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venerdì 31 agosto 2012

Berlusconi solidale: ma nessuno difese me

Per pura informazione, ma dovuta!
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Letta e Alfano solidarizzano con Napolitano. Berlusconi preferisce non intervenire, non perché non sia solidale con il Colle ma perché mille volte il Cavaliere s'è lamentato di essere vittima delle intercettazioni e del fatto che nessuno lo difendesse. Roma -
Anche nel Pdl sono in molti a prendere le difese di Giorgio Napolitano «senza se e senza ma». Forse con un pizzico d'entusiasmo di troppo se in questi mesi più volte il Colle ha assistito silenzioso ad un uso piuttosto allegro delle intercettazioni. Basti pensare che un anno fa Italia e Germania sono arrivate a un passo dalla crisi diplomatica per una presunta battuta del Cavaliere su Angela Merkel. Parole, quelle di Berlusconi, mai viste nero su bianco su un brogliaccio ma riportate in alcuni retroscena dei giornali e rilanciate dalla stampa tedesca e internazionale come verità acquisita. In quella occasione, al Quirinale nessuno si preoccupò di prendere le difese dell'allora premier ed evitare che Roma e Berlino arrivassero ad un passo dalla rottura
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Ci sta, quindi, che Silvio Berlusconi mandi sì la sua solidarietà a Napolitano tramite Gianni Letta, ma resti convinto che, se mesi fa si fosse andati avanti con la legge sulle intercettazioni come chiedeva il Pdl, ora il Colle non si troverebbe in questa situazione. L'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, da sempre ambasciatore del Cavaliere sul Colle, ieri ha avuto un lungo incontro con il capo dello Stato. Un faccia a faccia che non deve essere stato la solita chiacchierata se alla fine Letta ha voluto mettere nero su bianco la vicinanza a Napolitano con tanto di comunicato stampa. Una vera rarità, per lui: «Rispettoso delle istituzioni e fedele al senso dello Stato mi sono recato al Quirinale per esprimere al presidente Napolitano la mia personale solidarietà». E solidarietà arriva anche dal segretario del Pdl Angelino Alfano che però ci tiene a sottolineare che sulla stessa linea era anche quando le intercettazioni riguardavano il Cav. «Per questo abbiamo proposto una legge che le regolasse, impedendo distorsioni, elusioni e violazioni. La penso allo stesso modo anche oggi che a subire gli abusi è il presidente della Repubblica», spiega Alfano. E sulla stessa linea sono Fabrizio Cicchitto o l'ex ministro Maristella Gelmini. «La solidarietà al capo dello Stato - spiega - è fuori discussione, ma non è pensabile che venga ignorato il silenzio di chi ha beneficiato e incoraggiato la violenza mediatica di cui è stato fatto oggetto Berlusconi». Insomma, «non è che prima si fosse scherzato solo perché ora qualche anima bella e moderata si accorge di questo genere di violenza, che è di moda da troppo tempo in Italia».
E il punto sta tutto qui. Prende ufficialmente posizione Letta e parla Alfano in qualità di segretario Pdl. Ma Berlusconi preferisce non intervenire, non perché non sia solidale con Napolitano ma perché sul punto per troppo tempo si è sentito vittima di una barbarie da tutti ignorata. D'altra parte, mille volte il Cavaliere s'è lamentato di essere vittima delle intercettazioni e del fatto che nessuno lo difendesse. Decine di volte l'ha fatto anche nei suoi incontri con Napolitano, quando gli prospettava il problema di un Paese in mano agli «umori» delle Procure. Per questo, forse, l'ex premier sceglie il silenzio.
Mentre resta con la testa alla campagna elettorale, sempre più convinto che - magari senza troppo entusiasmo - ma dovrà essere lui a scendere in campo. Con il rischio di una corsa in salita, non solo perché quando si avvicinano le urne la magistratura si rimette in pista, ma anche perché le elezioni in Sicilia non sono propriamente in discesa. Al momento, però, la partita si è spostata sul Quirinale. Il puntoè capire come andrà avanti la querelle che coinvolge Napolitano e Mancino. E quanto condizionerà il Colle.

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