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venerdì 1 giugno 2012

Trani, pm: «S&P voleva destabilizzare l'Italia»

L'agenzia di rating avrebbe cagionato alla Repubblica Italiana un danno patrimoniale di rilevantissima gravità

IN VIA DI Conclusione L'INCHIESTA SULLE ALTRE agenzie di rating
Trani, pm: «S&P voleva destabilizzare l'Italia»
L'agenzia di rating avrebbe cagionato alla Repubblica Italiana un danno patrimoniale di rilevantissima gravità

La sede di S&P (Epa)
MILANO - «Destabilizzare l'immagine dell'Italia» sui mercati internazionali, provocando un «danno patrimoniale di rilevantissima gravità». La procura di Trani ha chiuso il filone di indagini sull'agenzia di rating Standard & Poor's (S&P), una delle tre agenzie di rating (insieme a Fitch e Moody's) indagata per i declassamenti dell'Italia e le conseguenze sull'andamento delle borse. La multinazionale americana S&P il 13 gennaio scorso, a mercati ancora aperti, declassò l'Italia e altri paesi dell'Europa con un taglio del rating da A a BBB+. DANNO PATRIMONIALE - Nell'avviso di conclusione dell'inchiesta, il pm Michele Ruggiero contesta a S&P l'aver posto in essere «una serie di artifici concretamente idonei a provocare» tra l'altro «una destabilizzazione dell'immagine, prestigio e affidamento creditizio dell'Italia sui mercati finanziari». Non solo: si contesta anche l'aggravante di «aver cagionato alla Repubblica Italiana un danno patrimoniale di rilevantissima gravità ». Il pm Ruggiero contesta, inoltre, l'ulteriore aggravante di fatti «di rilevante offensività » in danno dell'Italia.
ANALISTI INCOMPETENTI - Secondo la Procura, l'Italia avrebbe risentito dei giudizi negativi espressi sul debito pubblico per ben tre volte da S&P, il 20 maggio, il 23 maggio e 1 luglio del 2011, con la Finanziaria ancora in discussione. Nell'avviso di chiusura delle indagini che il pm ha consegnato alla parti ci sono anche altre due contestazioni a S&P: l'utilizzo in fase di elaborazione dei rating dell'Italia ad «analisti (non identificati) inesperti e incompetenti» e comunicazioni ai mercati fatti «in maniera tempestiva, bensì in maniera selettiva e mirata in relazione ai momento di maggiore criticità della situazione politica economica italiana».
ALTRE AGENZIE DI RATING - Il pm a Trani, è appena arrivato alla Consob per consegnare gli atti di chiusura dell'indagine su S&P mentre, è alle battute finali anche la parte dell'inchiesta della stessa procura di Trani sulle altre agenzie di rating, Moody's e Fitch: l'avviso di fine indagine è, infatti, previsto entro una ventina di giorni.
CONSOB PARTE CIVILE - Riguardo al procedimento nei confronti di S&P ora la Consob potrà avere accesso agli atti, costituirsi parte civile nel futuro processo e potrà anche sollecitare l'Esma ad aprire a sua volta un'indagine. Sul versante dell'inchiesta ora, secondo quanto prevede la legge, gli indagati possono deporre memorie e possono chiedere di essere interrogati prima che si proceda con i rinvii a giudizio.
DISEGNO CONTRO IL PAESE?- Alla base dell'apertura dell'indagine pugliese contro le agenzie di rating c'è l'obiettivo di capire se esista un disegno preciso degli hedge fund e di altri soggetti non identificati che possa collegarsi ai giudizi negativi espressi sui conti pubblici italiani da parte delle agenzie. Per S&P l'ipotesi di reato è manipolazione di mercato pluriaggravata e continuata.
La Procura della repubblica di Trani ha chiuso l'inchiesta sull'agenzia di rating Standard & Poor's, Il pm Michele Ruggiero ha fatto notificare gli avvisi di conclusione delle indagini. I reati ipotizzati sono manipolazione pluriaggravata e continuata del mercato finanziario. Cinque gli indagati: oltre agli analisti Eileen Zhang e Frank Gill, dipendenti dell'agenzia con sede a Londra, e Moritz Kraemer, dipendente di Francoforte, anche il responsabile dei servizi per l'Europa e l'Africa Yeann Le Pallec e l'ex presidente di Standard & Poor's, l'indiano Deven Sharma. Nell'avviso di conclusione dell'indagine, il pm contesta a S&P di aver posto in essere «una serie di artifici concretamente idonei a provocare una destabilizzazione dell'immagine, prestigio e affidamento creditizio dell'Italia sui mercati finanziari». Secondo la Procura, lo Stato italiano avrebbe risentito dei giudizi negativi espressi sul debito pubblico del Paese per ben tre volte da Standard & Poor's, il 20 maggio, il 23 maggio e 1 luglio del 2011, con la Finanziaria ancora in discussione. È probabile che i risparmiatori siano rimasti vittime della speculazione sui mercati e sui titoli di Stato crollati in seguito alla diffusione di questi giudizi negativi, puntualmente smentiti dai vertici politici ed economici del Paese. Il pm e la Guardia di finanza contestano a S&P anche l'aggravante di «aver cagionato alla Repubblica Italiana un danno patrimoniale di rilevantissima gravitá», si legge nell'avviso di conclusione delle indagini notificato.

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