Il governo scricchiola. Il Prof minaccia. Malumori su Saccomanni. Napolitano lo difende: "Non ha la bacchetta magica"
Il governo è in difficoltà. Monti medita di
toglier il sostegno a Letta: "Serve un contratto di coalizione".
Saccomanni promette di tagliare la spesa pubblica ma non sa come fare.
Napolitano gli corre subito in aiuto, ma i malumori del centrodestra
restano.
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
corre in mutuo soccorso per dare una mano al governo. Da una parte
benedice l'operato del premier Enrico Letta al vertice dei capi di Stato
a Bruxelles, dall'altra perdona il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni per non essere riuscito a far granché.
"Non hanno la bacchetta magica", ha spiegato il capo dello Stato parlando con i giornalisti a Zagabria. Eppure non è abbastanza. Contro Letta si schiera il leader di Scelta civica Mario Monti che minaccia di togliere il sostegno all'esecutivo: "Serve un cambio di marcia...".
Il governo scricchiola. A minarne la stabilità è la frangia di Scelta civica che, a pochi giorni dal via libera del pacchetto lavoro, mostra i primi segnali di insofferenza. È Monti a uscire allo scoperto. Affida a Facebook una durissima minaccia a Letta. Stando ai toni del messaggio sembra proprio che l'ex presidente del Consiglio sia anche pronto a pugnalare l'attuale inquilino di Palazzo Chigi. Sebbene Scelta civica non sia la principale forza politica che sostiene l'esecutivo, un eventuale addio alla maggioranza getterebbe il governo in carica in un abisso senza ritorno. "Mi sento in dovere di affermare che, senza un cambio di marcia, non riteniamo di poter contribuire a lungo a sostenere una coalizione affetta da crescente ambiguità", ha spiegato Monti proponendo un "contratto di coalizione" per rafforzare gli impegni della maggioranza che sostiene Letta. Già ieri il sindaco di Firenze Matteo Renzi aveva portato avanti i maldipancia dei democratici spiegando che "piccoli passi non bastano". Una posizione che il Professore sembra condividere: "Il governo deve e può proporsi come orizzonte l’intero quinquennio della legislatura. Con altrettanta chiarezza, però, mi sento in dovere di affermare che, senza un cambio di marcia, non riteniamo di poter contribuire a lungo a sostenere una coalizione affetta da crescente ambiguità". Quello che Monti chiede a Letta è di ridare solidità e slancio riformatore all'esecutivo mettendolo "al riparo da possibili insidie provenienti dai travagli dei partiti" e proponendo un "contratto di coalizione".
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