaco onesto e integerrimo allora per lui è il game over", è il commento che è emerso durante "l'unità di crisi" dei Dem a Roma. Anche il suo sostenitore più fervido, Matteo Orfini, ha dovuto arrendersi. E dire che Matteo Renzi sin dai tempi delle contravvenzioni in Panda e diMafia Capitale avrebbe voluto il primo cittadino fuori dai giochi.
"Come Sel chiediamo al sindaco Marino di valutare le dimissioni". Così il segretario romano di Sel, Paolo Cento, che alle 16 alla Camera, vedrà Orfini. Nell'incontro verrà valutata una exit strategy per uscire dall'impasse politica che sembra gravare sul Campidoglio. Sul piatto una possibile mozione di sfiducia o azioni comunque risolutive. Cento per ora non si sbilancia e dice: "Vediamo cosa accade questa mattina.Ci confronteremo con il Pd sulla situazione".
Il rebus ora si gioca tutto intorno alle elezioni. Il segretario-premier teme che la scelta degli elettori possa concentrarsi sul M5S. Se Marino dovesse dimettersi adesso si andrebbe infatti alle elezioni a maggio 2016 insieme agli altri comuni come Milano e Torino. Tempo troppo esiguo per permettere al Partito democratico di riabilitare la propria immagine infiacchita dagli scandali di Mafia Capitale. Fino a febbraio comunque terrebbe le redini della Giunta Matteo Orfini.
La linea più conveniente per il partito sarebbe resistere fino al 24 febbraio ed evitare la tornata elettorale accorpata alle altre amministrative. In questo modo se ne riparlerebbe a ottobre, tutto il tempo per far dimenticare agli italiani i danni fatti con questa amministrazione. A meno che la Procura di Roma, che indaga sulle note spese, non emetta un avviso di garanzia nei confronti del sindaco: a quel punto sarebbe dimissione immediata.
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