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lunedì 6 aprile 2015

blog Beppe Grillo - Passaparola: Liberate l'informazione dai partiti, di Enrico Mentana

Blog: La settimana scorsa è stato ospite da Fazio e ha parlato della riforma Rai voluta dal governo. Ci può spiegare quale è la sua opinione in merito? 
Mentana: La mia opinione sul progetto di riforma della RAI, così come è emerso ma ancora non esiste un testo è che quella non è una riforma della RAI, quella è una riforma del meccanismo di elezione del Consiglio di Amministrazione della RAI e del vertice operativo, non è una riforma, è un pannicello che viene messo perché sta per scadere l’attuale Consiglio di Amministrazione, bisogna dare un senso di novità al nuovo board di direzione della RAI, ma così non si riforma. E non si ottiene davvero quel grado di separazione che bisogna instaurare tra la politica a livello esecutivo e a livello legislativo e la RAI, servizio pubblico radiotelevisivo.
Blog: E della proposta del M5S di riforma della RAI che ne pensa? 
Mentana: Penso che ci sia nella proposta del Movimento Cinque Stelle ancora un senso di indeterminatezza, ma più in generale, non volendo parlare delle singole possibilità e proposte che ci sono in sede parlamentari, penso che una riforma della RAI può essere soltanto il prodotto di una discussione aperta in Parlamento, nelle aule della Camera e del Senato su cosa deve essere il servizio pubblico. Ci deve essere ancora un telecomando con i primi 7 posti decisi tre RAI, tre Mediaset, uno La7 e un monopolista della televisione satellitare, cioè Sky? O questo è un quadro che può cambiare? Poi la RAI deve restare pubblica? Tutta pubblica? In parte pubblica? E nel caso come la si mette sul mercato? Magari anche lasciandola pubblica, una parte com’è successo a Rai Way potrebbe finire quotata in borsa, ovviamente tutta la RAI diventare una società quotata con ancora la maggioranza del tutto in mano al tesoro? Fatte le scelte di fondo, queste e altre, si può decidere cosa fare della RAI, che secondo me comunque non può più essere quello che è stata, intanto per tutti questi anni si è proclamata e sbandierata una centralità della RAI in contrapposizione a Berlusconi e cioè a Mediaset, non aveva senso allora non avrebbe senso adesso, non perché Berlusconi non abbia molto controllato Mediaset, lo dice lealmente uno che ha lavorato a Mediaset e sa che ha potuto essere libero, a prezzo che qualcun altro magari non lo fosse. Ma perché in generale non si può pensare a un servizio pubblico radiotelevisivo in relazione con altri soggetti, deve avere una sua mission precisa, che può essere soltanto la scelta di un Parlamento e di un governo coerenti che poi nel momento in cui fanno l’atto iniziale devono sapere dire: e ora vai con le tue gambe, ti diamo un comitato di saggi che deciderà volta per volta chi saranno tuoi dirigenti, ma noi non toccheremo più nulla, neanche una molecola, un ingranaggio....

