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domenica 25 maggio 2014

Aleppo, tolta l’acqua a 2,3 milioni di persone, la condanna dell’Onu

PS: <<Il fronte di Al Nusra ha tolto l’accesso all’acqua per punire i civili che vivono nella parte della città controllata da Assad. Ban Ki-moon: «Violata legge internazionale»...>>....dove sono i leader dei paesi "democratici" che hanno organizzato questi assassini di inermi civili Siriani....Obana(USA)?... Holland(Fr)?... Camerun?(GB)...Monti-Letta-Renzi...(Pd)...? ...non è che possiamo denunciare al Tribunale dell'AIA?

umberto marabese
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Le Nazioni unite condannano il taglio dell’acqua ad Aleppo, in Siria, che ha tolto l’accesso all’acqua potabile ad almeno 2,3 milioni di persone. A dirlo è il segretario generale Onu, Ban Ki-moon, affermando che avere a disposizione acqua pulita è un diritto fondamentale, mentre negare ai civili forniture essenziali è una violazione della legge umanitaria e internazionale. Un appello è arrivato anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità......


Torture e orrori
I ribelli del fronte al-Nusra, legato ad Al Qaeda, hanno chiuso la principale stazione di pompaggio dell’acqua ad Aleppo, per punire i civili che vivono nella parte della città controllata dal governo del presidente Bashar Assad, secondo Rami Abdurrahman dell’Osservatorio siriano per i diritti umani.Il Fronte, ha detto Abdurrahman, ha tentato di far ripartire l’impianto ma le forniture restano discontinue e l’acqua continua a mancare in vaste zone. «Non hanno specialisti che si occupino del pompaggio e hanno danneggiato la stazione. Hanno tentato di farla rifunzionare e a volte questo accade, altre volte no. L’acqua va e viene, ma sinora non ha un flusso come quello precedente», ha spiegato. In un video diffuso dalla France Presse si vedono uomini e bambini raccogliere l’acqua dalle pozzanghere e dai canali.

Nei giorni scorsi avevano destato orrore le immagini diffuse da Isis, altro gruppo jihadista di presunte spie del regime uccise e crocifisse in piazza. D’altro canto il regime non cessa di bombardare la popolazione civile mentre non si fermano le polemiche per i ritardi nella distruzione delle armi chimiche. Nel frattempo, in vista delle elezioni del 3 giugno, non scende la tensione. E’ di almeno otto morti il bilancio dell’esplosione di un’autobomba all’esterno di una moschea nella città di Binnish, in Siria. Lo ha reso noto l’Osservatorio siriano per i diritti umani, aggiungendo che il bilancio dei morti probabilmente aumenterà a causa delle decine di feriti in gravi condizioni.

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