PS: “Se ne può discutere, ma non è un punto centrale”. “Si può approfondire, vedremo”. “Non mi sono fatta un’opinione, se ne potrà discutere”. Boschi, Guerini, Serracchiani. Tre frasi per tre rappresentanti dell’ortodossia renziana (di governo e di partito) che sintetizzano la linea sul tema dell’immunità reintrodotta per i senatori post-riforma, cioè consiglieri regionali e sindaci.>>...la non vergogna, la mancanza di morale di queste "signore" del Pd non è quantificabile, mentre la buona parte degli elettori del Pd non sono così, io ne conosco moltissimi, non sono così...ma allora come fate a votare questo Pd ripieno di personaggi, sopratutto ..."donne"...che al primo ..."ma non si potrebbe cercare di cambiare"...ringhiano come jene mentre si disputano con gli artigli gli ossi dei defunti , pochi, personaggi politici che vorrebbero poter ..."parlare, chiedere, proporre qualcosa di diverso"...come in un governo "in democrazia"...o forse è rimasto solo ..." in un governo"...e non c'è più la "...democrazia..."? Io la penso, purtroppo, così!
umberto marabese
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Il ministro delle Riforme interviene su Repubblica...... per prendere le distanze dagli emendamenti che hanno reintrodotto le garanzie per i nuovi senatori che arriveranno dai consigli regionali. E cita "alcuni costituzionalisti" favorevoli all'immunità. Renziani in difesa anche su altri quotidiani. Guerini: "E' una proposta dei relatori, si può approfondire, vedremo". Serracchiani: "Non ho un'opinione, se ne può discutere in seguito". “Se ne può discutere, ma non è un punto centrale”. “Si può approfondire, vedremo”. “Non mi sono fatta un’opinione, se ne potrà discutere”. Boschi, Guerini, Serracchiani. Tre frasi per tre rappresentanti dell’ortodossia renziana (di governo e di partito) che sintetizzano la linea sul tema dell’immunità reintrodotta per i senatori post-riforma, cioè consiglieri regionali e sindaci. La reintroduzione targata Finocchiaro-Calderoli delle garanzie per i componenti di Palazzo Madama, ha provocato ieri una spaccatura all’interno del Partito democratico, con una levata di scudi da parte della sinistra del partito (da Civati a Chiti) ma non solo (Sandra Zampa). In prima battuta gli esponenti più vicini al premier Renzi non si sono esposti, mentre leggendo i giornali di oggi non mancano interviste in cui la linea emerge con chiarezza: prendere le distanze, lasciare intendere un possibile cambiamento, ma senza condannare a priori il provvedimento.
Da questo punto di vista le parole più nette arrivano, su Repubblica, da Maria Elena Boschi, ministro per le Riforme. Il punto dell’immunità per i senatori, dice, “si può discutere ma non è centrale“. Boschi chiama fuori l’esecutivo e non risparmia una frecciata ai “costituzionalisti” già oggetto di critiche in fase di scrittura dell’Italicum. “Il governo aveva fatto la scelta opposta. In commissione, viste anche le maggiori competenze di Palazzo Madama, molti hanno chiesto di mantenere l’immunità. E alcuni costituzionalisti condividono. Mi dispiacerebbe comunque se questa sensibilità assolutamente legittima offuscasse la portata di questa riforma”. Quando si sente chiedere se questa misura non possa essere un privilegio di Casta frutto dello scambio con Berlusconi, Boschi si indigna: “Ma quale scambio! Berlusconi è fuori dal Senato da alcuni mesi e quindi non c’entra. La richiesta dell’immunità non è una condizione chiesta da Forza Italia. E’ emersa durante i lavori ed è stata sollevata da diverse forze politiche”. E comunque il ministro precisa: “La mia idea è molto chiara, niente immunità per non creare un’incomprensibile differenza con gli altri consiglieri regionali”. Da qui si arriva al “si può discutere”, derubricando il punto a “non centrale”.
Stesso tenore, anche se con una formula più sbrigativa, per il portavoce della segreteria PdLorenzo Guerini, che su La Stampa si distingue dal ministro soprattutto per l’uso della parola “guarentigie”. Anche lui conferma che non si tratta di un elemento centrale,. Anche lui apre a possibili modifiche ma- come il ministro – non vuole farsene promotore: “L’immunità per i senatori è la proposta dei relatori, la ratio credo sia quella di equiparare le guarentigie dei senatori a quelle dei deputati, dopodichè i rilievi di Civati hanno una loro dignità, credo sia opportuno nel dibattito parlamentare si approfondirà la questione. Vedremo il confronto. Non è comunque questo l’elemento su cui ruota la riforma e la sua tenuta”.
Terza intervista, questa volta sul Corriere della Sera, per Debora Serracchiani, vicesegretario Pd e presidente della Regione Friuli. Serracchiani parla, in generale, di “una riforma che cambia il volto del Paese” (e precisa che le riforme si fanno con chi ci sta, difendendo l’asse con Forza Italia). E aggiunge: “Una riforma vera, corposa. Un fatto epocale“. A proposito dell’immunità e delle polemiche che sono seguite, il vice-segretario dice: “Nel testo del governo non c’era, è stata aggiunta dai relatori. Non mi sono fatta un’opinione sul tema, se ne potrà discutere in seguito”. Insomma, la linea Boschi-Renzi è confermata: nessun affondo, ma anche nessuna proposta di cambiamento (motivata, in questo caso, dall’assenza di un’opinione).
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