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domenica 1 febbraio 2015

La Repubblica dei tradimenti incrociati

L'elezione al Colle di Mattarella mostra un Parlamento fondato sul voltafaccia. Ecco come cambiano gli equilibri in Aula. Renzi ha tradito Berlusconi che è stato tradito da Alfano che lo aveva già tradito prima per Letta e poi per Renzi che aveva tradito Letta dopo aver tradito Prodi.
 Sembra uno scioglilingua, in verità potrebbe essere il breviario di quella che pare una Repubblica fondata sul voltafaccia. La politica, d'altra parte, è anche questo. E il leader di Forza Italia si è forse fatto trovare con la guardia abbassata se in poco più di 48 ore ha preso il cosiddetto «pacco» sia dal premier che dal suo ex delfino.
Questo, almeno, raccontava ieri in privato un Berlusconi ancora molto amareggiato. Per come si è svolta la trattativa con Renzi che, ripete il leader di Forza Italia, avrebbe cambiato le carte in tavola all'ultimo minuto tirando fuori dal cilindro il nome di Sergio Mattarella. Ma anche per il comportamento di Alfano che non è riuscito a tenere il partito e alla fine ha deciso di cedere al pressing del leader del Pd e sfilarsi......
Ed è su tutti e due i fronti che rischiano di cambiare gli equilibri nelle prossime settimane. Rispetto a Renzi, certo. Perché Berlusconi è rimasto scottato ed è chiaro che seppure il patto del Nazareno reggerà agli scricchiolii il rapporto tra i due ne esce comunque compromesso. E questo al netto dei «franchi soccorritori» azzurri (circa una cinquantina) che ieri hanno sostenuto comunque Mattarella. Ma pure nei confronti di Alfano il mood non è più quello del riavvicinamento degli ultimi giorni. Se da una parte Berlusconi considera un segnale positivo i toni di apertura usati ieri da uno solitamente non tenero con Forza Italia come Gaetano Quagliariello, dall'altra resta la delusione per quello che legge come un altro tradimento da parte di Ncd.
Al punto che nel centrodestra il rischio è che si ritorni indietro di qualche mese e si tiri una bella riga rossa sulle ipotesi di alleanze su cui si è ragionato in queste settimane. Per le regionali di primavera, dunque, tutto torna in discussione. Non solo perché da ieri è ancora più complicato mettere insieme Ncd e Lega, ma anche perché Berlusconi vuole prima dare un occhio ai sondaggi e capire che margini ci sono nelle sette regioni chiamate al voto. Dovessero essercene pochi (come in effetti sarà), allora la tentazione è quella di correre da soli e alzare la bandiera identitaria.
http://www.ilgiornale.it/news/politica/1088363.html

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