PS: <<Tutti i terreni agricoli nel raggio di km dall'inceneritore saranno inquinati e le coltivazioni finiranno non solo nelle mensa dei bambini ma anche sulle tavole di tutti alla faccia del, KM zero ! L'inceneritore e' il mezzo migliore per sostituire una discarica a terra con una discarica aerea che espande il danno per centinaia di chilometri : dalla padella nella brace .>>
umberto marabese
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Scritto da Antonio Barbaro*
Pubblicato Venerdì 08 Novembre 2013,
Pubblicato Venerdì 08 Novembre 2013,
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A Grugliasco c’è la mensa biologica più cara d’Italia, servita
agli studenti sotto uno degli inceneritori più grandi del Paese.
L’Amministrazione comunale si comporta in modo contraddittorio
scaricando i costi sulle famiglie.La
tariffa massima (euro 7,10) applicata dal Comune di Grugliasco per il
servizio di refezione scolastica è senza dubbio tra le più care
d’Italia.
Confrontando questa tariffa con quelle massime applicate ai residenti
dai Comuni limitrofi, si “scopre” che si va dal +17% rispetto a
Collegno, al +80% rispetto a Orbassano.In particolare, le tariffe massime applicate dai Comuni limitrofi ai residenti sono le seguenti: Collegno (€ 6,08), Rivalta (€ 5,80), Moncalieri (€ 5,80), Rivoli (€ 5,25), Nichelino (€ 5,10), Beinasco (€ 4,76), Orbassano (€ 3,95)......
La spiegazione di tali macroscopiche differenze di prezzo tra i vari Comuni non è - come qualche Amministratore vorrebbe far credere - principalmente legata al tanto propagandato “cibo biologico” offerto dalla BIORISTORO,
A Grugliasco, il Comune paga 7,10 euro alla BIORISTORO perché:
1) Nel 2004 l’Amministrazione ha stipulato un contratto con la BIORISTORO di 15 anni, che scadrà nel 2019. Già nel 2004 i prezzi previsti nel contratto erano altissimi;
2) la BIOROSTORO è una Società in cui il Comune di Grugliasco è azionista di maggioranza (51%);
3) la BIOROSTORO ogni anno distribuisce al Comune di Grugliasco cospicui dividendi (più di 160 mila euro);
4) la BIORISTORO ha una capacità produttiva che è sempre stata sotto-utilizzata (circa 65-70%). Questo significa che, producendo molto meno pasti di quelli che produrrebbe a pieno regime, i costi fissi (per pasto fornito) sono altissimi. Evidentemente, la BIORISTORO, per i prezzi che applica, non riesce a competere con le altre società di ristorazione. Pertanto, i 7,10 euro coprono solo in misura ridotta i costi variabili per l’acquisto dei cibi biologici (poco più del 30%); la differenza serve a coprire, soprattutto, gli ingenti costi fissi (ammortamenti/spese personale).
Peraltro, l’Amministrazione di Grugliasco continua a farsi vanto della qualità dei cibi, omettendo di rimarcare che, in definitiva, i costi vengono necessariamente ribaltati sui cittadini, sia direttamente, come in questo caso, con l’aumento delle tariffe massime, sia, indirettamente, attraverso, ad esempio, l’incremento delle aliquote addizionali comunali.
L’Amministrazione dovrebbe, invece, fare la scelta di fornire ai nostri figli sempre un’ottima qualità dei cibi, ma a prezzi decisamente più contenuti, vale a dire quello che comunemente avviene nei Comuni limitrofi. In tal modo, il Comune di Grugliasco avrebbe un risparmio di qualche centinaia di migliaia di euro da investire, ad esempio, nell’edilizia scolastica (maggiore sicurezza ed efficientamento energetico).
Inoltre, se si considera il rapporto tra BIMBI/CIBI/SALUTE si evince come, da un lato, l’Amministrazione di Grugliasco afferma di adottare, anche attraverso il cibo, politiche di prevenzione per la salute dei nostri bimbi, e, dall’altro, è sempre stata favorevole alla costruzione di uno dei più grandi INCENERITORI d'Italia e d’Europa (quale quello del GERBIDO) che dista qualche centinaia di metri dal luogo dove si preparano i pasti e dalle scuole frequentate dai nostri figli.
I nostri Amministratori dovrebbero sapere che gli inquinanti emessi da un INCENERITORE, che maggiormente preoccupano (ossia gli inquinanti organici persistenti), sono assorbiti dall’organismo umano principalmente per via alimentare.
Infatti, le emissioni dell’INCENERITORE DEL GERBIDO non restano per sempre nell’aria, ma, prima o poi, precipitano al suolo. E indirettamente o direttamente, entrano nella catena alimentare.
La prima legge che un genitore applica sempre con i suoi figli è quella del buon senso, della precauzione, che porta a ritenere che le due cose, cibo biologico e inceneritore, sono assolutamente in contraddizione, visto che dall’inceneritore non usciranno “margheritine”.
Piuttosto che "criminalizzare" le merendine bisognerebbe, invece, “criminalizzare” un forno che per più di 20 anni ammorberà ulteriormente la nostra aria, i nostri suoli ed i cibi che mangeremo.
O forse, secondo l’Amministrazione di Grugliasco, anche l’inceneritore è biologico?
Rappresentante dei genitori nel Consiglio di Circolo della D.D. Bruno Ciari di Grugliasco
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