di Francesco Santoianni
Alla fine, ha vinto la Boldrini. È riuscita ad incravattare i
parlamentari Cinque Stelle infognandoli a votare una legge che, come è
già successo in Francia e nel resto d'Europa, farà da battistrada ad altre leggi liberticide, come quella sull'"antisemitismo" e sul divieto di usare "vessilli antidemocratici", (e cioè, Falce e Martello).
E ai Cinquestelle, (gli stessi che inneggiavano ai "Vaffanculo-Day",
evidentemente connotando come un insulto questa pratica) dopo la debacle
della legge contro l'omofobia, non è rimasto che darsi un bacio nell'aula di Montecitorio; un ennesimo "gesto simbolico" che, verosimilmente, così com'è stato per l'occupazione dei tetti, si direbbe serva a sublimare manifestazioni di piazza che non si riescono più a garantire:
(come la "Carovana della Resistenza", annunciata per protestare contro
lo stravolgimento della Costituzione, e poi scomparsa senza lasciare
traccia).....
Ma guardiamo più da vicino questa mobilitazione contro l'omofobia che, al pari dello "Ius soli" o di quella contro il "femminicidio", si direbbe essere un'altra Arma di Distrazione di Massa. Come i famosi "Pacs", sventolati da governo Prodi per
distogliere l'opinione pubblica - e Rifondazione Comunista - dalla
stagione di macelleria sociale che stava inaugurando; quasi un contraltare delle campagne xenofobe scatenate periodicamente dalla Lega per cementare il proprio traballante elettorato.
E torniamo all'oggi. Intanto, sfatiamo un equivoco: che la legge
contro l'omofobia serva, finalmente, a stroncare le, altrimenti
impunite, violenze contro gli omosessuali. Non è così. Nel nostro
attuale ordinamento legislativo, e nella giurisprudenza dettata dalla
Cassazione, già sono previste aggravanti per crimini commessi contro
persone in quanto ritenute omosessuali; e numerose, recenti, sentenze lo
attestano.
Quello che, invece, si vuole proporre (si veda, ad esempio, la proposta Scalfarotto) è una legge che, estendendo i criteri della famigerata Legge Mancino (che punisce i cosiddetti "crimini d'odio") riproporrà lo stesso apparato legislativo, presente, ad esempio, in Francia dal 2004 e che, volendo punire duramente chi "promuove la discriminazione razziale o fondata sul genere" ha contribuito non poco al trionfo del Front National e di altri gruppi reazionari e omofobi.
E per di più, questa legislazione - che, ovviamente, combatte anche
l'"antisemitismo" - è servita per sbattere in galera attivisti colpevoli
unicamente di mobilitarsi contro la pulizia etnica condotta dallo stato
di Israele.
Ma, esiste l'omofobia in Italia? Certamente, anche se non assume i
connotati di una persecuzione (e mi piange il cuore che a documentare
ciò, in modo inoppugnabile, sia questo articolo). Come combattere l'omofobia?
Ad esempio, con campagne di informazione. Non certo con leggi
liberticide come quelle che, in alcune proposte oggi in discussione,
prevedono, addirittura, come pena accessoria, "la prestazione d'opera
non retribuita a favore della collettività, che nello specifico potrebbe
essere rappresentata dalle stesse associazioni gay, lesbiche o
transgender."
Chiusa questa parentesi, torniamo ad occuparci dei nostri parlamentari Cinquestelle.
Hanno inaugurato la Legislatura presentando tre disegni di legge (tra l'altro, assolutamente assenti nel Programma elettorale) sulle unioni omosessuali e il contrasto all'omofobia. Poi, a giugno, si sono spesi in una estenuante quanto commovente maratona (quaranta interventi!) sulla Convenzione di Instanbul contro il femminicidio: sostanzialmente un mare di chiacchiere, non a caso, ratificata all'unanimità dal Parlamento. Poi è arrivata la polpetta avvelenata della Legge sul contrasto all'omofobia, voluta dalla Boldrini con una insistenza che avrebbe dovuto far riflettere (si veda ad esempio, link1, link2, link3, link4).
I deputati Cinquestelle si sono precipitati a votarla, insieme al PD SEL e Scelta Civica. E quando tale Gregorio Gitti, (che sarà pure un parlamentare di Scelta Civica, ma su questo punto aveva perfettamente ragione) ha fatto notare che la
strampalata legge approvata alla Camera finiva, paradossalmente, per
mettere fuori legge le organizzazioni di natura politica, culturale o
religiosa che non si assoggettavano ai dettami della Legge Mancino, e
cioè del "delitto d'odio", si è scatenata una incredibile bagarre,
costellata da un subemendamento, subito votato dal relatore della Legge:
il PD (ed esponente del Movimento gay) Ivan Scalfarotto.
Tralasciamo gli osanna del PDL, il "comprensibile imbarazzo" del PD, la
"sorpresa" di SEL, il "riserbo" di Scelta Civica... e parliamo dei
parlamentari Cinquestelle. Al di là di davvero inquietanti ammiccamenti al PD, della loro successiva astensione e degli improperi, dapprima contro Scalfarotto e poi contro la Boldrini (con le quali si sperava, verosimilmente, di mimetizzare la figuraccia) la loro posizione ufficiale è stata espressa in questo documento che fa da pendant con la petizione promossa dall'ineffabile Articolo 21 che ha ribattezzato il subemendamento come "salva partiti quali Forza nuova, o associazioni come MilitiaChristi". Non è così. Quella legge, nella prima stesura, avrebbe messo fuori legge ben altro che quattro gruppuscoli fascisti. Avrebbe
messo fuori legge chiunque avesse espresso una opinione difforme dal
"pensiero unico" imposto da quello che si avvia ad essere uno "Stato
etico". Con tanti saluti alla libertà di espressione.
Cosa pensino su tale questione i parlamentari Cinquestelle, non lo
sappiamo. Di Grillo, invece, leggiamo quello che scrive. Ad esempio sul "vincolo di mandato" o sul "voto palese" che a suo dire dovrebbe essere sempre obbligatorio per i parlamentari. Una
bestialità che - peggio di adesso - trasformerebbe il Parlamento in un
Teatro di burattini e ogni sgradevole opinione in un "delitto d'odio".
Ma sul concetto di libertà di opinione del (e nel) Movimento Cinque Stelle e del suo vate Paolo Becchi, sarà meglio ritornarci.
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