Blog: Sempre da Fazio ha cercato di toccare la questione "RAI-POLITICA", qui è in campo neutro. Crede sia possibile separare nettamente e definitivamente l'informazione pubblica dalle pressioni dei partiti? 
Mentana: In politica non ho mai visto un dirigente che preferisce avere contro la televisione, non ho mai visto un leader politico di maggioranza o di opposizione che preferisce che si parli male di lui stesso o del suo movimento o del suo partito, è chiaro che nel momento in cui l’occasione fa l’uomo editore, della televisione, qualsiasi movimento se può dire la sua, lo fa, la questione è proprio quella di fondo, la politica anche legittimamente, crede di dover stare a capotavola nelle scelte importanti, ma un conto è decidere l’impostazione della RAI per esempio, un conto è avere l’accesso diretto alla scelta di chi comanda in RAI o di chi ha ruoli, direttori di telegiornali? Di reti o quant’altro, perché ci sono tante professionalità là all’interno che se lasciate libere renderanno tanto, c’è qualcuno magari che non riuscirà a manifestare altra vocazione che è quella che magari ha già avuto di attaccare l’asino dove vuole il padrone, allora basta togliere il padrone e anche l’asino dovrà combattere in modo diverso. La questione poi si cala oggi nella situazione attuale, perché c’è il progetto di legge dell’Italicum, che dà un grandissimo potere a chi vincerà le elezioni, ora Renzi dice: non preoccupatevi perché se vinco io ho la mia idea, la RAI resterà totalmente libera, uno può anche per comodità di ragionamento dire: va bene, sarà anche così, ma se invece non vinci tu e vince un altro chi ci garantisce che avrà la stessa liberalità? Noi non possiamo sperare che un leader che vince le elezioni sia buono, aperto e quindi lasci in pace la RAI se ha tutti i meccanismi che gli permettono di controllarla strettamente, è per questo che sono più importanti le leggi degli uomini, perché devono valere anche quando cambiano gli uomini
BlogQuali sono gli "obblighi" e i "compromessi" a cui un direttore/giornalista RAI deve sottostare?
Mentana: Non voglio giudicare come adesso i giornalisti della RAI vivono la pressione della politica, intanto perché ho lasciato la RAI nel 1991 e quindi non ne ho più una conoscenza diretta se non da avversario prima Mediaset e adesso La7 e poi perché non mi va di fare l’arbitro perché sono un giocatore. C’è un altro aspetto in più se un telegiornale è emanazione di una emittente che ha come editore il Parlamento, la cosa più semplice che accade è che quel Direttore per non scontentare nessuno parlerà di tutti, ma così si fa tribuna politica, si fa una rassegna parlamentare, non si fa un telegiornale, penso che un direttore di un telegiornale anche della RAI, abbia il sacrosanto diritto di dire, oggi il Movimento Cinque Stelle non ha fatto notizia, non parlo del Movimento Cinque Stelle, domani solo il Movimento Cinque Stelle ha fatto notizia? Domani parlo solo del Movimento Cinque Stelle, non voglio che poi suoni un minuto dopo il mio telefono è c’è il Direttore generale che si chiamerà amministratore delegato, Presidente, un membro del Consiglio di Amministrazione, magari eletto dal Parlamento che mi dice: ma cosa hai fatto, adesso mi ha telefonato il leader di quel… no uno deve avere la piena libertà di sbagliare o di fare bene o comunque di fare la sua scelta editoriale a un giornale sapendo che è stato scelto perché è una persona equilibrata che non fa di testa sua a pieno arbitrio, ma tenta di fare un giornale che sia competitivo, secondo una mission che gli ha dato il suo editore, che gli ha detto “tu devi fare un giornale popolare", oppure "un telegiornale settoriale, economico, di cronaca” dite come devono essere i telegiornali e le reti, poi però lasciate lavorare in pace i professionisti che avete scelto perché sono liberi professionisti.
BlogLei oggi è riconosciuto come un giornalista che si fa rispettare. Si è mai trovato nella situazione di dover scegliere se assecondare il volere di qualcuno dall'alto, magari un uomo politico, oppure fare di testa sua e optare per un'informazione corretta e imparziale? Se sì, quanto le è costata questa decisione?
Mentana: Non è un segreto per quanto mi riguarda che io me ne sono andato più di una volta, mi sono alzato dalla poltrona più di una volta, sono anche stato sollevato dalla poltrona più di una volta, perché tu puoi fare un buon prodotto se vieni lasciato libero di fare, di far bene o di sbagliare, però secondo una tua logica, un tuo calcolo professionale di interesse, la passione per le notizie, oppure puoi fare un giornale di area, di partito, è legittimo, io non lo so fare. Quando l’esigenza dell’editore era diventata di fare un giornale di area, più attento a alcune ragioni che a altre era evidente che non ci potevo più stare.
BlogCome considera il trattamento dei telegiornali nei confronti del M5S?
Mentana: Riguardo a come viene trattato il Movimento Cinque Stelle dagli altri telegiornali, lo dico francamente, ho un alibi, io a quell’ora faccio il mio di telegiornale, quindi non vedo la mia concorrenza! So però che al di là degli altri telegiornali che sono retti da solidi professionisti, c’è una tendenza molto diffusa nell’informazione a trattare il Movimento Cinque Stelle come una sorta di straniero, devo dire che la stessa logica che venne messa in atto per la Lega 20 anni fa, tanto per fare un esempio, un errore clamoroso secondo me nei confronti del telespettatore e dell’elettore eventuale, perché è giusto parlare di tutti i fenomeni, nel caso del Movimento Cinque Stelle stiamo parlando del movimento che è passato da 0 al 25% alle sue prime elezioni parlamentari, come fai a non parlarne è abbastanza inconcepibile, del Movimento Cinque Stelle lo dico francamente, si parla a volte soltanto per delle cose così che sono folcloristiche magari, che ha anche in Movimento Cinque Stelle come altro partito o movimento presente in Parlamento. Se di Renzi si parlasse soltanto per le vicende familiari etc., giustamente, legittimamente si arrabbierebbe e il telespettatore direbbe: non sei equo! Non c’è la stessa equanimità proprio nei confronti dei Cinque Stelle ma questo è molto diffuso e lo sanno tutti e secondo me lo sanno anche coloro che hanno questa sorta di disprezzo o di trattamento di Serie B.
BlogTornerebbe mai in RAI?
Mentana: La carriera di un giornalista, la sua cavalcata attraverso gli anni di formazione e informazione, crescita e poi inevitabile declino è fatta di scelte, lasciai la RAI nel 1991, mi sono un po’ imposto anche come avversario dei telegiornali della RAI, confesso che avrebbe un senso vedermici tornare, non ha senso nella RAI di oggi in assoluto perché non si è mai visto un direttore di giornale o cosa potrei altro fare che non va a votare, non è l’ideale esaltazione dei ruoli dei partiti.
BlogI talk show, i programmi di info-intrattenimento hanno un futuro felice o sono destinati all'estinzione?
Mentana: Il futuro dei talk show invece e delle altre forme di infotainment è un futuro difficile da disegnare, non c’è dubbio che abbiamo dato porzioni assolutamente abbondanti, troppo abbondanti in questi anni ai telespettatori che poi hanno cercato qualsiasi altra via d’uscita alle loro serate per non dover sempre vivere soltanto di confronti politico – giornalistici, però ho notato che appena si accende l’attenzione per un tema politico, poi le platee dei talk show, le platee del pubblico tornano a affollarsi, quindi la formula non è usurata, semmai sono le dosi da cavallo!

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