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giovedì 14 luglio 2011

Minnesota, lo Stato USA ha dichiarato bancarotta e ha praticamente "chiuso".

Ci è gia capitato di seguire le sorti di una città, Detroit, in preda alla crisi. Ora è interessante vedere lo svolgersi degli eventi in Minnesota, lo Stato USA che ha dichiarato bancarotta e ha praticamente "chiuso". Con somma gioia di chi considera gli statali responsabili di ogni male, il Minnesota ha lasciato a casa tutti i suoi dipendenti pubblici: circa 24 mila persone. Sicuramente ora l'economia si riprenderà in un lampo, neanche a dirlo, senza i vigili del fuoco e altri inutili parassiti. Inoltre, vedere la fine dello Stato vessatore significa finalmente la libertà! Ironie a parte, ecco i primi imprevedibili effetti del provvedimento:
- Niente aperitivo, alcool, sigarette. Centinaia di bar e ristoranti in tutto lo Stato stanno finendo le scorte e non possono approvvigionarsi: gli uffici che rinnovano la licenza necessaria sono chiusi. Eh, questa burocrazia.
- Niente birra nei supermercati. Ritirate dagli scaffali 35 marche di birra. Anche qui, non si può fare il rinnovo della licenza di distribuzione.
- Niente caccia e pesca. Non si rilasciano licenze e rinnovi, e se ti beccano prendi anche la multa.
- Niente auto per i giovani. Dal 1 Luglio, non si rilasciano più patenti ai neopatentati. Tutti a piedi.
- Niente esami a scuola. Chi doveva fare un esame di recupero a luglio, dovrà aspettare almeno novembre.
- Niente asili nido, niente scuole per sordi, niente assistenza ai disabili.
- Niente segnaletica autostradale, tutto spento, incluse le aree di sosta attrezzate che sono state chiuse tutte.
Niente musei statali, chiusi tutti e 26.
- Niente parchi, tutti chiusi al pubblico, e i vandali già ne approfittano per devastare e rubacchiare.
Queste le prime conseguenze della chiusura di un intero Stato. Per quanto riguarda la sanità, il sistema USA è molto diverso dal nostro ma sono garantiti solo alcuni ospedali essenziali (anziani, veterani di guerra); per le scuole pubbliche, si continuano a finanziare soltanto le elementari.
Per il momento si tratta di piccole ripercussioni sulla vita di ogni giorno. Ma cosa accadrà se dovesse verificarsi ad esempio un qualche disastro naturale? E cosa sarà delle migliaia di famiglie rimaste senza lavoro?

PS: Una felice notte, umberto marabese

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