Nel tomo "I secoli del Monte" le pene corporali contro i dipendenti e gli amministratori che rubavano all'Istituto.
«Repetito il nome di Dio per tribunale sedenti in questi scritti
diciamo pronunciamo sententiamo, e dichiariamo come appresso cioè
Armenio di Alessandro Melari sopra infrascritto trovato colpevole, e di
ragione punibile stante la sua contumacia havuta per vera, e legittima
confessione, oltre alli riscontrj, e giustificationi, che pienamente
contro di lui appariscono nel processo lo condenniamo e per condennato
haver vogliamo in pena e bando delle forche, in modo che l’effetto sia,
che venendo nelle mani della Giustitia sia appiccato per la gola tanto
che muoia su le forche, et lo condenniamo ancora à rifare al Monte tutti
li danni patiti dà esso per detti rubamenti e trasgressioni, e nella
confiscatione di tutti li suoi beni, con taglia à chi ammazzerà detto
Armenio, e che ne dia sicuro contrassegno di scudi dugento, et à chi lo
dia vivo nelle mani della Giustitia nelli stati di S.A.S. di scudi
quattrocento; stando non di meno sempre ferma al Monte ogni facultà e
ragione che se li competa di procedere contro le promesse di detto
Armenio respettivamente conforme alle loro obligationi per l’indennità
di detto Monte, e contro qualsivoglia debitore del medesimo Armenio per
qualsivoglia causa».
Correva l’anno Domini 1629, quando il 29 ottobre venne emessa la
sentenza a morte contro il camerlengo (o meglio l’ex) del Monte, tale
Armenio Melari...http://www.liberoquotidiano.it/news/economia/1174070/Mps--nel--600-la-banca-impiccava-i-dirigenti-
PS: Un contratto con lo Stato a "tempo indeterminato": io, contro la pena di morte da e per sempre, la commuterei in lavori utili ma non irrinunciabili. I delinquenti, sopratutto se vivevano in bambagia, l'unica cosa che non sopportano è il lavoro; quindi.....al lavoro!
umberto marabese
Nessun commento:
Posta un commento