giovedì 19 gennaio 2017

Brexit, da Londra un linguaggio da seconda guerra mondiale. Critiche dal fronte Ue


Brexit, da Londra un linguaggio da seconda guerra mondiale. Critiche dal fronte Ue

Da Boris Johnson un'allusione che paragona Hollande a un kapò. Ma anche la premier May e gli altri ministri usano termini battaglieri. 

LONDRA - La Gran Bretagna nei panni di Steve McQueen, che cerca di fuggire in motocicletta da un lager tipo seconda guerra mondiale chiamato Unione Europea, con il presidente francese François Hollande nei panni di un kapò che cerca di impedirglielo. Si può riassumere così il senso della battuta del ministro degli Esteri britannico Boris Johnson che ha acceso gli animi invece di rasserenarli all'indomani del discorso di Theresa May sulla Brexit.

Il capo del Foreign Office è intervenuto per rispondere a un portavoce dell'Eliseo, secondo cui la Gran Bretagna non può aspettarsi di avere relazioni commerciali con i suoi partner europei stando fuori dall'Unione Europea migliori di quelle che ha standoci dentro. "Se Hollande vuole impartire punizioni corporali a chiunque cerca di scappare dalla Ue, alla maniera di certi film sulla seconda guerra mondiale, non penso che sia quella la via giusta per andare avanti", ha detto Johnson. "Non è nell'interesse dei nostri amici e partner.

Parole che riecheggiano la minaccia pronunciata dalla premier May nel suo discorso, quando ha avvertito che se qualcuno in Europa vuole punire il Regno Unito per avere deciso di lasciare la Ue, questo si tradurrebbe in una "calamità" per gli europei, perché la Gran Bretagna cambierebbe modello economico, si trasformerebbe in un paradiso fiscale attirando investimenti da tutto il mondo e magari smetterebbe pure di proteggere il continente con le sue armi nucleari, i suoi formidabili 007 anti-terrorismo e il suo veto al consiglio di sicurezza dell'Onu....


"Linguaggio abominevole", ha commentato Guy Verhofstadt, uno dei capi negoziatori della Ue nella trattativa sulla Brexit. "Una battuta volgare da parte di colui che dovrebbe essere il capo della nostra diplomazia", l'ha bollata Tim Farron, leader del partito liberal-democratico e principale difensore dell'Europa al parlamento britannico. Un portavoce di Downing street minimizza, affermando che Johnson "non ha dato del nazista a Hollande" ma soltanto ricordato con umorismo i film sulla seconda guerra mondiale. In realtà non è la prima volta che l'ex-sindaco di Londra evoca il nazismo nel contesto della Ue: durante la campagna per il referendum del giugno scorso sulla Brexit disse che in passato "anche Napoleone e Hitler" avevano cercato di unificare l'Europa con la forza.

Come che sia, la polemica è finita stamane in prima pagina su molti giornali britannici. Il pluripremiato vignettista del Times ritrae il ministro degli Esteri britannico in divisa da motociclista dentro un campo di prigionia nazista, dal quale si appresta a evadere in compagnia di Theresa May, alludendo al celebre film La grande fuga con Steve McQueen. Anche David Davis, il ministro per la Brexit del governo May, ha del resto chiamato in causa il conflitto contro il nazismo, osservando che se la Gran Bretagna "è sopravvissuta alla seconda guerra mondiale", sopravvivrà anche al negoziato per uscire dalla Ue.

E in tema di conflitto è la copertina del Sun, che risponde a un titolo in prima pagina del quotidiano tedesco Die Welt sulla "Little Britain", la piccola Gran Bretagna che si rinchiude in se stessa, con un titolone che esorta: "L'ultimo a uscire dalla Ue spenga la luce", in cui la lampadina in questione

ha il volto di Angela Merkel. E la trattativa non è ancora nemmeno cominciata. Parafrasando una famosa canzone militare inglese di un altro grande conflitto, la prima guerra mondiale, sarà "a long way", lastricata di provocazioni, per arrivare alla Brexit.

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