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sabato 9 agosto 2014

Spending review, ecco dove ..."si deve"...tagliare in Piermonte.




PS: Ecco la riprova di come vengono..."comprati"...i voti per arrivare a governare....vergogna!
umberto marabese
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Scritto da Carlo Manacorda, economista
Pubblicato Sabato 09 Agosto 2014, ore 7,33
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Accertati nuovi e franosi buchi nei conti, l’Assessore Antonio Saitta annuncia un poderoso programma di revisione della spesa per la Sanità piemontese. Giustissimo, incidendo essa per l’80% circa sui conti totali della Regione. Laspending review di Piazza Castello potrebbe magari trovare anche alcuni spunti leggendo le 2.485 pagine dell’«Albo dei beneficiari di provvidenze economiche», erogate dalla Regione Piemonte nell’esercizio 2013.

La pubblicazione dei dati di questa natura – già prevista da norme precedenti – è stata resa definitivamente obbligatoria dalle disposizioni sulla pubblicità degli atti delle amministrazioni pubbliche, previste dal decreto legislativo 33 del 2013. Se ne occupa l’articolo 26. Evidente lo spirito della norma: far (finalmente) conoscere ai cittadini quei rivoli e rivoletti della spesa pubblica spesso di ispirazione clientelare e non riconducibile alle finalità istituzionali dell’ente. Rispetto alle precedenti, una novità è rappresentata dal fatto che lapubblicazione è prevista soltanto per le erogazioni superiori a mille euro. Forse per eccessivo zelo, l’Albo pubblicato dalla Regione Piemonte espone tutte le erogazioni, comprese quelle di poche decine o centinaia di euro. Escludendo queste, le 2.485 pagine si sarebbero ridotte a qualche centinaio, rendendo quindi più trasparente (e leggibile) il documento. Inoltre, le erogazioni sono pubblicate in un guazzabuglio che unisce somme rappresentanti presumibili liberalità con erogazioni istituzionali (ad es., Teatro Regio, Museo Egizio, Ipla, trasferimenti a Province e Comuni) e verosimili pagamenti a società di trasporto locale o per resa di servizi. Compaiono addirittura versamenti a un elevato numero di Istituti bancari, forse dovuti a corrispettivi per prestazioni; si spera non per “provvidenze”, come enuncia la denominazione dell’Albo......
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Questa miscellanea non risponde ai principi stabiliti dal decreto 33. Essi stabiliscono che le pubblicazioni devono presentare, tra l’altro, “semplicità di consultazione, comprensibilità e omogeneità”. Analoghi principi compaiono nel sito della Regione Piemonte, sezione “Amministrazione trasparente”. Si promette (?) che essa garantisce “comunicazioni tempestive, chiare e semplificate nell’ottica di avvicinare l’ente ai soggetti e permettere condivisione, partecipazione e controllo”. Non vanno certo in questa direzione le numerose erogazioni a favore di misteriosi acronimi ignoti anche a Internet (società? Associazioni? Altre entità?). Neppure si rispetta un’altra regola prevista sia dal decreto 33 sia dalla normativa cui la Regione, nel caso specifico, dichiara di attenersi. E cioè il decreto del Presidente della Repubblica 118/2000, che imporrebbe che, per ciascun soggetto che figura nell’Albo, venga indicata la disposizione di legge sulla base della quale avvengono le erogazioni. Di queste indicazioni, nel documento regionale non c’è traccia. E così, per i lettori esterni, restano ignote le motivazioni dei pagamenti (con buona pace del “controllo” che anche il cittadino dovrebbe poter fare sugli stessi).

Nel decreto 33c’è inoltre un’altra regola “pesante” della quale leggendo l’Albo è difficile stabilire il rispetto: “la pubblicazione costituisce condizione legale di efficacia dei provvedimenti che dispongano concessioni e attribuzioni di importo superiore a mille euro”. Per concludere, una chicca. Tra i beneficiari delle provvidenze economiche compare anche la Regione Piemonte (pag. 1.984 dell’Albo). Perché è beneficiaria di se stessa? Stando al titolo dello scritto,qui però non interessano questi aspetti formali. Neppure si vuole entrare nel merito di ciascuna erogazione. Il merito sarà stato valutato nell’ambito delle discrezionalità dell’amministrazione. Può sorprendere certamente che vengano dati contributi a enti che dovrebbero avere gestioni autosufficienti (ad es., Camere di Commercio, Iren Energia S.p.A. – 15 mila, Consorzio export gioiellieri valenzani – 300 mila). In ogni caso, qui ci limitiamo a riportare qualche “curiosità”, qualora potesse offrire spunti all’operazione di revisione.

