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martedì 29 luglio 2014
L’Unità, stop a pubblicazioni dal primo agosto: “Giorno di lutto per la democrazia”...si, quella"...Cristiana".
PS: E' uguale alla storiella "dell'asino e del padrone": ...c'era una volta un padrone dis-onesto (ergo Pd) che si diceva orgoglioso perche il suo asino-factotum, viveva da un po' di tempo senza mangiare(ergo i lettori non comprano più L'Unità)...poi d'improvviso si disperò perchè il povero asino morì, e disse: e pensare che si stava abituando a non mangiare.....<< Gramsci potrà finalmente riposare in pace...>>
umberto marabese
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Il quotidiano fondato da Gramsci a partire da venerdì non sarà più in edicola. La decisione nell'anno del 90esimo anniversario della nascita. Il vicedirettore: "Senza parole di fronte a scempio". I lavoratori: "Hanno ucciso il giornale. Noi continueremo a lottare guardandoci anche dal fuoco amico". In serata Renzi su Twitter: "Purtroppo non è del Pd. Se lo fosse non chiuderebbe". Dal primo di agosto ‘l’Unità’ non sarà più in edicola. Lo comunica Nuova iniziativa editoriale spain liquidazione, società editrice del quotidiano. La notizia campeggia nell’apertura del sito online del giornale sotto il titolo. La decisione dovuta alle grave situazione economica arriva poco dopo le celebrazioni del 90esimo anniversario della nascita. La redazione aveva lanciato l’allarme già negli scorsi mesi, appellandosi anche ad un intervento di “responsabilità” da parte del Partito democratico e di Matteo Renzi......Così oggi il vicedirettore Pietro Spataro su Twitter rilancia: “Chi aveva detto #iostoconlunita non ha fatto nulla. Senza parole di fronte a uno scempio”. Amarezza anche dal comitato di redazione: “Fine della corsa. Dopo tre mesi di lotta, ci sono riusciti: hanno ucciso l’Unità. Gli azionisti non hanno trovato l’intesa su diverse ipotesi che avrebbero comunque salvato il giornale. E’ un giorno di lutto per la democrazia“. In serata anche il commento del presidente del Consiglio Matteo Renzi che sui social network scrive: “Purtroppo” l’Unità non è del Pd. Se lo fosse non chiuderebbe”. “I lavoratori”, dicono i giornalisti, “sono rimasti soli a difendere una testata storica. Un fatto di gravità inaudita, che mette a rischio un’ottantina di posti di lavoro in un momento di grave crisi dell’editoria. I lavoratori agiranno in tutte le sedi per difendere i propri diritti. Al tempo stesso, con la rabbia e il dolore che oggi sentiamo, diciamo che questa storia non finisce qui avevamo chiesto senso di responsabilità e trasparenza a tutti i soggetti, imprenditoriali e politici. Abbiamo ricevuto irresponsabilità e opacità. Questo lo grideremo con tutta la nostra forza. Oggi è un giorno di lutto per la comunità dell’Unità, per i militanti delle feste, per i nostri lettori, per la democrazia. Noi continueremo a combattere guardandoci anche dal fuoco amico”.
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