PS: Vi ricordate la canzone di Paoli...."Eravamo tre amici al bar..."i sindacati e il Pd, l'hanno tradotta in "siamo in migliaia in centro per difendere il lavoro....". A Torino i sindacati e il Pd, manifestano contro tutte le nefandezze che hanno votato con il Governo Monti.....!!!!
umberto marabese
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Alcune migliaia di persone - dieci mila per gli organizzatori -
malgrado la pioggia hanno partecipato alla fiaccolata organizzata da
Cgil, Cisl, Uil a cui ha aderito la Ugl. I sidnacati chiedono misure
urgenti a sostegno del lavoro a partire dal rifinanziamento della cassa
in deroga alla risoluzione della drammatica vicenda degli esodati.
Centinaia di lavoratori di aziende in crisi, dalla Sandretto alla De
Tomaso alla Berco alla Unilogistic, dalla Ipla al Csi alla Satiz, ma
anche precari che hanno perso il lavoro, dipendenti di cooperative o del
commercio coinvolti dalla lunga crisi.
In corteo anche le istituzioni con il vicesindaco Tom Dealessandri e l’assessore provinciale al Lavoro Carlo Chiama, presenti anche dirigenti e militanti del Pd. L’arcivescovo, monsignor Nosiglia, ha inviato un messaggio di solidarietà che è stato letto lungo il percorso.
Sullo striscione di apertura c’è scritto «Insieme per il lavoro». E i segretari Donata Canta, Mimmo Lo Bianco e Gianni Cortese hanno scelto di non tenere comizi, ma leggere un appello. Dicono: «Cinque anni di crisi hanno cancellato migliaia di posti di lavoro stabili e precari, migliaia di persone convivono con la paura di perderlo, mentre la cassa integrazione aumenta e coinvolge tutti i settori». E aggiungono: «Dopo 5 anni di crisi non c’è alcun segnale di inversione di tendenza, anzi si peggiora: è tempo di cambiare. Senza lavoro non c’è libertà e diventa fragile la democrazia. Il lavoro non è solo una fonte di reddito, è dignità. E’ la condizione per realizzare la propria personalità e la propria vita».
Dalla fiaccolata arrivano richiesta precise: uno stanziamento di 1,7 miliardi per la cassa integrazione in deroga; misure e risorse per gli esodati; lo sblocco del patto di stabilità agli enti locali per investimenti in lavoro e welfare. E poi politiche industriali per impedire la desertificazione del manifatturiero e il licenziamento di migliaia di persone; la proroga e stabilizzazione dei precarie nel pubblico e nella scuola; la riduzione delle tasse sui redditi da lavoro e da pensione per far ripartire i consumi e la domanda interna.
I numeri della crisi torinese sono impressionanti: 103 mila disoccupati, 170 aziende con oltre 15 mila addetti a cui scadrà la cassa nei prossimi sei mesi in molti casi non prorogabili. Nel solo mese di aprile sono state presentate per la cassa in deroga 4200 domande per 8 milioni di ore con 16.500 lavoratori coinvolti. </p>
In corteo anche le istituzioni con il vicesindaco Tom Dealessandri e l’assessore provinciale al Lavoro Carlo Chiama, presenti anche dirigenti e militanti del Pd. L’arcivescovo, monsignor Nosiglia, ha inviato un messaggio di solidarietà che è stato letto lungo il percorso.
Sullo striscione di apertura c’è scritto «Insieme per il lavoro». E i segretari Donata Canta, Mimmo Lo Bianco e Gianni Cortese hanno scelto di non tenere comizi, ma leggere un appello. Dicono: «Cinque anni di crisi hanno cancellato migliaia di posti di lavoro stabili e precari, migliaia di persone convivono con la paura di perderlo, mentre la cassa integrazione aumenta e coinvolge tutti i settori». E aggiungono: «Dopo 5 anni di crisi non c’è alcun segnale di inversione di tendenza, anzi si peggiora: è tempo di cambiare. Senza lavoro non c’è libertà e diventa fragile la democrazia. Il lavoro non è solo una fonte di reddito, è dignità. E’ la condizione per realizzare la propria personalità e la propria vita».
Dalla fiaccolata arrivano richiesta precise: uno stanziamento di 1,7 miliardi per la cassa integrazione in deroga; misure e risorse per gli esodati; lo sblocco del patto di stabilità agli enti locali per investimenti in lavoro e welfare. E poi politiche industriali per impedire la desertificazione del manifatturiero e il licenziamento di migliaia di persone; la proroga e stabilizzazione dei precarie nel pubblico e nella scuola; la riduzione delle tasse sui redditi da lavoro e da pensione per far ripartire i consumi e la domanda interna.
I numeri della crisi torinese sono impressionanti: 103 mila disoccupati, 170 aziende con oltre 15 mila addetti a cui scadrà la cassa nei prossimi sei mesi in molti casi non prorogabili. Nel solo mese di aprile sono state presentate per la cassa in deroga 4200 domande per 8 milioni di ore con 16.500 lavoratori coinvolti. </p>
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