Mentre al Nazareno si consuma una direzione Pd chiamata a votare il
'benservito' a Letta, i fedelissimi di Berlusconi insistono affinché il
premier si presenti alle Camere per andare alla conta. Il guru dei
grillini, Casaleggio, rincara la dose salvo poi dire: "Non daremo la
fiducia a Renzi, però valuteremo proposte. Legge elettorale? Vediamo se
vicina a nostra". Scelta civica dà l'ok al segretario dem. |
A insistere sulla questione è stato il capogruppo di Fi al Senato, Paolo Romani: "Chiediamo al presidente Giorgio Napolitano di prendere atto che il segretario del partito maggiormente rappresentato in parlamento ha confermato l'intenzione di non sostenere più l'attuale compagine governativa e di invitare l'attuale presidente del Consiglio a presentarsi alle Camere. Non può essere sufficiente la riunione della direzione di un partito per interrompere la vita di un governo della Repubblica e decretarne la fine". E ancora: "E' buona regola istituzionale - prosegue - che sia il parlamento a dare o ritirare la fiducia a un governo. Inammissibile immaginare che questa vicenda si concluda tout court con le dimissioni di Letta e l'inizio delle consultazioni con il presidente della Repubblica per la formazione del nuovo governo, senza passaggio parlamentare"......
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A rincarare la dose ci pensa Gianroberto Casaleggio, guru del M5S: "Io penso - sottolinea dopo aver incontrato i parlamentari Cinque Stelle per discutere della proposta rilanciata da Renzi in direzione di un governo guidato dal leader dem fino al 2018 - che i governi si sfiduciano e si fanno in parlamento. Quindi deve essere liberamente il parlamento a decidere. Il parlamento prima deve sfiduciare Letta e poi eventualmente se si forma un governo senza andare alle elezioni il parlamento dovrà dare la fiducia al nuovo governo". Subito dopo, tuttavia, chiarisce: "No fiducia a Renzi, valuteremo proposte. Il M5S ha una sua legge elettorale in discussione online e quando sarà terminata valuteremo se le altre proposte sul tappeto si avvicinano alla nostra. Se la riteniamo giusta, vicina al nostro programma, buona per i cittadini, noi la voteremo ma senza deleghe in bianco"........
Ma è sull'appoggio - da fornire o meno - a un nuovo governo Renzi che il partito di Silvio Berlusconi mostra una posizione che non è unitaria. Accanto a chi, come Gianfranco Rotondi e Daniela Santanchè, continua a ripetere che nel caso di una staffetta (o "cambio di ritmo", per dirla con le parole del segretario dem) Forza Italia sarà all'opposizione, fanno da contraltare le parole del senatore azzurro Sandro Bondi, che 'apre' a una collaborazione intelligente se "l'Esecutivo proporrà cose buone per gli italiani".
Proprio per fare il punto della situazione e studiare le mosse future alla luce di quello che potrà accadere nel corso della serata, nella sede di piazza San Lorenzo in Lucina, attorno alle 19, Berlusconi riunirà i big del partito. In queste ore, gli occhi sono puntati su Letta e su Palazzo Chigi, dove sono arrivati i ministri Angelino Alfano e Maurizio Lupi di Ncd. Approvata la relazione di Renzi al Nazareno, è arrivato l'annuncio: il premier domani salirà al Quirinale per rimettere il suo mandato nelle mani del presidente Napolitano.
Pochi minuti dopo l'intervento del leader Pd in direzione, il via libera a un governo 'Renzi I' senza passare dal voto arriva da Scelta civica, che fa già parte della compagine di governo attuale e che rientrerebbe nel toto-ministri di queste ore: "La relazione di Renzi - dice il segretario Stefania Giannini - ci ha dato una risposta molto importante. Chiedevamo chiarezza al Pd e chiarezza abbiamo avuto, soprattutto sulla linea di radicale cambiamento di cui c'è bisogno. Renzi ha indicato un obiettivo che per noi era e resta molto importante che è quello della legislatura costituente. Noi siamo entrati in parlamento per riformare il Paese e di certo non lo si può fare con un governo a orologeria".
Interpellato nel pomeriggio sulla crisi che investe in pieno l'attuale vertice di Palazzo Chigi, Romano Prodi replica: "Osservo, penso ma non do giudizi. Guardo dalla finestra già da un pezzo. Faccio gli auguri al Paese che ne ha tanto bisogno ma ricordiamoci che ci vuole un accordo con l'Ue perché da soli non ce la facciamo". Lo scorso anno il Professore, già premier e presidente della Commissione europea, fu 'impallinato' dai 101 franchi tiratori che in parlamento votarono contro la sua candidatura al Quirinale.
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