Le associazioni e agenzie culturali numericamente la fanno da padrone. Spulciando l’elenco, si legge che si danno 30 mila euro a quella “culturale per la letteratura”, 25 mila a quella “suoni e colori”, 14 mila e 42 mila rispettivamente a quelle “delle imprese delle attività economiche professionali di Mondovì Breo e di Alessandria centro”. Alla “Associazione difendiamo il futuro” vanno 40 mila euro, 44 mila a “Evviva Borgosesia”, 15 mila a “Gattinara in”, 25 mila ai “Portici di Orbassano”, 35 mila a “Fossano insieme” (ce ne sono 2: musica e medici; a chi?). Poi ci sono i 100 mila alla “Nazionale Arpitesca”(quella della pittura o quella che cura gli invalidi?), 200 mila a“ italiana alberghi per la gioventù”, 54 mila ai “Musei dell’Ossola”, 897 mila a “Le terre dei Savoia”, 40 mila al “Club di papillon” (promuove la cultura popolare attraverso il gusto), 200 mila alla “Marcovaldo”, 45 mila alla “Casa della resistenza di Fondo Toce”, 20 mila alla “Anonima fumetti”, 274 mila all’«Agenzia Servizi Formativi di Cuneo», 1 milione e 800 mila alla “CNOS FAP” (Centro Nazionale Opere Salesiane).

Anche le Fondazioni fanno la loro parte. Alcuni esempi. “Amici della Cattedrale di Novara”: 148 mila. “Amleto Besostri Città di Saluzzo”: 11 mila. ANA (si presume alpini e si spera di qualche località piemontese): 10 mila. “Montagna sicura”: 860 mila. “Per il libro, la musica e la cultura di Torino”: 480 mila. “Piazza dei mestieri”: 340 mila. “Solomon R. Guggenheim” (di dove?): 130 mila. “Formazione 80 srl” (irreperibile): 35 mila.

Sovvenzioni bipartisan. “Assemblee di Dio in Italia” (chiese cristiano-evangeliche) 142 mila. “Chiesa cristiana avventista VII giorno di Torino”: 47 mila. “Centro culturale diocesano di Susa”: 11 mila. “Congregazione delle Suore della purificazione” (Savona): 21 mila. “Centro italiano opere femminili salesiane”: 133 mila. “Seminario vescovile di Tortona”: 90 mila. “Istituto Madonna delle grazie delle salesiane di don Bosco”: 15 mila. “Congregazione fratelli delle scuole cristiane”: 65 mila. “CGIL Regionale Piemonte”: 55 mila. “CISL Alessandria”: 6.500.

E poi a caso. Confraternite. “S. Bernardino e S Giacomo”: 12 mila. “S. Gerolamo” di Costigliole d’Asti: 40 mila. “SS Trinità e San Giuseppe”: 34 mila. “Pumpur de Neive”:1.000.Unioncamere:25 mila. Unione industriale (AL): 180 mila. Ordine architetti di Cuneo: 60 mila. E per l’internazionalizzazione: “Association europeenne des elus de montagne”: 16 mila. “Association pour le developpement Keur Serigne Louga”: 14 mila.

Il decreto 33 stabilisce che devono anche essere resi pubblici i criteri e le modalità cui le amministrazioni devono attenersi per la concessione delle liberalità di qualunque genere a persone ed enti pubblici e privati. Vista l’ampia varietà delle liberalità, nella Sezione “Amministrazione trasparente” della Regione tali criteri parrebbero parziali. Ma esisteranno sicuramente per ogni genere di sussidio. Si prevedrà (si pensa) che sia concesso in base a dettagliate e motivate richieste coerenti con la programmazione regionale, con obbligo di rendicontazione e con rispetto delle norme fiscali. Si comproverebbe così il necessario rapporto costo/beneficio dell’intervento.

A conti fatti, la casualità delle liberalità che emerge dall’Albo 2013 fa pensare a pagamenti estranei ad eventuali piani mirati al raggiungimento di determinati obiettivi. Spesso la destinazione (geografica o altra) fa intuire il proponente. Difficile a comprendersi perché, tra enti simili, alcuni ricevono ed altri no. Ai secondi forse è mancato un padrino.


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