PS: Ma la "villa Arcore" non è vicino a Milano? e Palazzo Grazioli, non è a Roma?....si?...e allora cosa c'entra il "bunga-bunga" a Firenze, li, ci sono solo Pidiessini......o anche loro.....!
umberto marabese
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Nelle carte della Procura spuntano gli omissis a coprire le frasi imbarazzanti e i nomi di politici di primo piano
PS: Ma la "villa Arcore" non è vicino a Milano? e Palazzo Grazioli, non è a Roma?....si?...e allora cosa c'entra il "bunga-bunga" a Firenze, li, ci sono solo Pidiessini......o anche loro.....!
umberto marabese
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Nelle carte della Procura spuntano gli omissis a coprire le frasi imbarazzanti e i nomi di politici di primo piano
dal nostro inviato a Firenze
Negli atti dell'inchiesta «Bella Vita» c'è lo spaccato della Firenze a luci rosse. Una città dove non si parla d'altro, da quando il lato hard del capoluogo è stato svelato dalla procura toscana, che ha sfiorato la giunta di Matteo Renzi coinvolgendo il suo ormai ex assessore alla mobilità Massimo Mattei, lestissimo a dimettersi (ufficialmente per motivi di salute) e comunque non indagato.
Ci sono chilometri di telefonate spiate dalla polizia postale
che raccontano i segreti traffici erotici di molti notabili cittadini,
ma non di altri politici. Forse questi ultimi sono stati coperti dagli
omissis, sorta di braghettone per la casta che in un curioso
contrappasso gli inquirenti usano talvolta per edulcorare
intercettazioni semplicemente troppo brutali.
Franco si attiva, chiama Adriana e le propone l'affare: «Te domenica sera come sei messa, perché lui deve fare un regalo a un suo amico (...) perché si sta per separare, allora è un po' giù (...) e te tu gli sei piaciuta enormemente».
Adriana è d'accordo, ma ne approfitta per raccontare un contrattempo con un altro cliente che le avevano procacciato: «Sono stata lì, ho aspettato un'ora poi lui m'ha detto va bene scendi dalla macchina, vai dentro alla limousine (...) lo dovevo scendere dalla mia macchina avanti tutta la folla mi vedeva che entravo dentro la limousine? Ero tutta vestita con i tacchi, ero tre metri, ero appariscente... non potevo».
Negli atti dell'inchiesta «Bella Vita» c'è lo spaccato della Firenze a luci rosse. Una città dove non si parla d'altro, da quando il lato hard del capoluogo è stato svelato dalla procura toscana, che ha sfiorato la giunta di Matteo Renzi coinvolgendo il suo ormai ex assessore alla mobilità Massimo Mattei, lestissimo a dimettersi (ufficialmente per motivi di salute) e comunque non indagato.
QUEGLI OMISSIS DA ROSSORE...
Come, per esempio, nel brogliaccio di una conversazione in cui Franco «l'orologiaio» indagato racconta a un altro uomo, S.N., la sua serata con «l'amica dell'albanese». «Alle sette e mezzo, c'avevo un cliente (incomprensibile). Buttai giù il bardone (poi, riportando le parole della donna): Che fai? Nooo (incomprensibile). Un po' pancia, ma mi fece un omissis Con la omissis impazzita (...) guarda, io ti farei sentì che omissis la m'ha fatto». Uno dei fratelli albergatori sintetizza così la "passione" di Franchino: «È dedito solamente alla prostituzione. Io dico che fa più business con la prostituzione che con gli orologi»....E QUELLI CHE CELANO NOMI
Caso diverso quello della conversazione tra l'orologiaio Franco e Marco l'albergatore, registrata il 9 luglio 2011, in cui i due sembrano organizzare un «appuntamento» per conto terzi. Ma il terzo, appunto, non si capisce chi sia: «Franco - annotano gli inquirenti - chiama Marco e gli dice che ha parlato con una tal Martina la quale ha detto che si può fare martedì. Franco dice di portare i preservativi perché lei non ce l'ha. Franco gli chiede se vuole che gli mandi Ottavia per ora. Marco risponde che Ottavia gli crea troppi casini per arrivare su. Franco gli dice che la può accompagnare lui. Marco risponde di no e dice che non vuole approfittare. Franco chiede a Marco se ce la fa con OMISSIS ad aspettare fino a martedì. Marco chiede informazioni su un'altra donna e Franco gli risponde che questa inizia ad avere un pochino dì dubbi se seguitare a fare qualche... sì o no, comunque martedì ci parla lui».«A LAVORARE FANNO FATICA»
Il linguaggio, quando non è «censurato» nei brogliacci, è crudo, cinico, sarcastico. Parlando di una ragazza che «non vuole fare la mignotta però ha bisogno di questi 5000 euro», sempre Franco obietta che sua madre «è andata a lavorare (per guadagnare), ma qui a lavorare sembra facciano fatica, allora non c'è altra soluzione e quindi devono pupparsi il nostro (...)».LA LISTA DELLA «SPESA»
Ancora Marco e Franco il 15 luglio 2011 discutono su quale ragazza mandare in stanza da un loro amico, e mostrano di avere diverse opportunità, optando forse per Adriana, l'«Ape regina» amica di Mattei. Marco: «Seconda cosa, chi c'è da mandargli stasera in albergo?». Franco: «A Roberto? A che ora?». M: «Verso le 22-22.30». F: «L'Ottavina». M: «No, l'Ottavina non è per lui». F: «L'Annalisa, quella di Fucecchio». M: «A diavola a quella maniera, eh?». F: «Bah, si diverte di nulla». M: «E la vien giù (...) terza scelta?». F: «L'Adrianona».DONO SESSUALE, BENEFICIARIO ANONIMO
Ancora Marco, ancora Franco. Il primo chiede al secondo se Adriana è disponibile come «regalo» per un suo misterioso amico, di cui non fa il nome ma che l'orologiaio evidentemente conosce. Marco: «Franco, ho bisogno di te però con molta discrezione (...) la cosa, l'Adriana secondo te... devo fare un regalo a uno che l'è un po' che non tromba, ora non ti posso dire chi è...». Franco: «Sì, va bene, va bene... ho bell'e capito chi è...».Franco si attiva, chiama Adriana e le propone l'affare: «Te domenica sera come sei messa, perché lui deve fare un regalo a un suo amico (...) perché si sta per separare, allora è un po' giù (...) e te tu gli sei piaciuta enormemente».
Adriana è d'accordo, ma ne approfitta per raccontare un contrattempo con un altro cliente che le avevano procacciato: «Sono stata lì, ho aspettato un'ora poi lui m'ha detto va bene scendi dalla macchina, vai dentro alla limousine (...) lo dovevo scendere dalla mia macchina avanti tutta la folla mi vedeva che entravo dentro la limousine? Ero tutta vestita con i tacchi, ero tre metri, ero appariscente... non potevo».
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