Tutto era pronto per festeggiare il segretario: “Un terremoto, ma come si può tornare alle urne?”
ROMA
«Vai Ale, c'è il Vietnam che ti aspetta», sibila il giovane Tommaso
Giuntella ad Alessandra Moretti, testimonial del nuovo che avanza,
sguardo ed entusiasmi spenti dallo scenario catastrofico che si profila
nel pomeriggio: il suo leader sconfitto, nessuna maggioranza in Senato,
Grillo che arriva davanti al Pd e la prospettiva di dover fare i conti
con Berlusconi per un governissimo. Lei guarda costernata il suo
compagno di battaglie, poi si gira e una ragazza vietnamita col
microfono in mano le fa segno che vorrebbe una sua dichiarazione. Ore
18, Casa dell’Architettura, detta «l’Acquario», centinaia di
giornalisti stranieri, un salone dove in serata doveva arrivare Bersani
per festeggiare. Si erano già predisposti a portare i militanti in
piazza con le bandiere e invece comincia la doccia scozzese e lo
sgomento assale le truppe. E’ uno dei tre palcoscenici - insieme alla
sede del partito e alla casa romana del segretario - dove si consuma il
dramma del Pd, in balia dei flutti e con una sola domanda che ricorre,
«e ora cosa facciamo?»... continua...http://www.lastampa.it/2013/02/26/italia/speciali/elezioni-politiche-2013/e-ora-che-facciamo-i-militanti-
PS: << I cui fili sono tutti nelle mani del Capo dello Stato. Che parte oggi per tre giorni in visita di Stato in Germania, dove già troverà uno sguardo preoccupato sull’Italia visto che perfino la Suddeutsche Zeitunfg oggi scrive che l’Italia “ha scelto la protesta e la rabbia”. Un rebus da sciogliere politicamente entro il 14 marzo, quando si insediano Camera e Senato per eleggere i rispettivi presidenti>>
umberto marabese
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