PS: Fanno piu' male i fatti compiuti dalla boldrini come il non taglio dei
privilegi della sua casta, che non le parole di gergo comune ,usate
quotidianamente. In che mondo vive questa? e lo sa che il partito che la
raccomandata per tale carica,rappresenta meno del 3% degli italiani?
signora scenda sulla terra nostra che si chiama italia, e si ricordi che
non e' piu' alto commissario all'onu......e con che meriti lo ha ottenuto quel posto?
umberto marabese
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Dopo la censura sul nome di "Napolitano", in
Aula arriva anche la stretta sulle presunte parolacce. La presidente
della Camera non sopporta un linguaggio poco radical-chic.
Botta e risposta tra il deputato leghista Gianluca Buonanno e la presidente della Camera Laura Boldrini nel
corso della discussione generale sul dl ecobonus. Il parlamentare del
Carroccio è stato infatti ripreso da Boldrini per l'utilizzo reiterato
dell’aggettivo ”incazzato”. Per l’interessato,
tuttavia, il termine pare non dover essere annoverato tra le volgarità:
"E’ una parolaccia?”, ha risposto ironico, "Non lo sapevo". La
presidente della Camera, allora, ha invitato il deputato a "studiare"
incassando, subito dopo, un "e lei non faccia la schizzinosa" perché "si
tratta di una parola che nelle strade, tra la gente, viene utilizzata
sempre più spesso".Insomma dopo Napolitano, l'altra parola da non poter pronunciare in aula è incazzato. L'accademia della Crusca avrà il suo ben da fare per aggiornare il dizionario "boldriniano". Dopo aver censurato la parola "Napolitano", la Boldrini e anche Grasso si sono beccatti una nota del Quirinale che definiva "ridicola la censura del Capo dello Sato in Aula". Ora la Boldrini rischia una smentita dal Tommaseo, che già nell'800, da grande linguista e lessicografo dava l'ok alle "parolacce" affermando che "l'ira infosca la mente, ma fa trasparente il cuore". (I.S.)
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