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domenica 21 ottobre 2012

Fausto Bertinotti: "Curioso omettere Monti dal documento per le primarie"

Le elezioni si avvicinano e con il voto riaffiorano, nella sinistra, appena riverniciati, i suoi vizi più antichi. Siccome sembra aver ereditato dalla sua storia, non le virtù, ma soltanto i vizi, questi stessi diventano come dei tic così grandi da prendere il posto della fisionomia intera del suo protagonista.
Si comincia, va da sé, dalla demonizzazione della sconfitta. Dato lo schieramento elettorale che il centro sinistra (o progressista che sia) si dà e la sua piattaforma di massima, chi lo critica lo fa perché innamorato della sconfitta. La sconfitta è, del resto, solo e nient'altro che una condanna che può colpire il "popolo dei cancelli" nei 35 giorni di lotta alla Fiat, come i referendari per l'estensione dell'articolo 18 dello Statuto dei diritti dei lavoratori o come la Fiom che si oppone a Marchionne a Pomigliano. Funziona anche come monito per il futuro.
Forse, bisognerebbe essere Mao Tse-Tung per pensare che da una certa sconfitta può persino venire una lezione più carica di futuro che da una vittoria...continua...
http://www.huffingtonpost.it/fausto-bertinotti/i-vecchi-tic-della-sinist_b_1979599.html
PS:<< In questo quadro la domanda di 'più Europa' (in se giusta e necessaria) si rovescia in una sua maggiore integrazione all'insegna della 'condizionalità', cioè dell'imposizione alle politiche nazionali di una ferrea compatibilità con le politiche di bilancio e con i parametri di competitività adottati centralmente. Il vincolo esterno riduce il vincolo interno (i bisogni e i diritti sociali) a pura variabile dipendente. Per noi, in Italia, è il ribaltamento della democrazia concepita dalla Costituzione repubblicana.>>
Buona notte, umberto marabese



 

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