In questa puntata di Ammazziamo il Gattopardo, tratto dal suo libro, Alan Friedman presenta la vera storia di come il debito ha cominciato a salire durante gli anni di malgoverno della prima Repubblica, e anche dopo. E illustra come la classe politica ha sprecato decenni senza affrontare le grandi riforme, necessarie per rimettere il Paese sul binario della crescita e dell’occupazione.
Friedman incontra Giuliano Amato, ex-consigliere economico di Bettino Craxi, oggi alla Consulta, e Amato spiega come i socialisti e i democristiani hanno usato la spesa pubblica contro il Pci......
, facendo salire il debito nel tentativo di attirare voti. Amato spiega anche perché nessun governo è riuscito a fare le riforme strutturali di vasta portata, e cita Massimo D’Alema che sostiene che gli italiani non hanno capito che «entrare nell’Euro non è arrivare a un traguardo ma salire su un ring.»
, facendo salire il debito nel tentativo di attirare voti. Amato spiega anche perché nessun governo è riuscito a fare le riforme strutturali di vasta portata, e cita Massimo D’Alema che sostiene che gli italiani non hanno capito che «entrare nell’Euro non è arrivare a un traguardo ma salire su un ring.»
Amato sostiene che l’Italia affronta le riforme importanti solo in tempi di emergenza. «Se qualcosa è necessario ma pochi capiscono che è necessario, è molto difficile da fare salvo nei momenti di emergenza; stiamo per affondare, facciamo qualcosa. Infatti in questi anni quando stavamo per affondare abbiamo fatto qualcosa ma l’aspettativa era che poi l’onda sarebbe passata e noi avremmo continuato tranquilli come prima».
Alla fine Matteo Renzi, intervistato da Friedman, commenta la situazione così: «Quale padre lascia i debiti ai figli? Può succedere, per un problema, ma solitamente un padre cerca di risolvere il problema ai figli. Invece la mia generazione si trova a che fare con un debito pubblico portato alle stelle dal passato, dobbiamo sistemarlo. In questi anni tutti i problemi che stavano sul tappeto vent’anni fa sono rimasti lì, burocrazia, giustizia, fisco, organizzazione dello Stato. La colpa è della politica. Ma non si possono dichiarare assolti i dirigenti delle banche, i dirigenti delle università, i grandi gruppi editoriali. L’Italia è rimasta ferma per colpa della politica e di chi non ha saputo incalzare la politica».
03 marzo 2014
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