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mercoledì 5 giugno 2013

Soldato Usa ammette colpevolezza: "Così massacrai 16 civili afgani, soprattutto donne e bambini".


 PS: Ecco li eroi USA che esportano la democrazia nel resto del mondo! I "vostri" più stretti alleati!
 umberto marabese
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Il sergente Bales nel marzo del 2012 si rese responsabile della più feroce strage compiuta dall'esercito americano in Afghanistan. Con la dichiarazione resa oggi in aula eviterà la condanna a morte. "Mi sono chiesto mille volte perché l'ho fatto: non esiste alcuna giustificazione". Il giudice accetta la sua dichiarazione: ad agosto l'udienza che deciderà la pena.
WASHINGTON - Si è dichiarato colpevole con l'obiettivo di evitare la condanna a morte, il sergente Robert Bales, 39 anni, che a marzo del 2012 uccise 16 civili inermi afgani, soprattutto donne e bambini,.....

in un villaggio della provincia di Kandahar, macchiandosi della peggiore strage di civili ad opera di un singolo militare. L'episodio scatenò una lunga sequenza di rappresaglie contro militari Usa da parte di soldati o poliziotti afgani, spesso talebani infiltrati.
L'ammissione di colpa del sergente Bales davanti al tribunale militare è stata approvata dal giudice e gli risparmierà la pena di morte. Ad agosto una Corte Marziale deciderà la pena per Bales e, se sarà di carcere a vita, a includere la possibilità per Bales di richiedere un giorno la libertà sulla parola.
Dichiarandosi colpevole, il sergente ha dovuto sottoscrivere una dettagliata descrizione dei fatti accaduti quella notte del marzo 2012 e rispondere in aula dei suoi misfatti. Il giudice, colonnello Jeffery Nance, ha chiesto a Bales se quanto è scritto nel documento corrisponda alla verità. "Sì, signore", la risposta di Bales. "C'è qualcosa in
questa descrizione con cui lei non è d'accordo?". "No, signore".


Ed eccola, la "notte brava" del sergente Bales, nelle parole del protagonista di questo incubo. Con voce chiara e forte, il soldato ha descritto le sue azioni, assassinio per assassinio. Bales ha raccontato che nella notte dell'11 marzo 2012 lasciò la sua postazione, nel distretto di Panjwayi, sud della provincia di Kandahar, e di essersi recato in due villaggi vicini. Una volta penetrato tra le abitazioni, "ho maturato l'intenzione di uccidere le vittime. Senza alcuna legale giustificazione, signore. Mi sono chiesto un milione di volte perché lo avessi fatto. Non esiste nessuna valida ragione in questo mondo che possa giustificare le cose terribili che ho fatto".

A questo punto, il tenente colonnello Jay Morse, uno dei titolari dell'accusa, ha contestato a Bales di aver omesso in aula un particolare affatto secondario riportato nella confessione firmata da Bales. Nel documento è scritto che Bales, prima di fare fuoco, ha lottato contro una donna anziana, si chiamava Na'ikmarga, prima di ucciderla. E di aver deciso di fare fuoco contro "tutti quelli che incontravo" dopo quella prima, tragica zuffa. Il giudice Nance ha quindi chiesto spiegazioni e Bales ha confermato: "E' vero, dopo aver lottato con lei, decisi di uccidere tutti quelli che erano lì".

E' stato invece l'avvocato difensore di Bales, Emma Scanlan, a dichiarare che il suo assistito si considera "non colpevole" riguardo un altro capo d'accusa, quello di ostruzione delle indagini attraverso la distruzione del suo computer portatile e il dare fuoco ai corpi di alcune delle sue vittime afgane per cancellare tracce del suo "passaggio". A precisa domanda, Bales ha così risposto: "Ricordo una lampada a kerosene, in una delle stanze, ricordo il fuoco, ricordo che avevo dei fiammiferi in tasca quando tornai alla base. Ma non diedi fuoco ai cadaveri". Alle insistenze del giudice Nance, il sergente ha ribadito la sua versione: "E' l'unica cosa sensata che ho fatto, signore".

Nelle precedenti udienze, gli avvocati di Bales hanno dato la responsabilità della tragedia all'abuso di alcol e droga e allo stress della guerra. Oggi la difesa è tornata ad affermare che Bales, originario di Lake Tapps, stato di Washington, padre di due bambini, fosse sofferente per un disordine da stress post-traumatico e per una lesione cerebrale già prima della sua ultima ricollocazione in Afghanistan.

Nel novembre scorso, durante le udienze preliminari, testimoni affermarono che, alcuni giorni prima del massacro, Bales fosse particolarmente arrabbiato per via di una bomba esplosa nei pressi della sua postazione che aveva ferito gravemente alla gamba un suo compagno. Quella irascibilità, il sergente Bales in aula l'ha ricollegata all'uso di sostanze anabolizzanti. "Le assumevo tre volte al giorno, per mantenermi snello, in forma per la missione. Ma mi rendevano irritabile". Bales ha quindi riferito un episodio accaduto qualche settimana prima del massacro, quando picchiò, a suon di pugni e ginocchiate, un uomo intento a scaricare un camion. "Finì disteso sul fondo del veicolo".

Secondo quanto accertato da una commissione di inchiesta afgana, Bales non agì da solo. Diverse testimonianze raccolte nel distretto di Panjwaik parlarono di una "operazione" in cui sarebbero intervenuti vari soldati americani. Alcune vittime sarebbero inoltre state stuprate prima di essere uccise. 

Secondo lo staff titolare dell'accusa, invece, Bales agì da solo con fredda premeditazione, armato di una pistola, di una fucile automatico e di un lanciagranate. Il sergente lasciò per due volte la sua postazione, quella notte. Al ritorno dalla sua prima "missione", sembra che il sergente Bales abbia detto a un commilitone: "Ho appena sparato a un po' di persone".

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