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martedì 19 luglio 2011

Padre Pio è scappato dalla sua tomba d’oro!

Padre Pio ha compiuto un miraco­lo a rovescio e a sue spese. Da quando l’hanno imbottito d’oro in una tomba faraonica, il pellegrinaggio dei devoti è crollato. Stimmate di rabbia e di dolore avranno ripreso a sanguina­re al burbero e schivo frate cappucci­no. Jatavenne , avrà detto nel suo ruvi­do gergo. Padre Pio è a disagio in quella cripta d’oro che sembra il caveau della banca mondiale, circondata da un business osceno, un’ottantina di alberghi or­mai vuoti, una marea di statue kitsch diffuse ovunque e in particolare a Sud, pompe di benzina incluse, più pile di superstiziosi gadget ormai invenduti. A San Giovanni Rotondo l’oro di Pa­dre Pio è crollato in borsa. La gente pre­ferisce visitare il vecchio sepolcro vuo­to piuttosto che quella cripta da Pape­rone estesa quanto una trentina di ap­partamenti.
Per carità, ha ragione il mio amico Frate Antonio Belpiede, portavoce dei frati, che l’oro ha sempre gremito le chiese e i culti. Ma nella Chiesa fatta da Renzo Piano non si respira il sacro, non si avverte il santo,non c’èspiritua­lità e religione. E un francescano me­dievale come Padre Pio non può finire in una roba asettica da Manhattan o nella riserva aurea di Fort Knox. Così Padre Pio è scappato dalla sua tomba, disperdendo anche i suoi fede­li. Andatelo a cercare nelle campagne e nei silenzi assolati del sud, tra i poveri e nei ricoveri, nelle chiese agresti e nel­le cattedrali antiche, nei corpi malati, nei cuori devoti e nei cieli gloriosi. Non lì, nella cripta d'oro. Non prendete la fe­de per il loculo.
umberto marabese

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