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giovedì 6 febbraio 2014

Alessandro Gilioli. L'orfano Enrico e il furbissimo Matteo


«Non so a voi, ma a me questi sembrano tanto - ma proprio tanto - i famosi "giochetti della vecchia politica".» [Alessandro Gilioli]

di Alessandro Gilioli


Stamattina, a Radio 24, Giorgio Squinzi pareva un deputato dell'opposizione: questo è un governo immobilista, niente ha fatto e niente sta facendo ancora, era meglio Andreotti, sono meglio le elezioni.
In effetti, il provvedimento per l'impresa forse più incisivo degli ultimi anni è arrivato (ieri) solo grazie a un emendamento del M5S.
Insomma il mantra della stabilità è passato di moda anche a Confindustria: del resto c'è da chiedersi quale stabilità rappresenti un governo nato con due azionisti forti (Berlusconi e il vecchio establishment Pd) di cui uno è passato all'opposizione e l'altro è uscito di scena.
Perfino Scelta Civica (sì, in Parlamento c'è ancora Scelta Civica) ieri ha chiesto un cambio di esecutivo e di premier: e il Nuovo Centro Destra di Alfano si è rapidamente accodato.
Insomma, a sostenere Letta sono rimasti giusto i suoi cari e il solito Napolitano.
Con questo bel quadretto, ci avviciniamo al famoso semestre europeo con cui ce la menano da un anno come se fosse l'esame di laurea. Se davvero è tale, diciamo che ci stiamo andando con i vestiti impataccati e la barba di tre giorni.
Eppure Letta resta lì: per il semplice motivo che Renzi non ha alcuna intenzione di prenderne il posto (volesse, potrebbe farlo domattina)......

È ovvio: gli è molto più utile - in termini di consenso e margini di manovra - rompere le scatole all'esecutivo restandone fuori, dire a Letta che non va bene niente e bisogna fare di più, i ministri e i problemi se li smazzi lui etc. Così quando si arriverà al voto per le politiche, non avrà addosso alcuna macchia per le condizioni in cui si trova il Paese: potrà dire a tutti che lui non c'entra, da domani cambia tutto.
E poi, come ha spiegato alla Stampa il piddino Walter Verini, «meglio la gallina domani che l'ovetto oggi». Adesso gli toccherebbe governare con una coalizione incasinata e un Parlamento già mezzo sputtanato, mentre il decisionista Renzi vuole maggioranza assoluta dei seggi e tanti yesman nei posti chiave.
Sicché abbiamo un governo politicamente orfano e ogni giorno di più "anatra zoppa", che però non può schiattare perché bisogna appagare i disegni di Renzi. Il quale ogni giorno spara sull'esecutivo, ma è leader del maggior partito che lo sostiene.
Non so a voi, ma a me questi sembrano tanto - ma proprio tanto - i famosi "giochetti della vecchia politica" di cui si diceva a gran voce di volersi sbarazzare.
E infatti siamo lì, anche come linguaggio: se passate nei caffè attorno ai Palazzi di Roma, in questi giorni piovosi, non sentirete parlare che di verifica, rimpasto e staffetta.
A chiudere gli occhi e a estraniarsi un attimo, uno si chiede se riaprendoli si ritroverà davanti il portaborse di Forlani e il braccio destro di Spadolini.
http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=97059&typeb=0&L-orfano-Enrico-e-il-furbissimo-Matteo

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